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L

LEGATURA DI VALORE. Arco tracciato ad unire due o più note dello stesso nome e della stessa altezza, che vengono sommate divenendo una sola (ad es. 2/4 + 4/4 = 6/4).

LEGATURA D’ESPRESSIONE. Arco tracciato ad unire due note diverse (L. ‘di portamento’) o molte note (L. ‘di frase’), per segnalarne l’unità sul piano esecutivo. Fa parte degli elementi del FRASEGGIO.

LEITMOTIV. Soggetto musicale per lo più breve ricorrente in una medesima composizione (soprattutto opera e poema sinfonico), con specifico riferimento a un personaggio, a un sentimento, a un oggetto, a una situazione drammatica. Wagner, sebbene non per primo, l’impiegò sistematicamente a partire da Tristan und Isolde (1865). Ciò che distinse Wagner nell’impiego dei leitmotive fu semmai la ‘sintassi’ dei medesimi: una sorta di procedimento dialettico mediante il quale i leitmotive sono accostati, ammassati l’uno sull’altro, rendendo più fine e complesso il gioco simbolico delle allusioni. Nella Tetralogia Wagner impiegò il medesimo corpus di leitmotive di opera in opera, riuscendo così a conferire al tutto particolare unità drammaturgica. Fecero uso di procedimenti ‘leitmotivici’, in diverse epoche, anche Mozart (gli ‘accordi del Commendatore’ nel Don Giovanni), Weber (Der Freischütz), Berlioz (Symphonie fantastique), Verdi (Otello), Strauss (Salome), Puccini (Bohème e Tosca), e molti altri compositori.

LETTURA DELLA PARTITURA. Disciplina atta a riprodurre al pianoforte una versione sintetizzata ma sufficiente di una partitura orchestrale.

LEVARE. La parte priva d’ACCENTO (o, meglio, con accento debole) del MOVIMENTO.

LONGA. Nota (o pausa) del valore di 16/4 (o 8/2), in uso nella musica medievale e rinascimentale. Si presenta come un rettangolo di lunghezza perlopiù doppia alla BREVE.

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