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a b c d e f g h i l m n o p q r s t u v z

I

ICTUS. Genericamente, l’ ACCENTO caratterizzante il TEMPO FORTE.

IDIOFONI. Strumenti musicali in cui il suono è prodotto dalla messa in vibrazione di materiali allo stato inerte, non in tensione (come avviene nel caso di corde o membrane). Ad es. celesta, xilofono, oppure sonagli, legnetti etc.

IMITAZIONE. Procedimento musicale proprio del CONTRAPPUNTO e della POLIFONIA consistente nel replicare (imitare’) ad una diversa VOCE (conseguente”, o “risposta”) un SOGGETTO musicale intonato poco prima da un’altra voce (antecedente”). L’I. può avvenire a diverse distanze intervallari (UNISONO, ottava, quinta, quarta, terza, seconda, superiori o inferiori); dalla scelta dell’ INTERVALLO a cui effettuare l’ I. dipende la natura dell’I. stessa, se cioè questa può dirsi ‘reale’, ‘regolare’ (rispettando esattamente la conformazione del soggetto originario), o ‘tonale’, ‘irregolare’, ‘imperfetta’ adeguando intervalli e alterazioni alla tonalità in cui ci si trova. L’I. può interessare anche il solo aspetto ritmico (si parla allora di I. ‘ritmica’). Per quanto riguarda la fisionomia delle ‘risposte’, l’I. può essere effettuata per MOTO RETTO, per MOTO CONTRARIO (ossia ‘speculare’), per MOTO RETROGRADO. Per quanto riguarda i rapporti ritmici fra soggetto originario e soggetto/i ‘risposta’ l’I. può avvenire per AGGRAVAMENTO, per DIMINUZIONE. Certe forme fanno dell’I. la propria principale sostanza musicale (le forme contrappuntistiche in genere, quali mottetto, ricercare, canone, fuga), altrove l’I. può essere semplicemente una delle opzioni compositive nella fase dello SVILUPPO di un TEMA.

IMPÒSTO DELLA VOCE. Vedi VOCE IMPOSTATA.

IMPROVVISAZIONE. Esecuzione all’improvviso di elementi musicali, microstrutturali (come nel caso di abbellimenti occasionali - ABBELLIMENTO -), macrostrutturali (come nel caso di cadenze più ampie o nel Jazz - CADENZA -), oppure in occasione di semplice ACCOMPAGNAMENTO (BASSO CONTINUO).

INTENSITÀ. Volume del suono; si esprime graficamente con i COLORITI.

INTERVALLO. Distanza verticale (I. ‘armonico’) o orizzontale (I. ‘melodico’) fra due note. Si misura in: unisono (Do Dob u. diminuito, Do Do u. giusto, Do Do# u. eccedente), seconda (Do Rebb s. diminuita, Do Reb s. minore, Do Re s. maggiore, Do Re# s. eccedente), terza (Do Mibb t. diminuita, Do Mib t. minore, Do Mi t. maggiore, Do Mi# t. eccedente), quarta (Do Fab q. diminuita, Do Fa q. giusta, Do Fa# q. eccedente), quinta (Do Solb q. diminuita, Do Sol q. giusta, Do Sol# q. eccedente), sesta (Do Labb s. diminuita, Do Lab s. minore, Do La s. maggiore, Do La# s. eccedente), settima (Do Sibb s. diminuita, Do Sib s. minore, Do Si s. maggiore, Do Si# s. eccedente), ottava (Do Dob o. diminuita, Do Do o. giusta, Do Do# o. eccedente). Oltre l’ottava si ricade nei casi precedenti (decima = settima + terza).

INTERVALLO INFRATONALE. Intervallo inferiore al SEMITONO (soprattutto quarti, sesti di tono). Gli intervalli infratonali sono propri di certe tradizioni extraeuropee, e furono utilizzati anche da alcuni compositori novecenteschi, sin da prima dell’era elettronica.

INTONAZIONE. In ogni epoca e stile, la messa in musica di un testo letterario.

INVERSIONE. Procedimento contrappuntistico consistente nella riproposta di un SOGGETTO utilizzando gli stessi intervalli ma in senso inverso (ad es. il soggetto Mib Sib Dob Sib Lab Solb invertito risulta: Sib Mib Re Mib Fa Solb - J. S. Bach.). Il procedimento è detto anche ‘speculare’.

ISORITMIA. Metodo contrappuntistico tipico dell’Ars Nova, in cui elemento melodico (COLOR) e elemento ritmico (TALEA) erano elaborati autonomamente e ripetutamente, pervenendo così alla creazione di composizioni di una certa ampiezza con pochi materiali di base. Da ciò derivava che un determinato SOGGETTO melodico poteva presentarsi anche variato nel ritmo, oppure sovrapposto allo stesso soggetto intonato con scansione ritmica diversa.

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