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q r s
t u v
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E
ELETTROFONI. Strumenti
in cui la produzione del suono avviene mediante impulsi elettrici.
Ad es. organo Hammond, chitarra elettrica, onde Martenot, Thereminovox,
sintetizzatore.
ENARMONIA. In ARMONIA la sostituzione
di uno o più suoni con i relativi SUONI OMOFONI, per solito
a scopo di MODULAZIONE a toni lontani (ad. es., in accordo, Do Mib
Lab possono divenire Si# Re# Sol#, spostando il baricentro armonico
dall’area delle TONALITÀ con bemolli a quella delle tonalità
con diesis).
EPTACORDO. Genericamente, scala o sequenza
occasionale formata da sette suoni.
ESACORDO. In Guido d’Arezzo (sec.
XI) e nei teorici medievali posteriori la successione convenzionale
‘Do Re Mi Fa Sol La’ da applicarsi ad altrettanti suoni
variabili (in altre parole, l’esacordo generico ‘Do Re
Mi Fa Sol La’ poteva essere applicato ad altri suoni che non
i rispettivi). I modelli di esacordo sono tre: E. naturale (qualora
le note ‘Do Re Mi Fa Sol La’ si applicassero ai suoni
relativi), E. duro (qualora le note ‘Do Re Mi Fa Sol La’
si applicassero ai suoni Sol La Si Do Re Mi, con SEMITONO Si-Do),
E. molle (qualora le note ‘Do Re Mi Fa Sol La’ si applicassero
ai suoni Fa Sol La Sib Do Re, con semitono La Sib). Il semitono presente
nella scala dei suoni naturali veniva impiegato come nodo di transizione
da un esacordo ad un altro (MUTAZIONE).
ESPOSIZIONE. Nelle forme musicali classiche,
una prima sezione caratterizzata dall’affermazione della TONALITÀ
d’impianto, dotata di un proprio TEMA, e, nella FORMA SONATA
più evoluta, di un II tema alla tonalità della DOMINANTE
(o della RELATIVA maggiore se la composizione è in tono minore).
Il termine può comunque essere inteso in senso estensivo.
ESTENSIONE. Ambito dei suoni, dal più
grave al più acuto, realizzabili da una data voce o da un determinato
strumento.
ETEROFONIA. a)
Esecuzione di una melodia da parte di più esecutori, dei quali
uno rispetta la versione originale, mentre gli altri introducono varianti tradizionali
o improvvisate (procedimento tipico di generi musicali extraeuropei,
in uso anche nell’antica musica greca). b)
In senso estensivo, esecuzione simultanea di brani diversi da parte
di diversi esecutori (procedimento attuato da alcune avanguardie
novecentesche, ad es. Ives).
ETHOS. Nella teoria musicale greca il
carattere di una melodia, quindi le supposte relazioni fra alcuni
componenti musicali (armonia, ritmo, strumento impiegato nell’accompagnamento)
e certi stati d’animo. Alla dottrina dell’E. fanno riferimento
Platone, Aristotele e quindi i neoplatonici e gli stoici. Anche teorici
medievali quali Guido d’Arezzo e Hermannus Contractus, riconducendosi
a Boezio, attribuiscono caratteri ‘etici’ alla scelta
del MODO d’impanto di un brano. Riflessi della dottrina dell’E.
in epoca moderna si hanno nelle interpretazioni in chiave psicologica
delle TONALITÀ (da Mattheson a Schumann).