Il
Paleolitico
Il
Paleolitico è lo stadio più antico della storia dell’Uomo,
iniziata in Africa circa 2,5 milioni di anni fa dall’Uomo habilis
(inventore dei primi utensili di pietra) e continuata dai suoi discendenti
nelle varie parti della terra: l’Uomo ergaster in Africa (inventore
dei bifacciali), l’Uomo erectus in Asia, l’Uomo heidelbergensis
e l’Uomo di Neanderthal in Europa, ed infine l’Uomo sapiens,
che popola in tempi diversi tutte le parti del globo.
L’uomo del Paleolitico è nomade, pratica la caccia e raccolta
dei vegetali, ed abita prima in capanne all’aperto e poi in grotte
e ripari; scopre il fuoco indispensabile per la sua sopravvivenza soprattutto
nelle zone della terra sottoposte ai freddi glaciali. La sua vita è
strettamente legata all’ambiente naturale.
Scheggia la pietra (soprattutto quella silicea o selce), per ottenere
schegge e poi lame taglienti da trasformare in strumenti, ma lavora
anche il corno, l’osso e il legno.
Sulla base della tipologia degli strumenti il Paleolitico si divide
in inferiore (il più lungo) con una fase arcaica a choppers (olduvaiana),
una a bifacciali (acheuleana) ed una senza bifacciali; in medio (a partire
da circa 80 mila anni fa) con un complesso di industrie più evolute
chiamato Musteriano in Europa; ed una superiore (a partire da circa
40 mila anni fa) con una grande varietà e specializzazione di
tipi di strumenti su lama (Aurignaziano, Gravettiano, Epigravettiano,
etc.).
L’autore di quest’ultimo segmento culturale è l’Uomo
sapiens morfologicamente moderno, che mostra interesse per l’arte
(scultura e pittura di tipo naturalistico) e la sfera magico-religiosa
(sepolture).
IL FUOCO
Il fuoco rappresenta una delle più importanti scoperte della
storia culturale dell’umanità. All’inizio egli non
era certamente in grado di produrlo, per cui si limitava probabilmente
ad usare quello che in natura si può essere prodotto per effetto
di cause naturali, come i fulmini oppure le eruzioni vulcaniche.
Il controllo del fuoco e presumibilmente la sua accensione è
documentato con sicurezza nel Paleolitico dopo 500 mila anni da oggi,
sia in Europa (Homo heidelbergensis) che in Asia (Homo erectus); anche
se non conosciamo il metodo usato per produrlo. Sappiamo che due sono
i modi più comuni per accenderlo: per sfregamento fra loro di
due legni di differente durezza, e per percussione di una selce su un
pezzo di pirite o di marcassite (solfuri di ferro). Le scintille prodotte
con questo secondo sistema possono innescare una combustione se raggiungono
quando sono ancora calde un frammento di fomes fomentarius, un fungo
legnoso che cresce alla base degli alberi.
L’uso del fuoco è stato fondamentale nella vita umana:
nella cottura dei cibi, per l’illuminazione e il riscaldamento
di ambienti (grotte e capanne) e per la lavorazione delle materie prime,
come la ceramica a partire dal Neolitico e successivamente i metalli.
LA
SCHEGGIATURA DELLA PIETRA
La
prima e più importante scoperta tecnologica dell’Uomo all’inizio
della sua storia, è la scheggiatura della pietra, per la costruzione
di utensili indispensabili per la sua sopravvivenza.
Alcune rocce silicee (selci), che in natura si trovano sotto forma di
noduli o di ciottoli, hanno la proprietà di fratturarsi facilmente
se vengono colpite con un ciottolo di pietra oppure con un pezzo di
corno. Si ottengono così delle schegge taglienti, di forma e
di dimensioni variabili, che possono essere modificate per mezzo del
ritocco, anch’esso fatto con un ciottolo più piccolo (strumenti
su scheggia). Talora un pezzo di selce, invece che esser utilizzato
per la produzione di schegge (nucleo), può essere trasformato
mediante scheggiatura in un unico strumento, come per esempio un chopper
(utensile con margine tagliente generalmente su ciottolo), oppure un
bifacciale o amigdala, uno strumento più elaborato con una estremità
appuntita, dotato di simmetria frontale; entrambi strumenti del Paleolitico
antico.
Nel corso del Paleolitico l’Uomo è in grado di costruire
sempre di più nuovi e più perfezionati utensili (grattatoi,
bulini, punte, raschiatoi, denticolati. etc.), ricavati prima soprattutto
da schegge e poi da lame anche di piccole e piccolissime dimensioni
(punte a dorso, triangoli, trapezi, etc.), con cui armare frecce e giavellotti.
Durante il Neolitico l’Uomo scopre anche la scheggiatura per pressione,
che gli permette di ottenere lame regolari strette e sottili, con un
grande risparmio di materia prima, di cui va alla ricerca scavando miniere
sotterranee.
torna
a capo nel documento