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Il Neolitico

Con l’istaurarsi di un clima sempre più temperato, l’Uomo abbandona definitivamente la vita nomade e quindi la caccia-raccolta, per dedicarsi alla produzione delle risorse alimentari: si costruiscono insediamenti stabili in forma di veri e propri villaggi, si pratica l’agricoltura (cereali e leguminose), si addomesticano gli animali (capra, pecora, bove, maiale), si inventa la ceramica e si inizia lo sfruttamento sistematico delle materie prime, fra cui la selce (miniere) e l’ossidiana per la costruzione di strumenti scheggiati, anche di nuovo tipo, e le rocce dure per la costruzione di utensili levigati (asce e accette). Si inizia a praticare la tessitura.
Si tratta di una vera e propria rivoluzione culturale che cambia per sempre la vita dell’Uomo. Nel mediterraneo occidentale questo processo di trasformazione arriva da oriente nel corso del VII millennio a.C.
In Italia si distingue generalmente una fase antica , caratterizzata da ceramiche con impasto grossolano talora decorate con impressioni, una fase media a ceramica più depurata sia incisa che dipinta, ed infine una fase superiore, con differenze meno significative.
Continua l’interesse per il culto dei morti e per l’arte, che sviluppa moduli schematici e astratti.

LA LEVIGATURA DELLA PIETRA
A partire dal Neolitico accanto ai manufatti di selce ottenuti tramite la scheggiatura è quasi sempre presente un gruppo di strumenti lavorati con la tecnica della levigatura, usando oltre alla selce anche rocce dure a tessitura grossolana, di tipo eruttivo o metamorfiche (basalto, serpentina, diabase, etc.), che difficilmente si lasciano scheggiare proprio per la loro tessitura, e sono quindi più adatte alla costruzione di manufatti il cui uso comporta un impatto violento.
La lavorazione comporta una prima sagomatura del supporto di partenza tramite una sommaria scheggiatura, poi da una picchiettatura o bocciardatura, a cui segue la rifinitura finale per mezzo della levigatura, operata attraverso un lungo e paziente sfregamento del pezzo sbozzato su un piano di arenaria costantemente bagnato con acqua.
Questo sistema è finalizzato soprattutto alla costruzione di manufatti che presentano un margine tagliente e resistente, come asce (margine tagliente ortogonale al manico) e accette (margine tagliente allineato con il manico), di forma triangolare o trapezoidale, da immanicare su appositi manici di legno, destinate al taglio di tronchi d’albero oppure alla lavorazione del legno. Con la tecnica della levigatura si costruiscono, usando anche materiali più morbidi (steatite), altri oggetti, come anelloni, statuine, bracciali e pendagli.

LA COSTRUZIONE DELLA CERAMICA
L’invenzione della ceramica è una delle più importanti acquisizioni dell’Uomo neolitico, legata alla vita sedentaria e alla produzione delle risorse alimentari.
Per costruirla si utilizza l’argilla, un materiale sciolto a grana finissima che si trova facilmente in natura, sia come sedimento marino antico che come sedimento recente nelle alluvioni dei fiumi. Mescolata con l’acqua diventa un materiale plastico e adesivo facilmente modellabile, che permette di costruire qualsiasi oggetto, ma soprattutto vasi dalle forme più svariate; che, una volta essiccati, possono essere cotti al fuoco ed acquisire rigidità e fragilità. I vasi possono così contenere liquidi ed essere messi direttamente sul fuoco.
Nel corso del Neolitico, la produzione della ceramica si evolve sul piano tecnologico: da forme semplici realizzate con impasti grossolani e spessori considerevoli si passa a forme molto elaborate costruite talora con argille depurate (figuline).

 

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