Evoluzione storica della filosofia
medievale
Il quadro complessivo dei secoli medievali
mostra uno sviluppo del pensiero filosofico,
teologico e scientifico che inizia con
la messa a fuoco dei problemi fondamentali
posti dal confronto fra la filosofia classica
e le dottrine bibliche (e coraniche per
l’Islam): l’esistenza di Dio,
la sua relazione con il mondo, la natura
dell’essere umano. In occidente
le tappe significative dal punto di vista
teorico sono cronologicamente distanziate
nei secoli VI-X, mentre successivamente,
a partire dall’XI sec e soprattutto
dal rinnovamento culturale del XII, si
assiste all’accelerazione dello
sviluppo dottrinale, alla moltiplicazione
delle figure di spicco, all’elaborazione
di veri e propri sistemi filosofici nel
XIII sec., e successivamente all’articolazione
di nuovi ambiti di riflessione. Nel mondo
islamico la ricerca filosofica e l’elaborazione
di dottrine originali hanno inizio più
presto, a partire dal IX sec., e procedono
in parallelo fino al XII; successivamente
lo sviluppo della filosofia islamica prende
altre strade e cessa di interagire con
il pensiero occidentale, mentre assume
maggior rilievo l’apporto della
filosofia ebraica. Il lavoro complessivo
realizzato nei dieci secoli che classifichiamo
come medievali può essere visto
come una enorme opera di trasformazione,
mediazione e trasmissione dell’eredità
classica, sulla cui base si sono sviluppate
alcune dottrine originali come la prova
ontologica dell'esistenza di Dio (Anselmo
d'Aosta), l’etica dell’intenzione
(Pietro
Abelardo), la dottrina della suppositio
nell’ambito della logica,
la distinzione fra essenza ed esistenza
(Tommaso
d'Aquino), la teoria della visione
beatifica nella Scolastica.
|