Dal VI al X secolo
Il disfacimento del mondo antico, culminato con la caduta dell'impero
romano nel 476, ebbe fra le sue conseguenze la scomparsa dell’insegnamento
della filosofia. La tradizione filosofica greca tuttavia sopravvisse
a Bisanzio, per lo più connotandosi come erudizione conservativa
(nella Bibliotheca di Fozio e nel Lexicon di Suda, IX sec.) dopo
che tuttavia aveva dato, nel VI secolo, un originale frutto nel
neoplatonismo cristiano dello pseudo-Dionigi
Areopagita, un autore forse siriano le cui opere avrebbero fortemente
influenzato la Scolastica latina. Nel mondo latino Boezio
e Scoto
Eriugena sono gli unici autori di spessore filosofico di quest’epoca
e possono (soprattutto il primo) essere considerati per certi aspetti
come ultimi esponenti della filosofia antica. Il cristianesimo,
condiviso da conquistati e conquistatori, è ora la base della
cultura comune nonostante sia diviso al proprio interno da numerose
dispute teologiche fra greci e latini; ed è nell'ambito del
cristianesimo occidentale che le problematiche teologiche aprono
lo spazio per la riflessione propriamente filosofica che riprenderà,
con caratteri originali rispetto alla filosofia tardo-antica, nel
secolo XI.
I contenuti di questo spazio di riflessione
si mostrano inizialmente nell’opera
di Boezio
(480-524). I due secoli successivi, fino
alla fine dell’VIII sec., possono
essere considerati un’epoca senza
filosofia. Il fattore culturalmente più
rilevante nel mondo occidentale è
la fondazione del monachesimo (la regola
di Cesario di Arles risale al 506, quella
di Benedetto da Norcia al 529) e la sua
diffusione in tutta l’Europa centro-meridionale
e nelle isole britanniche. I frutti più
importanti della pedagogia monastica basata
sulle arti liberali (le Etimologie di
Isidoro
di Siviglia, 560ca-633; la Historia
ecclesiastica gentium Anglorum di Beda
il Venerabile, 672-735) non comprendono
contributi originali alla filosofia ma
trasmettono contenuti essenziali del sapere
classico. Nei secoli IX-X, l’età
carolingia, il rinnovamento delle scuole
crea lo spazio istituzionale per lo sviluppo
del dibattito su temi teologici sulla
cui base s’innesta la filosofia
fino al XII sec. Le figure più
rilevanti dell’epoca sono Alcuino
di York (730/5-804), cui si deve la
riforma dell’insegnamento delle
arti liberali; Gotescalco d'Orbais (m.
869 ca.) e Pascasio Radberto (ca. 790-859),
protagonisti della disputa sulla predestinazione;
e soprattutto l’irlandese Giovanni
Scoto Eriugena (810ca-870ca), cui
si deve la prima costruzione filosofica
sistematica del medioevo, il De divisione
naturae e che con il trattato De praedestinatione
intervenne in modo originale e teoreticamente
coerente nel più rilevante dei
dibattiti dell’epoca. L’Eriugena
aveva tradotto dal greco il corpus dionisianum,
gli Ambigua e le Quaestiones ad Thalassium
di Massimo il Confessore, il De hominis
opificio di Gregorio di Nissa, e si era
servito di queste fonti per l’elaborazione
della propria filosofia, che presenta
il ciclo neoplatonico della processio
e del reditus attraverso le quattro differentiae
della natura intesa come totalità
del reale. L’opera dell’Eriugena,
sospettata di panteismo e condannata alcuni
secoli dopo (nel 1210) non ebbe seguaci
al suo tempo.
Contemporaneamente allo sviluppo delle
scuole carolingie, nel mondo islamico
prendono avvio forme diverse di riflessione
filosofica: accanto al sufismo
e al kalam
il confronto col pensiero greco viene
portato avanti sia da autori cristiani
come Giovanni Damasceno (m. 754), sia
da musulmani come Hunayn ibn Ishaq (808-873)
che traduce Galeno e Aristotele e scrive
opere mediche (tradotte in latino nel
XII sec. col nome di Johannitius). Il
corpus delle opere di Aristotele viene
non solo tradotto in arabo, ma anche arricchito
di opere pseudoepigrafe sia di metafisica
sia di alchimia,
fisiognomica,
astrologia
ecc. Alcune di queste opere (che i latini
conosceranno come Theologia Aristotelis
e Liber de causis) sono prodotte nel contesto
della Casa della Sapienza di Bagdad da
filosofi ellenizzanti (falasifa) appartenenti
al cosiddetto 'circolo di al-Kindi'
(800-870ca), il 'filosofo degli Arabi'
che sviluppò un’ontologia
e una gnoseologia originali con la dottrina
dei raggi e quella dell'intelletto. Altri
testi, come l’alchemico Liber quartarum
attribuito a Platone e le opere di Thabit
ibn Qurra (826-901: scritti
ermetici, astrologici, sui talismani)
sviluppano temi harraniani.
Nel X sec. si colloca l’opera di
due figure di spicco: il medico Razes
(Abu Bakr al-Razi; 864-925), che nei sui
scritti medici e alchemici presenta un
atteggiamento di razionalismo antireligioso;
ed il filosofo al-Farabi
(870-950), che propone un’armonizzazione
di Platone e Aristotele basata su dottrine
metafisiche (la distinzione essenza-esistenza),
fisiche (cosmologia emanatistica) e gnoseologiche
(l'intelletto acquisito come termine che
collega la conoscenza come per astrazione
e la conoscenza per illuminazione). L’eredità
culturale del circolo kindiano è
presente anche nell’opera del medico
ebreo Ysaac Israeli (85 5-955ca.). La
filosofia in lingua araba sviluppata in
questi secoli non è però
soltanto quella che venne accolta dai
latini mediante le traduzioni: altri pensatori
di rilievo sono Abu Bishr Matta (m. 940),
autore di un commento agli Analitici primi;
il teologo cristiano Yahya ibn Adi (893/4-974);
al-Ashari (874-935) esponente di una delle
diramazioni del kâlam (asharismo).
Al X sec. risale anche la composizione
a Bàssora intorno al X secolo dell’Enciclopedia
dei Fratelli della Purezza (setta ismailita,
corrente estrema dello sciismo), che si
propone di purificare la religione attraverso
la filosofia e sostiene l’origine
non greca della scienza. A quest’epoca
risalgono i primi contatti fra la cultura
islamica e quella occidentale: Gerberto
d’Aurillac (940-1003; divenne papa
col nome di Silvestro II), che fu il più
importante scienziato dell’epoca
e introdusse nelle scuole occidentali
una particolare attenzione per le arti
del quadrivio, l’osservazione empirica
e l’uso degli strumenti (p.es. l’astrolabio),
aveva studiato in Catalogna, a contatto
diretto con la cultura scientifica islamica
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