Bernardo Silvestre La cosmologia sviluppata presso la scuola di Chartres trovò un riflesso originale nell'opera di Bernardo Silvestre, che fu forse maestro presso l'abbazia di Tours, fra il 1130-1140. Bernardo dichiara apertamente la propria ammirazione per Teodorico di Chartres, dedicandogli la sua opera più famosa, la Cosmographia, una composizione in versi e in prosa conosciuta anche col titolo De mundi universitate. Di Bernardo resta anche un Commento a Marziano Capella, mentre è perduto il suo commento al Timeo platonico. Incerta è la paternità dell'Experimentarius, un trattato di geomanzia. Non è certo se Bernardo abbia effettivamente insegnato a Chartres, o sia stato allievo presso la scuola. Morì verso il 1178. La Cosmographia. Lo stile di quest'opera, scritta verso il 1147-48 e profondamente influenzata dalla dottrina di Teodorico di Chartres, si richiama al De consolatione di Boezio, al Timeo di Platone, e ai classici Virgilio e Ovidio. Ma Bernardo non tralascia gli apporti dell'ermetismo e dell'astrologia. Anche l'influenza del De divisione naturae di Giovanni Scoto Eriugena è avvertibile e Peter Dronke ha richiamato l'attenzione, nell'introduzione alla sua edizione della Cosmographia, sull'impatto che anche altri tipi di raffigurazione del mondo, in particolare della tradizione iconografica, possono aver avuto sul poema di Bernardo. La Cosmographia è dunque una sorta di romanzo, che si divide in due parti: la prima narra la formazione del mondo, la seconda la formazione dell'uomo, mentre la conclusione dell'opera contiene un'originale esaltazione della sessualità umana, che vince la morte grazie alla generazione, rinnovando la natura e perpetuando la stirpe umana. Altro elemento degno di nota è l'uso delle personificazioni di concetti, quali Natura, Silva (la materia prima), Nous (l'intelletto), ripresi dalla tradizione della Consolazione di Boezio, delle Nozze di Mercurio e Filologia di Marziano Capella, ma anche da Ildegarda di Bingen. In Bernardo le allegorie drammatizzano il processo della creazione, quasi creando una nuova mitologia, artificiale e filosofica. Bernardo traduce poeticamente la dottrina per cui la natura si incarica, attraverso leggi fisiche naturali, di dare "più nobile forma" alla materia creata da Dio. Il cenno ai "vincoli musicali" si collega al tema pitagorico dell'armonia del mondo, tema centrale della speculazione sulla musica, una delle quattro arti del Quadrivio, che torna in tanta letteratura, filosofica e teologica medievale, come del resto anche nella Commedia di Dante. (CP) Bibliografia: Edizioni Traduzioni italiane Studi |
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