Teodorico di Chartres Fratello di un altro maestro chartriano, Bernardo di Chartres, e maestro con lui presso l'omonima scuola, sembra che si sia formato a Parigi, sotto Giovanni di Salisbury. Dopo l'insegnamento, prima nella stessa Parigi, poi a Chartres, si ritirò in monastero; morì dopo il 1156. Le sue opere principali sono l'Heptateucon, sulle sette arti liberali, i commenti al De trinitate di Boezio, che fece conoscere la sua dottrina metafisica ai contemporanei, il Trattato sull'opera dei sei giorni (In Hexaemeron), ove espone la sua interpretazione della Creazione in base a principi fisici (secundum physicam), e il Commento al De inventione di Cicerone. Lo studio della natura e le arti liberali. L'Eptatheucon di Teodorico mostra come il campo di ogni disciplina si fosse dilatato moltissimo rispetto alla precedente epoca carolingia. Le arti e i saperi tutti confluivano in unità alla luce dei due strumenti della filosofia, ragione (intellectus) e interpretazione (interpretatio), che si affinavano nello studio dei testi degli antichi. Nella partizione delle sette arti liberali, studiate direttamente sulle fonti classiche, era dunque compreso tutto il sapere, e con il loro possesso si identificava ancora lo studio filosofico presso la scuola di Chartres. Tutta la strumentazione delle arti liberali viene impiegata per togliere dagli antichi miti il velo (integumentum) che occultava il significato filosofico; ma la comprensione dei testi antichi non è però cercata di per sé: scopo della conoscenza è infatti permettere una lettura filosofica della Sacra Scrittura, in linea con la ricerca già sperimentata da Abelardo. Teologia e interpretazione razionale della creazione. Il tema scritturale al centro dell'attenzione in Teodorico, e negli altri maestri chartriani, è quello della creazione: Teodorico apre il suo trattato sui sei giorni della creazione affermando che si accinge a spiegare "secundum physicam" la prima parte della Genesi. La lettura filosofica della creazione si struttura sullo schema delle quattro cause (efficiente, formale, finale e materiale), che nell'antichità era stato esposto da Aristotele nella Fisica. Questo testo non era ancora stato tradotto in latino, ma alcune idee aristoteliche, soprattutto nell'ambito della filosofia naturale, cominciavano a circolare attraverso gli scritti medici, astronomici e scientifici in generale, diffusi in aree geografiche anche molto lontane, quali Salerno, Tours, Hereford, e, appunto, Chartres, apportando così nuove idee e materiali di studio. Le quattro cause vengono identificate da Teodorico con le tre persone della Trinità divina e con la materia primordiale della creazione. Teodorico, come anche Guglielmo di Conches, distingue il momento della vera e propria creazione, il Fiat iniziale, e il momento successivo della formazione degli esseri naturali, che può essere spiegata in termini fisici: questa separazione permette di mantenere libero e contingente l'atto creatore, limitandolo appunto al momento iniziale, ed elimina la necessità del ripetersi dell'intervento divino nel processo naturale. Il mondo fisico procede dunque nel suo autonomo meccanismo di funzionamento, regolato da leggi conoscibili con l'indagine razionale; e i quattro elementi (terra, aria, acqua e fuoco), che sono le cause materiali, svolgono un ruolo essenziale nel permettere e perpetrare il processo autonomo di trasformazione dei composti. Filosofia naturale. L'opera dei sei giorni continua secondo Teodorico nell'opera naturale della generazione dei viventi e nella trasformazione dei corpi inanimati: terra, acqua, aria, fuoco costituiscono la struttura di base di tutti i corpi creati, garantendo l'unità del macrocosmo (corpi celesti e terra) e del microcosmo (il corpo dell'uomo). La loro mescolanza, che avviene secondo proporzioni aritmetiche, dà origine alla realtà materiale. Gli elementi sono perciò sempre commisti fra loro, in misura variabile. Gli elementi sensibili vengono chiamati elementati. Ciò che tiene insieme gli elementati sono le qualità (caldo, freddo, secco, umido) possedute dagli elementi; esse sono due per ciascuno degli elementi puri, secondo un principio dottrinale comune a tutti gli chartriani. Metafisica. La lettura filosofica dei sei giorni della creazione elaborata da Teodorico ha già indicato come il discorso filosofico sulla struttura del mondo potesse avere conseguenze importanti nella rilettura del tradizionale rapporto creatore-creatura, centrale da Boezio in poi. Nelle glosse al De Trinitate boeziano, Teodorico analizza in termini metafisici questo rapporto. L'assoluta trascendenza di Dio è affermata come semplicità dell'essere divino. Il rapporto fra divino e mondo reale si determina attraverso quattro modi: 1) necessità assoluta, che è Dio come totalità del reale, ove le cose non sono determinate da alcun limite, 2) necessità determinata, data dalla presenza delle cose in un certo ordine, che gli antichi chiamavano fato e che può corrispondere alle leggi naturali, 3) possibilità assoluta, che è la modalità per cui le cose, nella semplicità divina, non sono ancora determinate, ma tutte possibili, corrispondenti dunque alla materia primordiale o caos degli antichi, e infine 4) possibilità determinata, che è la realtà in atto, determinata dall'unione delle forme o idee della mente divina alla materia. (CP) Bibliografia: Edizioni Traduzioni italiane Studi |
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