Linea dorata

Guglielmo di Conches

Vita e opere. Guglielmo (1080ca.-1145ca.), nato a Conches in Normandia, discepolo di Bernardo di Chartres e successivamente maestro di Giovanni di Salisbury sembra che abbia insegnato tutta la vita a Chartres, anche se la recente discussione sull'esistenza stessa della scuola chartriana (Southern) ha fatto ipotizzare che Guglielmo possa aver insegnato a Parigi. Verso il 1144 è presso la corte di Goffredo il Bello Plantageneto, duca di Normandia. I temi che caratterizzano la filosofia di Guglielmo ne fanno un tipico esponente del cosiddetto "platonismo chartriano". I suoi scritti principali sono la Philosophia mundi, una vasta enciclopedia filosofica e scientifica, e il Dragmaticon Philosophiae, un dialogo sulla filosofia naturale fra un filosofo, alter-ego di Guglielmo, e il Duca di Normandia. Guglielmo è il solo chartriano ad aver commentato i quattro testi fondamentali del platonismo latino: il Timeo, il De Nuptiis, il commento di Macrobio al Somnium Scipionis e la Consolazione di Boezio.

Teologia, platonismo e filosofia naturale. I filosofi chartriani si servirono consapevolmente del passato per affermare convinzioni nuove, come esemplificato nella famosa sentenza "noi siamo nani sulle spalle dei giganti" attribuita al primo maestro della scuola, Bernardo di Chartres. Il platonismo chartriano fu infatti soprattutto una ripresa del Timeo, il mito cosmogonico di Platone, conosciuto anche attraverso il commento di Calcidio e il Somnium Scipionis di Macrobio. A queste fonti si aggiunse il De nuptiis Mercurii et Philologiae di Marziano Capella, la più vasta enciclopedia delle Arti della tarda antichità. La dottrina di Platone, sulla scia dell'interpretazione di Agostino, consentiva infatti di parlare della genesi del mondo in sostanziale accordo coi principi della fede cristiana. In particolare, Platone permetteva di offrire una spiegazione razionale di quanto la Bibbia tramandava. Afferma Guglielmo nel Dragmaticon: "Noi crediamo che si debba ricercare la spiegazione razionale di tutte le cose" ("Nos autem credimus in omnibus rationem esse quaerendam"). E anche se, come già aveva convenuto Abelardo, non era possibile attingere alle cause prime su ogni aspetto della realtà, lo sforzo di cercare spiegazioni fondate sulla ragione costituiva necessariamente il presupposto essenziale dell'indagine filosofica. Continuità con la dottrina del passato, ricerca delle spiegazioni razionali, conoscenza intesa come sapere accompagnato dall'eloquenza furono, in sintesi, i tre fondamenti basilari del "progetto" filosofico chartriano, centrato sulla riflessione nell'ambito della filosofia naturale e sul privilegio accordato alle arti del Quadrivio.

L'anima mundi. L'identificazione dello Spirito Santo con un'entità filosofica fu uno dei nodi centrali e più complessi della filosofia chartriana. Il tema appare in modo esplicito nella prima delle opere di Guglielmo, la Philosophia mundi, per la quale egli venne condannato al concilio di Sens (1141), ove era stata ribadita anche la condanna della dottrina trinitaria di Abelardo. L'anima del mondo, che è una figura basilare della cosmogonia del Timeo, identificata nello Spirito divino, consente a Guglielmo di tradurre in termini cristiani il principio vivificatore del mondo, quello che in ambito stoico era stato definito come pneuma. L'anima del mondo serve a Guglielmo, e agli altri chartriani, per garantire l'autonomia dell'agire naturale: se identificarla con lo Spirito Santo permetteva da un lato di inscrivere l'autonomia naturale nel contesto del volere divino, dall'altro, però, apriva la strada alla panteistica identificazione di Dio (nella persona dello Spirito Santo) con la natura. Nel Dragmaticon, scritto dopo la condanna, lo Spirito Santo è lasciato fuori questione, ma è ribadito il principio di autonomia della natura. Essa è definita "una forza insita nelle cose che, da cose simili, produce cose simili" ("vis quaedam rebus insita, similia de similibus operans"). Guglielmo, come Teodorico, separò quindi il momento della creazione del mondo, il Fiat iniziale, dal momento successivo dell'ornatus mundi, la formazione di tutti gli esseri naturali, che viene spiegato in termini fisici. In tal modo, l'atto divino è limitato al solo avvio della creazione, e l'autonomia del processo naturale di generazione e riproduzione elimina la necessità del ripetersi dell'intervento di Dio nel mondo. Tale dottrina si colloca in linea di continuità con la teoria delle ragioni seminali, ma Guglielmo preferisce individuare nei quattro elementi, più che nei "semi", i principi essenziali della spiegazione del divenire della realtà naturale.

Filosofia naturale. Nell'opera naturale della generazione, i quattro elementi (terra, acqua, aria, fuoco) costituiscono la struttura di base di tutti i corpi creati, garantendo l'unità di fondo del macrocosmo (l'universo) e del microcosmo (l'uomo). La mescolanza elementare dà origine alla realtà materiale. Gli elementi nella loro forma pura sono perciò sottratti all'esperienza sensibile; essi si incontrano sempre commisti fra loro, in misura variabile. L'elemento che domina nel misto dà il nome al composto elementare: così il fuoco contiene in prevalenza fuoco elementare, ma anche aria, acqua e terra. Gli elementati sono tenuti insieme dalle qualità; esse sono due per ciascuno degli elementi puri, e connettono l'un l'altro gli elementi: il fuoco (caldo secco), si accorda con l'aria (calda umida) e con la terra (secca fredda) mentre è contrario all'acqua (fredda umida), che invece è collegata alla terra e all'aria. I rapporti fra le qualità elementari sono esprimibili con proporzioni matematiche, col supporto del detto biblico che Dio creò il mondo "secondo il numero, il peso e la misura". Lo schema del cosmo così prodotto è quello geocentrico, conosciuto attraverso il De coelo et mundo di Aristotele, e approfondito dal punto di vista scientifico nell'Almagesto e nella tradizione astronomica araba, appena giunta in Occidente. Attraverso il De nuptiis, Guglielmo e gli altri chartriani ebbero inoltre accesso all'antica ipotesi eliocentrica, in base alla quale venere e mercurio ruotano attorno al sole, ma l'impianto di fondo restò essenzialmente geocentrico. L'interesse per i cieli resta sostanzialmente legato al desiderio di comprendere il legame fra mondo sublunare e superlunare, e fra macrocosmo e microcosmo. L'influenza del cielo non opera infatti solo sulla realtà naturale, ma anche sull'uomo, microcosmo perché composto dagli stessi quattro elementi di cui è fatta tutta la realtà naturale, e perché obbedisce alle stesse leggi. L'astrologia, introdotta attraverso gli scritti di Albumasar e Alcabitius, permette in ultima istanza di capire la profonda unità fra macrocosmo e microcosmo.

L'uomo. Un tema rilevante nell'interpretazione razionale della creazione è la creazione dell'uomo. La creatura umana è, nella concezione di Guglielmo, opera di Dio, ma attraverso la mediazione della natura. L'atto divino di formare l'uomo dal fango è infatti ricondotto alla produzione spontanea della creatura umana nel luogo della terra in cui gli elementi si trovavano nella proporzione più equilibrata. La creazione di Eva dalla costola di Adamo significava che il luogo di generazione della donna era leggermente distante da quello in cui aveva avuto origine Adamo, e gli elementi erano meno temperati: è uno dei primi esempi di giustificazione in termini filosofici dell'inferiorità attribuita alla donna. (C.P.)

Bibliografia:

Edizioni
Guillaume de Conches, Gloase super Platonem, ed. E. Jeauneau, Vrin, Paris 1965
Guillelmi de Conchis Dragmaticon Philosophiae, Summa de philosophia in vulgari, ed. I. Ronca-L. Badia-J. Pujol-E. Jeauneau, Turnhout, Brepols 1997 (CCCM 152)
Willelm von Conches Philosophia, ed. G. Maurach-H. Telle, Pretoria, University of South Africa 1980

Traduzioni italiane
Philosophia mundi. Natura, uomo, scienza nella rinascita del XII secolo, cur. G. Garancini, Bietti, Monza 1974 (Glosse al Timeo)
Teodorico di Chartres, Guglielmo di Conches, Bernardo Silvestre, Il divino e il megacosmo. Testi filosofici e scientifici della scuola di Chartres, cur. Enzo Maccagnolo, Milano, Ruscono 1980 (I classici del pensiero) (Dragmaticon e Philosophia)

Studi
Chenu M.-D., La teologia nel XII secolo, Milano, Jaka Book 1992 (ed. or. 1957)
Faes de Mottoni Barbara, Il platonismo medievale, Torino, Loescher 1979
Garin Eugenio, Studi sul platonismo medievale, Firenze, Le Monnier 1958
Gregory Tullio, Anima mundi. La filosofia di Guglielmo di Conches e la Scuola di Chartres, Firenze, Sansoni 1955
Jeauneau Etienne, L'age d'or des écoles de Chartres, Chartres, Houvet 1995
Lemoine Michel, Intorno a Chartres. Naturalismo platonico nella tradizione cristiana del XII secolo, Milano, Jaka Book 1998 (Eredità medievle)
Renaissance and Renewal in the Twelfth Century, cur. R.L. Benson-G. Constable, Cambridge, Mass., Harvard University Press 1982 (rist. Toronto 1991, articolo di Southern sulle scuole di Chartres e Parigi)


Risorse on-line
http://www.fh-augsburg.de/~harsch/Chronologia/Lspost12/GuillelmusConchis/gui_intr.html
http://www.pims.ca/conches.html

 

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