Giovanni di Salisbury
Vita e opere.
Giovanni nacque a Salisbury in Inghilterra attorno
all’anno 1110,secondo alcuni, nel 1125
secondo altri; nel 1136 si recò a studiare
in Francia, dove frequentò le migliori
scuole dell’epoca: fu infatti discepolo
di Abelardo, di Guglielmo
di Conches e di Gilberto
Porretano. Nel 1148 tornò in Inghilterra,
dove si mise al servizio degli arcivescovi di
Canterbury Tebaldo ed in seguito Thomas Becket,
curando le relazioni fra la corona inglese ed
papato. Nel 1176 venne richiamato in Francia
come vescovo di Chartres, carica che ricoprì
fino alla morte avvenuta nel 1180. Le sue opere
principali, entrambe con titolo grecizzante,
secondo una moda diffusa nel periodo, sono il
Metalogicon, testo di riflessione sulla logica,
composta nel 1159, e il Policraticus, un’indagine
di filosofia politica sui fondamenti del potere,
scritta durante il pontificato di Adriano IV
(1154-1159); Giovanni scrisse inoltre l’Entheticus
sive de dogmate philosophorum, dove con intento
didascalico presenta le dottrine delle grandi
filosofie dell’antichità (Stoicismo,
Epicureismo, Peripatetismo), ed una Historia
Pontificalis.
Una riflessione sulla
logica: il Metalogicon. Con questo testo,
il cui titolo significa letteralmente “in
difesa della logica”, Giovanni di Salisbury
si propone di criticare i recenti sviluppi dell’arte
logica e soprattutto la tendenza di molti
suoi contemporanei ad accantonare la funzione
strumentale della logica e a prendere come unico
oggetto di studio la teoria logica stessa, le
ultime novità in campo grammaticale,
finendo per perdersi in una inutile verbosità
e per trascurare lo studio dei testi antichi.
In aperta polemica con un tale Cornificio (nome
fittizio di un autore non ancora identificato)
che sosteneva l’inutilità dello
studio dell’eloquenza, poiché non
esiste nessuna connessione fra linguaggio e
realtà, Giovanni cerca dapprima di rivalutare
l’importanza della logica nell’educazione
di un intellettuale completo, sostenendo che
nell’eloquenza esiste un carattere scientifico
e quindi che la logica è un’arte
insegnabile. Secondariamente egli risponde all’argomento
del distacco fra il piano della logica e quello
delle res dimostrando che è la ragione
umana, la ratio, lo strumento del filosofo per
eccellenza, a garantire la veridicità
delle parole ed a rendere possibile l’utilizzo
della logica come mezzo per arrivare ad un progresso
nelle conoscenze umane. La logica, dunque, assume
tanto più valore quanto più grande
è il bagaglio di conoscenze e di sapere
del filosofo che la utilizza. Emerge qui l’ideale
di intellettuale “a tutto tondo”
presentato da Giovanni: la logica trova contatto
con la realtà attraverso il sapere dell’uomo
che ne fa uso; il saggio deve possedere quindi
sia gli strumenti logici sia le conoscenze scientifiche
adeguate, solo così può arrivare
alla vera conoscenza. Il Metalogicon risulta
inoltre interessante perché contiene
una sorta di riassunto delle opinioni di molti
filosofi contemporanei, in particolar modo sulla
questione degli universali ed anche perché
in esso Giovanni ripercorre il suo personale
percorso di studi, presentandoci quindi in azione
alcuni dei più grandi filosofi dell’epoca
di cui era stato pupillo: Abelardo, Gilberto
Porretano, Guglielmo di Conches.
La filosofia politica
del Policraticus. Il Policraticus può
essere considerato la prima opera che segna
apertamente la nascita di una filosofia
politica nel Medioevo: in un’epoca
in cui si andavano addensando i motivi di conflitto
fra potere temporale ed ecclesiastico, Giovanni
affronta il tema spinoso del rapporto fra i
due poteri proponendo un approccio che tempera
le dottrine tradizionali sulla superiorità
del potere papale con la prassi che vedeva molti
principi riferirsi direttamente all’assemblea
del popolo. La teoria che Giovanni sostiene
è quella classica di un chierico, che
ha lavorato come segretario di vari vescovi,
derivata dall’epistola ai Romani: il potere
spirituale del papa e della chiesa è
superiore ad ogni potere terreno ed è
da questo potere che viene emanata ogni altra
autorità. Esiste un ordine stabilito
da Dio stesso per cui è necessario obbedire
al principe perché egli è ministro
di dio sulla terra, ed il principe stesso deve
conformarsi alla legge divina, per non essere
un tiranno. Per giustificare la sottomissione
del potere temporale a quello spirituale, Giovanni
attinge dalla teoria del potere imperiale elaborata
da Giustiniano (il corpo deve essere governato
dall’anima allo stesso modo in cui il
sovrano deve essere obbediente al pontefice)
e riprende la dottrina delle due spade, quella
materiale e quella spirituale, esposta da Bernardo
di Chiaravalle nel De Consideratione. La
figura del sovrano è centrale nella struttura
del Policraticus: egli è sottomesso all’autorità
spirituale della chiesa ma amministra la giustizia
in nome di Dio e come tale ha il potere di premiare
e punire; oltretutto il principe deve essere
amante della sapienza e deve essere consigliato
nello svolgere il suo compito dagli uomini più
dotti e saggi del suo regno, addirittura Giovanni
auspica che ogni principe abbia accanto a sé
un filosofo saggio come Aristotele. Il principe
è definito inoltre in rapporto al suo
popolo come “padre e sposo dei suoi sudditi”,
teso alla ricerca del bene e dell’equità
per tutti, amato prima che temuto, secondo un’iconografia
che ricorda quella classica degli imperatori
romani. In conclusione il Policraticus è
un testo fondamentale per comprendere la complessa
struttura socio- politica delle società
medievali e può essere considerato come
facente parte integrante della lunga tradizione
degli Specula Principis che continua ininterrottamente
fino a Macchiavelli. (EB)
Bibliografia
Edizioni
Giovanni di Salisbury, Policraticus: Of the
Frivolities of Courtiers and the Footprints
of Philosophers, edizione e traduzione a cura
di C. J. Nederman, Cambridge, 1990.
Giovanni di Salisbury, Metalogicon, edizione
a cura di J.B. Hall, Turnhout 1991 (CC, 98)
Studi
M. Dal Pra, Giovanni di Salisbury, Milano 1951.
L. Bianchi, Introduzione a Giovanni di Salisbury,
1984.
L. Bianchi, Policraticus. L’uomo di governo
nel pensiero medievale, Milano 1984.
G. Dotto, Giovanni di Salisbury: la filosofia
come sapienza, Assisi 1986.
The World of John of Salisbury, a cura di M.
Wilks, Oxford 1984.
G. Zanoletti, Il Bello come vero alla scuola
di Chartres: Giovanni di Salisbury, Roma 1979.
Risorse on-line
http://www.newadvent.org/cathen/08478b.htm
http://en.wikipedia.org/wiki/John_of_Salisbury
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