Controversia fra
secolari e regolari
Verso la metà del secolo la vita dell’università
parigina è travagliata da una controversia
sorta in relazione all’inserimento degli
esponenti degli ordini
mendicanti nell’Università,
che portò alla creazione, a partire dagli
anni '20, di due cattedre di teologia, quella
dei domenicani e quella dei francescani. L’ordine
dei frati predicatori, fondato da Domenico di
Guzman con il precipuo scopo di far fronte alle
sette ereticali (i catari
in primis), assumeva come compito specifico,
come suggerisce il nome, la predicazione e prevedeva
per i suoi membri un’ampia e approfondita
preparazione culturale (prima di tutto, ma non
solo, nel campo della Sacra Scrittura). Per
questo motivo furono fondati studia in alcune
importanti città, fra cui Parigi.
Diverse sono l’impostazione e le finalità
specifiche rivendicate dall’ordine francescano,
il cui fondatore concepiva la povertà,
intesa nella sua applicazione più rigorosa
come distacco da ogni tipo di realtà
mondana, come elemento basilare e fortemente
caratterizzante della loro scelta religiosa;
questa prospettiva implicava anche il non coinvolgimento
in un’attività come quella dell’intellettuale
di professione. In realtà i Francescani
si insediarono ben presto a Parigi: addirittura
uno dei maestri più importanti della
Facoltà teologica, Alessandro
di Hales, entrò nell’ordine
(1231) e divenne così il primo magister
seguace della regola francescana nell’Università
di Parigi; la cattedra occupata da Alessandro
passò nel 1248 al suo allievo, anch’egli
francescano, Giovanni
de la Rochelle. La cattedra divenne così
di fatto francescana, e alla morte di Giovanni
gli succedette nell’insegnamento Bonaventura
da Bagnoregio.
Nel 1255 un chierico secolare, Guglielmo di
Saint-Amour, con il De periculis novissimorum
temporum, portò un attacco durissimo
alla vita dei regolari (i membri degli ordini
mendicanti sono ‘regolari ’in quanto
sottoposti ad una "Regola" di vita,
come i monaci e i canonici agostiniani, mentre
i ‘secolari’ sono i chierici, insigniti
degli ordini ecclesiastici minori o maggiori
-fino al sacerdozio- ma non soggetti all’autorità
dei superiori e del capitolo monastico), affermando
che essa era contraria alla morale e alla religione.
Nella disputa risultano intrecciarsi problemi
di carattere dottrinale, come il dibattito sul
voto di povertà (l’usus
pauper) e la condanna del gioachimismo,
che aveva trovato ampio consenso soprattutto
all’interno dell’ordine francescano,
con problemi di carattere istituzionale, provocati
dalla decisa ostilità manifestata dai
secolari nei confronti dell’insegnamento
dei regolari, che, legati dal voto dell’obbedienza
ai propri superiori, rappresentavano una minaccia
all’autonomia della corporazione universitaria.
Nonostante l’attacco sferrato dal Saint-Amour,
il papa confermò nel 1256 il diritto
dei domenicani e francescani di mantenere le
loro cattedre teologiche, che furono occupate
rispettivamente da Tommaso
d’Aquino e Bonaventura da Bagnoregio.
(PB)
Bibliografia
Testi
Guglielmo di Saint Amour, De periculis novissimorum
temporum, in Opera Omnia, Constance 1632.
Studi
M.-D. Chenu, La teologia come scienza. La teologia
nel XIII secolo, trad. a cura di G. Penco, Milano
1971 (Teologia).
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