Commentatori bizantini
di Aristotele
I primi commenti.
La ricezione del corpus aristotelico nel mondo
bizantino ebbe una storia del tutto diversa
rispetto a quella del mondo occidentale. Se
nel VI secolo si attesta la conoscenza e lo
studio soprattutto delle opere logiche di Aristotele
(Paolo di Nisibi, nestoriano scrisse un commento
al De interpretatione e un’Epitome sulla
logica aristotelica;
Sergio Rasciaina, sostenitore del monofisismo,
tradusse opere di Aristotele e Galeno), è
alla scuola alessandrina di Ammonio che si formano
i più celebri commentatori dell’epoca,
Simplicio e Giovanni Filopono, detto Giovanni
il Grammatico. Giovanni Filopono fu il primo
cristiano a commentare Aristotele, ed i suoi
testi furono conosciuti ed utilizzati anche
nel mondo latino, sebbene tardivamente (Guglielmo
di Moerbeke tradusse alcune parti del commento
al III De anima nel 1268). Fu autore di commenti
alle Categorie, agli Analitici Primi e Secondi,
al De generatione et corruptione, alla Phyisica,
alle Meteore; del De anima commentò i
primi due libri, scrivendo poi un trattato Sull’intelletto
che prende le mosse dalle problematiche del
III del De anima. Da cristiano, scrisse anche
l’Eternità
del mondo contro Proclo sfidando le tesi
aristoteliche con argomenti ripresi successivamente
dagli arabi e, nel XIII secolo, da Bonaventura.
L’elemento che maggiormente caratterizza
il suo pensiero è indubbiamente l’ispirazione
neoplatonica, che anima il tentativo da lui
messo in atto di stabilire una conciliazione
tra Aristotele e Platone. Questo atteggiamento
è costante nella produzione filosofica
bizantina: diversamente dal mondo latino, che
conobbe la maggior parte delle opere platoniche
in età umanistica, gli intellettuali
bizantini ebbero ben presto accesso agli scritti
del più celebre discepolo di Socrate,
che segnarono profondamente la loro speculazione.
I commenti del XII sec.
Una simile tensione è presente infatti
anche nella produzione filosofica più
tarda, quella dei commentatori di Aristotele
che nel XII secolo costituirono un circolo intorno
ad Anna Comnena, i cui esponenti più
noti furono Eustrazio di Nicea (c.1050-1120)
e Michele di Efeso (fl. 1110 ca.). Teologo ufficiale
di corte, Eustrazio scrisse un commento al libro
II degli Analitici Secondi, ai libri I e VI
dell’Etica Nicomachea. Fu condannato da
un sinodo per aver sostenuto tesi eretiche nella
sua cristologia, ma soprattutto per aver utilizzato
argomentazioni logiche nel tentativo di confutare
«gli Armeni ed i Manichei o Bogomili»,
affidando così la riflessione teologica
agli esiti di argomentazioni dialettiche di
stampo aristotelico. Una sorte simile era capitata
a Giovanni Italos (fl. 1055 circa), già
direttore della scuola di Costantinopoli e poi
rimosso dall’incarico per aver sostenuto
una forma di aristotelismo platonizzante, che
se da un lato riconosceva nuova autonomia alla
filosofia, dall’altro ne utilizzava gli
strumenti per discutere temi strettamente teologici
quale quello dell’Incarnazione. Dell’altro
appartenente al circolo della Comnena, Michele
di Efeso, ci è pervenuto un numero piuttosto
consistente di commenti alle opere aristoteliche,
anche se talvolta in forma frammentaria, come
è il caso della Metaphyisica, mentre
completi sono quelli al De animalibus, ai Parva
Naturalia, e alle Confutazioni Sofistiche, in
un primo tempo attribuito ad Alessandro di Afrodisia,
mentre il commento alla Politica, di cui ci
sono pervenuti solo stralci, sembra essere andato
perduto. Come Eustrazio di Nicea, Michele compose
anche un commento all’Etica Nicomachea,
in particolare ai libri V, IX e X; nelle Università
latine questi due testi furono conosciuti attraverso
la traduzione di Roberto
Grossatesta: Eustrazio, fino agli anni ’50
del XIII secolo, era noto nelle Università
occidentali come il «Commentator»
dell’Etica. (PB)
Bibliografia
Testi
Eustratii et Michaelis et anonyma in Ethica
Nicomachea commentaria, a cura di G. Heylbut,
Berlin-New York, ristampa dell’edizione
Berolini: Typis et impensis Georgii Reimeri
1892 (latino-greco).
Studi
Per un primo orientamento, sebbene non centrato
sull’aristotelismo, ma più in generale
sugli studi filosofici a Bisanzio, può
risultare utile il capitolo ‘La filosofia
a Bisanzio’ del manuale curato da A. de
Libera, Storia della filosofia medievale, Milano
1995 (Biblioteca di cultura Medievale).
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