Filosofia cristiana
Distaccandosi dalla formazione neo-tomista, il più grande
studioso della filosofia medievale nel Novecento, Étienne
Gilson, elaborò un’interpretazione della filosofia
medievale come ‘filosofia cristiana’, intendendo con
ciò l’attività razionale in quanto esercitata
da pensatori cristiani. L’idea di filosofia cristiana metteva
l’accento sulla novità dei temi di riflessione con
cui i filosofi ebbero da cimentarsi nel confronto con la tradizione
classica (non più solo con Aristotele), e sulle diverse fasi
storiche e modalità di questo confronto; inoltre ampliava
i termini cronologici della filosofia medievale. Entrambe queste
caratteristiche possono essere colte nella struttura del manuale
compilato da Gilson, che divenne il modello storiografico nel secondo
dopoguerra, rimanendo tale fino agli anni ’90. L’idea
di filosofia cristiana divenne il fulcro di un importante dibattito
fra le due guerre ed ebbe come ricaduta il dilatarsi e l’approfondirsi
delle ricerche su tutto l’arco temporale e su tutti gli autori,
testimoniata dalla rivista fondata dallo stesso Gilson, le Archives
d’Histoire Doctrinale et Littéraire du Moyen Âge.
Fra gli studiosi di rilievo che accolsero questa concezione occorre
segnalare almeno Paul Vignaux e, in Italia, Sofia Vanni Rovighi.
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