La nascita delle università
Nel XIII secolo, con l'affermarsi delle corporazioni, il "mestiere"
dell'intellettuale dette luogo ad una propria corporazione, detta
universitas scholarium, l'università. In poco tempo le corporazioni
di maestri e studenti assunsero il monopolio dell'insegnamento,
sostituendo nelle città le scuole cattedrali, e gettando
sulle scuole monastiche l'ombra di residui del passato. Tuttavia
la nascita delle università non si verificò dappertutto
allo stesso modo: a Bologna si formò un' associazione di
soli studenti, a Parigi di studenti e professori ("universitas
magistrorum et scolarium Parisiensium"), a Napoli venne fondata
nel 1224 per iniziativa di Federico II. La corporazione degli intellettuali
costituiva in ogni sede un gruppo sociale vasto e omogeneo, prima
di tutto dal punto di vista di genere: le donne, che nell’istituzione
monastica avevano come gli uomini accesso alla cultura, non erano
invece ammesse nelle università. Docenti e studenti erano
infatti generalmente insigniti degli ordini ecclesiastici minori
(‘chierici’), anche se non legati dai voti né
soggetti alla disciplina monastica. In questo ambiente maschile
e celibatario, marginale rispetto alla vita produttiva e ai rapporti
sociali della nascente borghesia cittadina, nasce il fenomeno della
goliardia; le innovazioni culturali fermentano in un clima vivace
che include anche aspetti di contestazione e di violenza, portando
fino a clamorose manifestazioni come lo sciopero del 1229-31, quando
gli studenti parigini si trasferirono in massa ad Oxford, dove non
era proibito far lezione sui testi di Aristotele, favorendo così
lo sviluppo della più antica università inglese. |