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La filosofia nell’islam orientale

La rapidissima espansione dell’islam dall’Arabia, dove Maometto aveva predicato (622-32), verso il Mediterraneo, la costa nord-africana e l’estremo Oriente, mise i musulmani a contatto con la cultura classica dei cristiani ed ebrei che vivevano nei territori conquistati, in particolare negli ex possedimenti bizantini. Ad essi, in quanto ‘popoli del libro’, i musulmani garantirono protezione e tolleranza, assimilandone selettivamente quella parte della cultura classica che risultava loro nuova: la scienza e la filosofia greca (la letteratura e il diritto presentavano scarsi motivi d’interesse, data l’esistenza di una letteratura pre-islamica in arabo e il radicamento della vita sociale nel Corano). Lo stesso atteggiamento fu adottato nei confronti della civiltà harraniana, attraverso la quale l’islam recepì una letteratura cosmologico-astrologico-magica d’origine orientale che venne attribuita alla ‘rivelazione’ di Ermete Trismegisto. Sotto il primo califfato, quello degli Omayyadi (660-750), prevalse l’assimilazione attraverso l’opera di traduttori; ma a partire dal califfato abbaside (750-861), con la fondazione della Casa della Sapienza nella nuova capitale Baghdad, iniziò un’opera di riflessione sul rapporto fra la rivelazione coranica e la filosofia greca, cui dette un impulso fondamentale il circolo intellettuale gravitante attorno ad al-Kindi. Contemporaneamente nasceva una riflessione razionale autonoma sul Corano (kalam), che si contrapponeva all’interpretazione strettamente prescrittivo-legale, ed iniziava a formarsi il sufismo, movimento mistico che avrebbe avuto in seguito anche elaborazioni filosofiche. Sotto i califfi successivi (fino al 1055) l’eredità della filosofia greca continuò ad essere elaborata in Oriente in lingua araba e persiana; i filosofi ‘ellenizzanti’ di quest’epoca (al-Farabi, Ibn Sina latinizzato in Avicenna, al-Ghazali) avrebbero avuto un’influenza notevole sulla filosofia latina di età scolastica. Il rapporto fra filosofia e teologia è centrale in tutto il pensiero islamico orientale, i cui contributi originali alla filosofia possono essere così sintetizzati: lo sviluppo del kâlam (teologia razionale che si sviluppa nella stessa epoca della fioritura occidentale della dialettica); l'elaborazione di una filosofia/teologia neoplatonica e la sua armonizzazione con la metafisica aristotelica (in particolare la cosmologia emanatistica), che trasmettono all'Occidente latino un pensiero greco profondamente modificato e, con Avicenna, innestano su questa immagine del mondo temi dell'angelologia mazdea ; i diversi tentativi di elaborare una logica non aristotelica (di essi arriverà in Occidente solo quello di al-Ghazali). Di particolare rilievo sono inoltre le elaborazioni sulla conoscenza profetica.

L'Islam orientale
Università di Siena - Facoltà di lettere e filosofia
Manuale di Filosofia Medievale on-line

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