Universit� di Siena
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    Kyneos noos. Il cane e il femminile mella cultura della Grecia antica

    Abstract tesi di dottorato di Cristiana Franco

    Questa ricerca ha un punto di partenza ben preciso, che è costituito da Esiodo. Secondo il racconto degli Erga, infatti, allorché Zeus decise di inviare agli uomini il suo ambiguo dono, Pandora, Hermes intervenne per insediare in quel corpo animato un "kyneos ... noos", una mente canina.
    Proprio partendo da questo singolare sintagma, e dai problemi che esso suscita, Cristiana Franco intraprende un lungo viaggio attraverso l'immaginario "canino" dei Greci, e il loro modo di concettualizzare questo animale così addentro nella società degli uomini. La ricerca si presenta in verità talmente ricca, ramificata e complessa che qualsiasi sintesi finisce inevitabilmente per mettere in ombra parti o sezioni che in realtà meriterebbero di essere ricordate.
    L'idea portante del lavoro è comunque la seguente: la 'cagneria' attribuita a Pandora, e con lei a tutte le donne, non può che essere spiegata nell'ambito della ricchissima serie di elaborazioni simboliche costruite - in positivo e in negativo - sulla figura del cane. Per limitarci a riassumere solo le principali, "kyon" come insulto, alcune figure di 'cagne' inquietanti come Erinni e Baccanti, il patto di commensalità che lega l'uomo al cane, il suo rovescio nella necrofagia del cane, la follia del cane, e così di seguito: attraverso questo lungo, complesso ed articolato percorso, nell'ultima parte della ricerca si torna quindi ad affrontare il problema da cui essa era partita: perché i racconti fondativi della misoginia greca sono racconti sulla 'cagneria' delle donne? L'intersezione è molto profonda e difficile da seguire in tutte le sue possibili ramificazioni.
    Cristiana Franco riesce comunque a individuarne il motivo di questa sovrapposizione donna / cane in almeno due fattori fondamentali:
    - in primo luogo il parallelismo di posizione, per cui la figura della donna e quella del cane sono entrambe concepite come figure di "philoi" subordinati, dai quali ci si aspetta devozione, affetto, solidarietà esclusiva;
    - la forte 'ruolizzazione' valida sia per la donna che per il cane, ossia l'attribuzione sia alla donna che al cane di una serie di qualità e di comportamenti stereotipi, che entrambi sono vincolati a rispettare.
    Questa ricerca costituisce un contributo importante alla comprensione di un aspetto non secondario dell'immaginario e della cultura greca. La ricerca riguarda infatti non solo il mondo degli animali (settore culturale che sta peraltro suscitando un interesse sempre maggiore), ma anche quello del "femminile" e della posizione della donna nella cultura greca: un tema che come si sa ha ricevuto e ancora riceve una straordinaria quantità di attenzione da parte di studiosi di tutto il mondo.