Nella prima metà del Quattrocento l'eredità di Bartolo e di Baldo è raccolta da una folta schiera di docenti, tra
i quali emergono alcuni discendenti dei due grandi giuristi trecenteschi, soprattutto del secondo, e inoltre
Benedetto Barzi, Giovanni Montesperelli, Angelo Perigli, Baldo Bartolini. A partire dalla metà del quindicesimo
secolo la scuola giuridica perugina, pur non abbandonando mai il riferimento al magistero di Bartolo, inizia ad
arricchirsi delle nuove prospettive umanistiche. L'insegnamento del diritto civile è illustrato da personalità
come quelle di Filippo della Corgna e di Baglione Vibi, attivo a Perugia per quasi tutta la seconda metà
del secolo.
Anche nel corso del Cinquecento, durante il lungo periodo di crisi e di traformazione dell'ordinamento
istituzionale, gli insegnamenti di diritto restano quelli per i quali lo Studio appare agli osservatori "abondante
e florido" (il giudizio è di Pietro Aretino); i giuristi, primi sempre fra i lettori nell'ordine delle
precedenze, occupano i vertici della società cittadina, ricoprono uffici importanti nella città e nello
Stato, sono chiamati ad insegnare in altri Studi e svolgono intensa attività di consulenti.
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Benché non del tutto chiusi ai nuovi orientamenti della scienza giuridica, e attivi nelle numerose accademie
che animano il panorama della cultura cittadina, i giuristi perugini restano saldamente legati alla tradizione
della scuola trecentesca. Con questa fisionomia, continuano a rappresentare un importante punto di riferimento
culturale. Alberico Gentili, addottoratosi a Perugia nel 1582, li propone all'ammirazione dei suoi studenti di
Oxford come esponenti della moderna fioritura della scienza giuridica italiana, negando che essi, per essere seguaci
del mos Italicus, non siano aperti alla cultura letteraria e filosofica: "Non sono forse i giureconsulti
perugini sufficientemente eleganti e versati in altre discipline? E vissero mai o vivono nel mondo giureconsulti
di più solida scienza? Io mi schiero con i miei Perugini, e sono del tutto d'accordo con loro". A Perugia, il
Gentili era stato allievo di alcuni fra i più grandi maestri del tempo: Giovan Paolo Lancellotti, grandissimo
come canonista, Marcantonio Eugeni, Rinaldo Ridolfi. E tutto il Cinquecento è ricco di nomi di giuristi
illustri: da Guglielmo Pontano, Giulio Oradini, Ristoro Castaldi, Bernardino Alfani, Sforza Oddi, Marcantonio Severi.
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