Michele Scoto
Probabilmente d'origine scozzese, vissuto tra
il 1175 e il 1236 circa, fu astronomo, medico
e alchimista alla corte di Federico II. E’noto
soprattutto per la sua opera di traduttore,
che svolse sia a Toledo che in Sicilia, di molti
testi scientifici arabi, tra i quali il trattato
La sfera di Alpetragio; grazie alla sua competenza,
buona parte del corpus aristotelico, comprendente
la Metaphysica, la Physica, il De coelo, il
De anima, il De animalibus (solo l’Historia,
il De partibus e il De generatione animalium,
dedicato a Federico II), fu resa disponibile
in latino insieme al commento di Averroè,
che, come sappiamo, segnò profondamente
l’interpretazione dei filosofi e dei teologi
del XIII secolo (averroismo
latino). Fu anche autore di opere originali,
come il Liber introductorius, che presenta spiccati
interessi magici
e astrologici,
basato prevalentemente su fonti arabe, e l’Ars
alchimiae, oltre che un Commento sul Trattato
De sphera di Giovanni da Sacrobosco. Questi
aspetti della sua produzione scientifica gli
valsero l’appellativo di ‘mago’e
la collocazione nell’Inferno dantesco
(Canto 20, 115-117). (PB)
Bibliografia
Edizioni
Commento sul De Sphera: The Sphere of Sacrobosco
and its Commentators, a cura di L. Thorndike,
University of Chicago Press, Chicago 1949.
L’arte dell’Alchimia: The texts
of Michael Scot’s Ars Alchimiae, a cura
di S. H. Thomson, in Osiris, V (1938).
Studi
R. Manselli, La corte di Federico II e Michele
Scoto, in Atti del convegno internazionale L’averroismo
in Italia, Roma, Accademia nazionale dei lincei
1979.
Le scienze alla corte di Federico II, a cura
di V. Pasche, Leiden, Brill 1994.
Federico II, a cura di P. Toubert e A. Paravicini
Bagliani, Palermo, Sellerio 1994 (3 voll.: Federico
II e il mondo mediterraneo; Federico II e le
scienze; Federico II e le città italiane).
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