Ricercare
La facile etimologia del nome ‘ricercare’ dice chiaramente
come all’origine di tale forma musicale sia il concetto di sperimentare
sino in fondo le possibilità tecniche ed espressive di un determinato
strumento, e, al contempo, l’idea della ricerca, appunto, di
nuove e significative soluzioni compositive. In principio (primi del
sec. XVI), la denominazione indica certamente brevi brani per liuto
o strumento a tastiera, il cui carattere improvvisativo e preludiante
si manifesta nella contrapposizione di rapide figurazioni scalari
a regolari scansioni accordali; ovviamente di stile idiomatico, tali
composizioni possono talora accogliere – in specie negli esempi
dotati di maggiore ampiezza – anche passaggi in imitazione,
pur senza che tale tecnica vi sia assunta come elemento strutturante.
La presenza del ricercare strumentale in vari trattati didattici è
ulteriore dimostrazione della sua validità quale esercizio
di invenzione ed elaborazione melodica e non soltanto di affinamento
delle capacità tecnico-esecutive. Sin dal quarto decennio del
secolo, però, questa sorta di ricercare rapsodico è
già prossima a cadere in disuso; sempre in Italia, si impone
allora un tipo di ricercare imitativo, paragonabile per molti aspetti
alla fantasia: derivato dal progressivo sviluppo dei passi in stile
imitativo presenti nel ricercare rapsodico o piuttosto esemplato sul
mottetto – del quale costituirebbe
in certo modo, per gravità di atteggiamento e rigore contrappuntistico,
l’equivalente strumentale –, è costituito da sezioni
in ognuna delle quali un soggetto diverso è elaborato contrappuntisticamente
(rispetto al mottetto, il ricercare utilizza un minor numero di temi,
la cui elaborazione è però più estesa; queste
peculiarità ne fanno in certa misura un precorritore della
fuga classica).
Carattere di maggiore austerità ha il ricercare
monotematico, forma ritenuta oltremodo arcaica e severa, di
cui gli esempi conclamati compaiono nell’ultimo decennio del
Cinquecento; proprio la configurazione monotematica favorisce in esso
il dispiegamento dei più raffinati artifizi contrappuntistici.
Che sia strutturato su un solo tema, o che sia politematico, il ricercare
resta un saggio magistrale di sapiente scrittura polifonica anche
quando, nella seconda metà del Seicento, il suo declino diviene
ormai evidente. Relegato nella mera funzione di raffinato esercizio
contrappuntistico, monumento pietrificato della civiltà musicale
italiana cinque-seicentesca, il ricercare, nel secolo XX, è
recuperato dai quei compositori che, ispirati dalle poetiche neoclassicistiche,
ne fanno l’oggetto di una libera rivisitazione. (GMa)