Linea dorata

Roberto Kilwardby

Teologo appartenente all’ordine domenicano, fu arcivescovo di Canterbury dal 1272, poi cardinale; morì nel 1279. A lui si ascrive la proibizione formulata il 18 marzo del 1277 a Oxford (pochi giorni dopo l’analoga, ma più ampia, condanna promulgata a Parigi da Tempier) che colpì una serie di proposizioni derivanti dalla nuova filosofia aristotelica ritenute in contrasto con la fede (condanne di Aristotele). Il divieto sancito dall’arcivescovo di Canterbury condannava, tra le altre, la tesi della presenza nella materia di una qualche potenza attiva e quella dell’unicità della forma sostanziale nell’essere umano. Si interessò di grammatica e logica; propose una teologia influenzata in modo significativo dal pensiero agostiniano, in opposizione a quella proposta da Tommaso d’Aquino. Particolarmente noto è il suo De ortu scientiarum, che ricorda l’opera di Domenico Gundisalvi (Gundissalino), dove si propone una classificazione delle scienze, che si presenta come un’introduzione allo studio della filosofia al momento dell’ingresso del nuovo sapere aristotelico nelle Università. (P. B.)

Bibliografia

Edizioni
De ortu scientiarum, ed. A. G. Judy, London-Toronto 1976

Studi
On time and Imagination (De tempore, De spiritu fantastico), cur. P. Osmund Lewry, Oxford 1987 (Auctores Britannici Medii Aevi)

Risorse on-line
http://www.newadvent.org/cathen/08644a.htm
http://home.sandiego.edu/~macy/Robert%20Kilwardby.htmlS

Università di Siena - Facoltà di lettere e filosofia
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