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Armonizzazione

Nella sua origine il principio dell’armonizzazione appare come un prodotto storico del contrappunto, ovvero come una derivazione e semplificazione delle leggi della conduzione delle parti codificate nelle tecniche contrappuntistiche. Questo principio tuttavia rappresenta anche una emancipazione dalle regole del contrappunto, dal momento che prevede la sottomissione ad altri princìpi strutturali, ritenuti in un certo momento più efficaci dal punto di vista della composizione e della sua coerenza. Ciò si riconnette quindi con l’emergere e il consolidarsi di una sensibilità armonica (a partire dal XVII secolo). Così all’attenzione per l’indipendenza delle diverse voci subentra il principio esattamente opposto: quello della gerarchizzazione delle parti (voci principali, voci secondarie, basso fondamentale ecc.). Si crea così, al di sotto di una voce principale posta in evidenza, uno sfondo sonoro dove risulta meno rilevante il decorso delle singole linee orizzontali rispetto alla verticalità, cioè alla simultaneità dei suoni, organizzati in accordi.

Semplificando, nel procedimento compositivo dell’armonizzazione una serie di voci vengono organizzate in modo da fungere da accompagnamento di una o più voci principali, mantenendo una posizione secondaria che le determina come sfondo, ma anche instaurando con ciò che emerge in primo piano un rapporto strutturale fondamentale. Al punto di vista orizzontale del contrappunto, per il quale è preponderante l’indipendenza delle voci e il loro decorso lineare, corrisponde nel procedimento dell’armonizzazione il punto di vista verticale, ovvero la preminenza dell’accordo, inteso come complesso sonoro di note sovrapposte o meglio della triade (accordo formato dalla sovrapposizione di terze) e della relazione tra gli accordi stessi. In questo mutato contesto, nell’epoca dell’armonia tonale, sono tuttavia ancora i concetti di “consonanza” e “dissonanza” a regolare il processo armonico di una composizione. Per lungo tempo le regole della conduzione delle voci sono restate in buona parte valide anche per il decorso delle armonie, dal momento che ogni successione armonica di accordi può essere interpretata strutturalmente anche come sovrapposizione di voci diverse; questa struttura resta per lo più latente, ma può in ogni momento tornare a porsi in primo piano. Il principio dell’armonizzazione non esclude quindi il principio del contrappunto, per quanto tendenzialmente ne limiti la portata, per conferirgli un ruolo secondario. (ACe)

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