CERBONI Barbara
STUDIO DI ENZIMI DEL CATABOLISMO DI NAD E
LORO IMPLICAZIONE IN PARTICOLARI FENOMENI CELLULARI (PATOLOGIE E MORTE
CELLULARE PROGRAMMATA)
Il progetto di ricerca che presento
riguarda lo studio del catabolismo di nucleotidi piridinici in sistemi
di controllo, in patologie umane e in stati cellulari indotti (apoptosi).
L’NAD, più importante nucleotide piridinico, è il
principale coenzima delle reazioni di ossidoriduzione; ultimamente gli
sono stati riconosciuti ulteriori importanti ruoli nell’economia
della cellula. L’NAD è infatti substrato di enzimi coinvolti
nei processi di riparazione e di replicazione del DNA (poli-ADPRpolimerasi:
PARP-1), nella ADPribosilazione delle proteine (ADPR transferasi), nell’ingresso
di NAD nella cellula e nella regolazione del rilascio del calcio intracellulare
(CD-38, ADPRciclasi). In particolare è stato dimostrato che il
turn-over del NAD dipende strettamente dall’attività della
PARP-1 e quindi questo enzima risulta un importante regolatore della
concentrazione di NAD intracellulare.
Variazione dei livelli di NAD sono state descritte in un certo numero
di patologie caratterizzate da deficienze di tipo purinico, da difetti
della riparazione dei danni del DNA, nella leucemia, nel cancro delle
ovaie, ecc…Il NAD inoltre, come substrato della PARP-1, è
coinvolto nei processi di morte cellulare programmata.Il mio progetto
si inserisce in questi studi allo scopo di verificare se e quando la
variazione di contenuto in NAD dipenda dalle attività cataboliche
che lo riguardano o dalle attività di sintesi già studiate
dal nostro gruppo. In pratica mi occuperò dello studio delle
attività enzimatiche che portano alla rottura del NAD a livello
del legame N-glicosidico in modo aspecifico o in modo specifico, prendendo
in esame, fra le varie possibilità, la PARP-1. Mi riferirò
quindi ad una generica rottura del NAD, calcolando la sua scomparsa
in varie condizioni, come attività NADglicoidrolasica (NADasi),
e alla utilizzazione del NAD per la produzione di poliADPR, come attività
PARP.
Obiettivi di massima del progetto di ricerca saranno:
studio dell’attività degli enzimi di degradazione del NAD
(NADasi, PARP-1) in condizioni fisiologiche e patologiche sia in eritrociti
che in cellule nucleate umane
studio della correlazione PARP-1/apoptosi
Primo anno
Durante il primo anno si svilupperà un approccio critico alla
bibliografia riguardante il progetto di ricerca. Saranno perfezionate
le competenze tecniche necessarie per lo sviluppo della tesi. In particolare,
saranno allestite colture di linfociti e di fibroblasti, verrà
incrementata l’esperienza già acquisita nell’utilizzo
di vari tipi di cromatografia, come quella su strato sottile (TLC) o
ad alta pressione (HPLC), indispensabili per la determinazione dei livelli
di nucleotidi e delle attività enzimatiche.Verranno ultimati
i metodi di dosaggio degli enzimi che portano alla sintesi di NAD in
cellule nucleate e saranno effettuati studi preliminari per la messa
a punto delle metodiche per la rivelazione delle attività enzimatiche
che portano alla degradazione di NAD. I sistemi sperimentali saranno
lisati cellulari di eritrociti e cellule nucleate come fibroblasti e
linfociti. nei quali verranno dosate l’attività enzimatica
specifica e i livelli dei nucleotidi. Verranno scelti e applicati i
test per l’elaborazione statistica dei risultati ottenuti.
COLINON Céline
“Dottorato di Ricerca in Scienze Biochimiche
e Microbiologiche”
Field : “Microbial Drug Resistance”
CHARACTERISATION OF MOBILE METALLO-BETA-LACTAMASES
DETERMINANTS FROM CLINICAL PATHOGENS : GENETICS, TRANSFERABILITY, AND
PHYSIOLOGICAL ASPECTS.
- phD supervised by Prof. Gian Maria
Rossolini (Dept Biologia Moleculare-Polyclinico “Le Scotte”-Siena)
INTRODUCTION
Metallo-beta-lactamases (MBL) are
beta-lactamases that hydrolyse the C-N bond of beta-lactams rings with
help of Zn(II) cofactor(s). MBL are of great concern in the field of
bacterial drug resistance and could be considered as one of the major
threats of the 21st century :
- because of their great efficacy to hydrolyse carbapenems, often used
as last resort antibiotics for treatment of multidrug resistant strains,
and to hydrolyse mechanism-based inactivator (tazobactam, sulbactam)
- because of the recent emergence of MBL-encoding genes integron-borne
and/or plasmid-mediated (blaIMP, blaVIM), capable of horizontally spreading
among nosocomial strains of Enterobacteriaceae, Pseudomonads or Gram-negative
non fermenters
So far, nearly 13 variants of blaIMP and 6 of blaVIM have been characterised,
but other MBL mobile determinants or/and variants could exist. Moreover,
the transferability/propagation of IMP and VIM determinants and their
interaction with other resistance mechanisms aren’t well studied.
To improve our knowledge in the field of bacterial drug resistance and
the control of its dissemination, the objectives of this phD project
will be the investigation of the genetic background of mobile MBL, the
understanding of the mechanisms underlying their mobility and the investigation
of MBL interaction with other resistance mechanisms (outer membrane
permeability, other beta-lactamases).
I-PROJECT OF THE FIRST YEAR OF PHD
: GENETICS ASPECTS
Molecular epidemiology of mobile
MBL should help to understand their clinical relevance. We hope to discover
new variants of mobile MBL or already existing variants never described
in other species, and to investigate their clonal relationships to understand
their spread or their origin (some species could be a reservoir).
Suspicious clinical isolates could be investigated for presence of mobile
MBL with help of current screening technics. blaIMP- and blaVIM-related
variants as well as new MBL variants could be detected and characterised
at the molecular and/or biochemical level in order to assign it in the
beta-lactamase classification. Expression in vivo into E.coli and P.aeruginosa
could also be investigated (models need to be developped).
II-FOLLOWING YEARS : TRANSFERABILITY AND PHYSIOLOGICAL ASPECTS
Mechanisms of transferability, interplay
with other resistance factors.
PS : please consider that part
II of the PhD program could be done at any time and that part I could
be prolongated until end of the PhD depending on the established collaborations
and on the supply of MBL positive strains.
DI MARCELLO Federica
CARATTERIZZAZIONE DI NUOVI ANTIGENI DI NEISSERIA MENINGITIDIS UTILIZZANDO
COME MODELLO E.COLI
Neisseria meningitidis, diplococco
gram-negativo aerobio, è un patogeno esclusivamente umano il
cui habitat naturale è rappresentato dalla membrana mucosale
del nasofaringe. In particolari condizioni meningococco è in
grado di superare la barriera epiteliale e raggiungere il sangue, causando
setticemia, o superare la barriera emato-encefalica e provocare meningite.
Attualmente la somministrazione di antibiotici quali penicillina e rifampicina
costituisce il trattamento di elezione per la cura della meningite,
ma il mezzo più promettente nella prevenzione della morbidità
e mortalità associate alle infezioni meningococciche è
rappresentato dai vaccini. Il progetto MenB, nato con l’obiettivo
di identificare degli antigeni nuovi come componenti di un vaccino contro
meningocco B, efficace contro i diversi ceppi, si è basato sull’analisi
del genoma di meningococco ed ha utilizzato l’analisi in silico
della sequenza genomica per identificare i potenziali antigeni candidati
per un vaccino.
Il mio programma di dottorato consiste nello studio di antigeni interessanti
(perché capaci di indurre anticorpi battericidi, adesine, tossine…)
identificati dall’analisi computazionale, partendo dal clonaggio
dei geni in E. coli, quale sistema ospite, valutando l’espressione
delle proteine sia in forma nativa che come fusioni che come forme mutanti
e procedendo alla loro caratterizzazione funzionale.
Attualmente mi sto dedicando alla caratterizzazione di due degli antigeni
identificati dall’analisi in silico del genoma di meningococco:
NadA, una nuova adesina di N. meningitidis, e NMB1343, una proteina
con attività ADP-ribosiltransferasica.
NadA (Neisseria adhesin A), antigene in grado di evocare anticorpi battericidi
e presente nella quasi totalità degli isolati di ceppi ipervirulenti,
possiede elementi strutturali altamente simili a YadA, adesina implicata
nella virulenza di Yersinia enteropatogenica, e UspA2, proteina di superficie
di Moraxella catarrhalis coinvolta nella resistenza al siero. Analogamente
a YadA ed UspA2, anche NadA forma oligomeri ad alto peso molecolare
ancorati alla membrana esterna di meningococco, stabili alla denaturazione
al calore in presenza di SDS e in condizioni riducenti. Inoltre NadA
risulta in grado di legare in vitro le cellule epiteliali. In E. coli,
quando il gene è clonato come “full-lenght”, la proteina
espressa mostra lo stesso comportamento osservato in meningococco, in
quanto forma oligomeri sulla superficie del batterio e conferisce ai
batteri ricombinanti la capacità di aderire alle cellule epiteliali.
La proteina espressa come delezione del dominio di ancora di membrana
(NadA-c) risulta solubile e, inaspettatamente, viene rilasciata nel
supernatante di coltura.
Il secondo antigene NMB1343, il cui gene è posto all’interno
del complesso multienzimatico della piruvato-deidrogenasi, tra i geni
che codificano per le subunità E2 ed E3, è stato identificato
dall’analisi computazionale del genoma di MC58 usando motivi aminoacidici
specifici per tossine ad attività ADP-ribosilasica e su questa
base si è rivelato omologo alla tossina termo-labile di E. coli
(LT) ed alla tossina colerica (CT). La proteina presenta, inoltre, delle
omologie con regioni che sono state dimostrate importanti per l’attività
enzimatica in altre tossine con attività ADP-ribosiltrasferasica.
In particolare due acidi glutammici e un’ arginina, tipici di
transferasi arginina-specifiche e di enzimi ad attività NAD-glicoidrolasica
sono oggetto del nostro studio. Saggi in vitro hanno confermato per
la proteina ricombinante rNMB1343 sia attività ADP-ribosiltransferasica
che NAD-glicoidrolasica, così come attività di auto ADP-ribosilazione
ed hanno dimostrato che l’aminoacido accettore dell’ADP-ribosio
è l’arginina. Un’analisi del locus genico suggerisce
che i geni codificanti per NMB1343 ed E3 potrebbero essere co-trascritti.
Primo anno
Per quanto riguarda il primo antigene, NadA, lo scopo è quello
di studiare il meccanismo di trasporto in membrana, il processo di oligomerizzazione
della proteina, e di mappare il dominio di legame alle cellule epiteliali.
Inoltre, un aspetto interessante è indagare il meccanismo con
cui la proteina viene rilasciata nel supernatante di coltura quando
è privata dell’ipotetica ancora di membrana, per capire
se il processo è autonomo o mediato da un sistema di secrezione
diverso, comune sia a E. coli che a meningococco. La domanda è
quindi se l’informazione necessaria all’export di NadA in
superficie sia contenuta nell’ancora di membrana, come nel caso
delle proteine “autotransporter”, o sia invece racchiusa
in un’altra regione all’interno della proteina. Si procederà
perciò alla costruzione di mutanti di delezione e alla sostituzione
del dominio di ancora di membrana con quello di altre proteine, già
identificate come “autotransporter”. Relativamente al meccanismo
di rilascio nel supernatante di coltura, uno degli approcci consisterà
nella sostituzione della sequenza “leader” con quella di
altre proteine, note per essere secrete, in modo da avere indicazioni
sulla specificità o meno del fenomeno che interessa NadA. La
progressiva delezione delle porzioni “coiled-coil” della
proteina potrebbe fornire informazioni riguardo al processo di oligomerizzazione.
Inoltre, il processo di oligomerizzazione potrebbe anche influenzare
le proprietà di legame alle cellule, e ciò sarà
valutato saggiando le proprietà adesive di questi mutanti, sia
come proteine purificate sia come cloni di E. coli che esprimono le
diverse forme. Questa analisi ci permetterà di verificare se
è la forma monomerica o quella oligomerica a legare le cellule
epiteliali. Infine, partendo dall’ipotesi che sia la regione N-terminale
della proteina, generalmente riferita come “testa”, ad essere
direttamente coinvolta nel processo di legame alle cellule, delezioni
interne a questa regione potrebbero darci indicazioni sul dominio che
media il legame ad un recettore cellulare.
Per il secondo antigene, NMB1343
è innanzitutto fondamentale cercare di definire la localizzazione
cellulare della proteina in meningococco (citoplasma, periplasma, supernatante
di coltura) sia in condizioni “normali” di crescita, sia
dopo adesione del batterio con le cellule, come importante è
stabilire la localizzazione della proteina ricombinante in E.coli, per
verificare se quest’ultimo possa essere utilizzato come modello.
Data l’attività ADP-ribosilasica della proteina, verificheremo,
attraverso la costruzione di mutanti a livello del Arg e Glu, il ruolo
svolto da questi residui nell’attività enzimatica. Inoltre,
mutazioni a livello dell’arginina potrebbero fornire informazioni
addizionali sul processo di auto ADP-ribosilazione. L’altra domanda
a cui si vorrebbe cercare di dare una risposta è se la proteina
sia in grado in qualche modo di interagire con le cellule e se sia in
grado di provocare in queste alterazioni morfologiche. A tale proposito
saranno saggiate più linee cellulari con lo scopo di individuare
un possibile target.
GIULIANI Francesco
CLONAZIONE E CARATTERIZZAZIONE BIOCHIMICA E STRUTTURALE DI NUOVE ESbL
E/O DI ESbL DI NOTEVOLE INTERESSE CLINICO
Lo scopo di questo progetto di ricerca è
la clonazione e la successiva caratterizzazione biochimica e strutturale
di nuove ESbL e/o di ESbL di notevole interesse clinico.
Il progetto sarà articolato in più fasi:
· “screening” di ceppi clinici provenienti da diverse
aree geografiche, allo scopo di trovare, possibilmente, nuovi determinanti
di resistenza appartenenti alle ESbL.
· Produzione e purificazione di ESbL nuove ritenute di interesse
clinico.
· Caratterizzazione biochimica degli enzimi purificati
· Espressione dei geni in ceppi di laboratorio di E. coli per
valutare l’effetto in vivo.
Le informazioni ottenute da tale ricerca potranno essere importanti
per un’ulteriore comprensione del processo di ampliamento dello
spettro di resistenza, con particolare riferimento allo studio della
localizzazone dei residui aminoacidici importanti a tale scopo; questi
studi rappresentano inoltre un presupposto indispensabile per comprendere
la natura tridimensionale del sito attivo e per sviluppare nuovi inibitori
potenzialmente utili a fini terapeutici.
Primo anno
Nel corso del primo anno di
dottorato, l’attività di ricerca prevederà l’overproduzione
e la purificazione di una o più nuove ESbL, provenienti da ceppi
di interesse clinico.
A questo scopo, sarà determinato il profilo di resistenza agli
antibiotici b-lattamici dei ceppi batterici in esame per mezzo di antibiogramma
e saggio del doppio disco, e, a partire dai ceppi di maggiore interesse,
saranno amplificati mediante PCR i determinanti di resistenza ai b-lattamici.
In seguito alla determinazione della sequenza nucleotidica e aminoacidica
dei prodotti di PCR ottenuti, al fine di ricercare eventuali mutazioni
che differenzino questi enzimi da quelli già caratterizzati,
si procederà all’eventuale clonaggio delle varianti geniche
di nuova selezione in vettori di espressione per la produzione di proteine
eterologhe in ospiti batterici; in particolare, potranno essere utilizzati
vettori di espressione con promotore forte che consentano un’espressione
finemente regolata e di alto livello di geni eterologhi.
La purificazione degli enzimi prodotti sarà svolta mediante tecniche
cromatografiche, in base alle loro caratteristiche strutturali e alla
determinazione del loro punto isoelettrico mediante IsoElectric Focusing
(IEF).
MAGRINI David
IDENTIFICAZIONE DI NUOVI EFFETTORI DELLE PROTEINE
Rap E DETERMINAZIONE DEL LORO RUOLO FUNZIONALE
Lo studio dei meccanismi di regolazione cellulare
da parte di proteine G a basso peso molecolare ed in particolare del
ruolo svolto dalle proteine Rap nei processi di attivazione ed inibizione
cellulare, ha portato all’isolamento ed all’identificazione,
attraverso lo screening di una genoteca di cDNA di placenta umana usando
il metodo del doppio ibrido, della proteina RGL2 appartenente alla famiglia
delle RalGDS. Tale proteina si comporta da effettore per Rap1b ma ha
le caratteristiche di fattore di scambio per proteine della famiglia
Ras, per cui possiede la potenzialità di accoppiare il segnale
di Rap1b con quello di altre piccole GTPasi, svolgendo un’importante
ruolo nella regolazione di diverse funzioni cellulari. Sono già
stati effettuati numerosi studi che hanno parzialmente caratterizzato
a livello funzionale la porzione C-terminale della proteina RGL2.
Alla luce dell’importanza che le proteine G a basso peso molecolare
rivestono nell’ambito dei meccanismi di regolazione di svariati
processi cellulari, gli obiettivi prefissati sono quelli di comprendere
più a fondo la funzione ed il ruolo biologico di RGL2 nei diversi
processi cellulari e di individuare nuovi potenziali effettori.
Il programma sarà svolto sviluppando i seguenti punti:
1) caratterizzazione funzionale di RGL2, in particolare dell’estremità
N-terminale;
2) determinazione della distribuzione tissutale e dei livelli di espressione
di RGL2;
3) ricerca di nuovi effettori per le proteine Rap.
Primo anno
La proteina RGL2 fa parte della famiglia
delle RalGDS ed ha la caratteristica di interagire con Ras, Rap ed altre
proteine G della superfamiglia Ras, costituendone un potenziale effettore.
La proteina é stata isolata mediante lo screening di una genoteca
di cDNA di placenta umana utilizzando il metodo del doppio ibrido e
possiede un’elevata omologia di sequenza con i fattori di scambio
RalGDS, RGL e Rlf, con i quali condivide la presenza nella struttura
di un dominio N-terminale omologo al dominio di scambio del nucleotide
guanilico di CDC25 e di un dominio C-terminale, chiamato Ras Binding
Domain (RBD), coinvolto direttamente nell’interazione con Ras
o proteine Ras simili.
Poichè attualmente é conosciuto ed è in nostro
possesso solo il cDNA della proteina ma non la proteina matura così
come viene espressa nelle cellule, durante il primo anno di dottorato
ci si propone di determinare quale é la distribuzione tissutale
di RGL2 ed eventualmente individuare differenze nei livelli di espressione
fra i vari tessuti.
A tale scopo é stato prodotto un’antisiero immunizzando
dei conigli contro un frammento ricombinante di RGL2 che codifica per
233 aminoacidi C-terminali (RGL2-233). L’antisiero in questione
sarà utilizzato in uno spot-test per analizzare una serie di
estratti proteici di tessuti umani e di linee cellulari, sia sane che
tumorali, dello stesso tipo. I campioni risultati positivi saranno sottoposti
ad elettroforesi bidimensionale ed immunoblotting con l’antisiero.
Successivamente, eventuali spot immunoreattivi saranno sottoposti ad
analisi mediante microsequencing e/o spettrometria di massa atomica,
per verificare l’identità della proteina corrispondente.
Inoltre potranno essere determinati alcuni parametri reali della proteina
nativa, quali punto isoelettrico e peso molecolare, finora solo ipotizzati
sulla base del cDNA. Poichè é previsto l’uso di
cellule tumorali, sarà interessante valutare se esistano differenze
nell’espressione di RGL2 in cellule sane e nelle corrispondenti
linee tumorali. Dai risultati ottenuti potranno essere ricavate preziose
informazioni riguardo al ruolo funzionale di RGL2.
MILLUCCI Lia
SACCHAROMYCES CEREVISIAE COME MODELLO DI CELLULA
EUCARIOTE PER LO STUDIO DEI PROCESSI DI STRESS METABOLICO INDOTTO DA
AGENTI PERTURBANTI ORGANICI E/O INORGANICI
Nell’ambito del presente progetto
di ricerca ci proponiamo di analizzare il proteoma di ceppi di Saccharomyces
cerevisiae precedentemente selezionati. L’analisi del repertorio
proteico espesso (proteoma) della cellula verrà effettuata mediante
elettroforesi bidimensionale computerizzat, una tecnologia messa a punto
da anni nell’unità di ricerca, che consente di separare
in un unico esperimento migliaia di proteine espresse da un singolo
tipo cellulare in un preciso momento della sua vita metabolica.
La medesima tecnologia consente di apprezzare anche come il proteoma
possa variare in seguito a stimoli esogeni o endogeni ai quali la cellula
venga sottoposta consentendo altresì di apprezzare come singole
proteine possano venire modificate post-traduzionalmente a seguito degli
stimoli di cui sopra.
Verrà così effettuata un’analisi comparata dei proteomi
di cellule in diversi momenti della fermentazione, monitorando la concentrazione
di glucosio, ovvero, il suo consumo, la produzione di etanolo (se ceppi
di utilizzo enologico), la produzione di glicogeno e trealoso.
Sarà anche studiata la modificazione progressiva del proteoma
in momenti chiave dela vita cellulare quali il “diauxic shift”,
la fase esponenziale e la fase stazionaria di crescita. Verranno analizzati
vari tipi di syress cellulare e la relativa risposta adattativa quali
la carenza nutrizionale, la carenza o eccesso di ferro, l’eccesso
di etanolo. Le proteine la cui presenza risulterà alterata in
maniera significativa verranno identificate mediante analisi di microsequenziamento
o spettrometria di massa, sfruttando la mole di informazioni sulla struttura
genica derivate dal sequenziamento totale del genoma si Saccharomyces
cerevisiae. Gli stessi campioni di cui sarà analizzato il proteoma
saranno parallelamente studiati tramite NMR in vivo allo scopo di integrare
i dati di proteomica con informazioni sulle vie metaboliche seguite
dalla cellula per indurre l’adattamento cellulare alle varie condizioni
ambientali esogene e/o endogene. L’integrazione tra questi due
approcci sperimentali costituisce un elemento di novità di grande
importanza poiché tale sinergia tecnologica investigativa appare
assi promettente per ottenere una visione globale e quanto più
omnicomprensiva della vita della cellula eucariota. Si prevede che le
informazioni derivanti da questo tipo di studio possano fornire interessanti
delucidazioni anhe sulla risposta allo stress della cellula umana, poiché
sembra che l’adattamento allo stress di quest’ultima non
sia molto dissimile da quello della cellula di lievito.
Primo anno
Nel primo anno di studio ci proponiamo
di caratterizzare e comprendere le risposte adattative di un ceppo di
S. cerevisiae per applicazioni in campo enologico valutandone i cambiamenti
dell’espressione proteica durante la crescita in condizioni di
stress derivante da carenza di glucosio per esaurimento nel mezzo di
coltura,dopo averne caratterizzato la funzionalità metabolica
e il proteoma.
Intendiamo inoltre osservare come il proteoma della cellula si modifichi
in seguito all’esaurimento del glucosio quale unica fonte di carbonio
in un mezzo di coltura, opportunamente modificato in modo da riprodurre
le caratteristiche del mosto naturale.
Il glucosio nel mezzo non verrà repentinamente rimosso ma verrà
osservato come la cellula si adatti nel tempo al progressivo consumo
di nutriente, in maniera analoga a quanto avviene nel processo fisiogico
della vinificazione.Il tutto sarà effettuato mediante elettroforesi
bidimensionale.
STOCZKO Magdalena
PhD supervisor: Prof. G.M Rossolini
First year PhD project.
POST GENOMIC APPROACH TO MOLECULAR EVOLUTION OF
METALLO-ß-LACTAMASES
Introduction:
Bacterial resistance to even the most advanced and most widely used
antibiotics is a problem of increasing importance. The most important
class of antibiotics, in terms of selectivity and safety, are the ß-lactams
which was used to be very effective in curing bacterial infections.
As a resistance mechanism microorganisms developed degrading enzymes
able to inactivate those antibiotics - ß-lactamases. Presently
there are over 300 ß-lactamases found in bacterial species and
this number is still growing due to the excessive usage of ß-lactams.
A more recent group of these numerous enzymes is represented by metallo-ß-lactamases
which contain zinc ions as naturally occurring metal. They are potentially
very dangerous because they are produced by many bacterial species and
exhibit very broad substrate profile, including the most recent ß-lactams,
which are often considered as last-resort agents for curing diseases
caused by multi-drug resistant isolates.
However, despite ß-lactamases importance, their structure-function
relationships are very partially understood and their evolutionary history
remains unclear, as well as the mechanism of acquisition and the origin
of metallo-ß-lactamase determinants.
Recently post-genomic approach revealed numerous metallo-ß-lactamases
homologues in clinically relevant bacteria. Investigation of the biochemical
profiles and the genetic background of those homologues could give important
clues of metallo-ß-lactamases evolution and function.
Goals:
1. screening all available
microbial genomes in order to detect metallo-ß-lactamases homologues,
2. selection of the most appropriate targets (highest homology, relevance
of bacterial species) – 4-5 species,
3. cloning metallo-ß-lactamase homologous genes into appropriate
vectors,
4. investigating metallo-ß-lactamase activity and possible other
functions of found homologues,
5. investigate the potential role of metallo-ß-lactamase homologues
as progenitors of clinically relevant enzymes (directed evolution),
6. investigating possibilities of homologues becoming active metallo-ß-lactamases
- determining the least number of mutations leading from inactive homologue
to active enzyme (directed evolution),expression of gene, protein production
and characterisation in case of detecting new bacterial species having
metallo-ß-lactamase activity.