Sezione aurea
Si deve ad Euclide la prima formulazione della ‘divisione in
media ed estrema ragione’: se un segmento AB è diviso
da un punto C in modo tale che AB:AC=AC:CB,
si dice che AC è la sezione aurea di AB e che il segmento AB
è diviso nella proporzione media ed estrema, espressa dal numero
algebrico irrazionale F (1:1,61803), detto anche numero di Fidia.
La sezione aurea è quindi la parte di un segmento
che rappresenta la media proporzionale tra l’intero segmento
e la parte restante. Importante è la relazione della sezione
aurea con la serie di Fibonacci (Liber abaci, 1202), successione numerica
che si approssima ad una progressione geometrica di ragione F; ciascun
termine della serie si ottiene sommando i due termini immediatamente
precedenti: 0, 1, 1, 2, 3, 5, 8, 13, 21, 34, 55.
Sebbene il rapporto di proporzione estrema e media sia noto sin dall’antichità
come ‘proporzione continua’, si deve osservare che la
locuzione ‘sezione aurea’ è entrata nell’uso
soltanto in tempi relativamente recenti: la sua prima attestazione
(in lingua tedesca: goldene Schnitt) è nella riedizione (1835)
di un trattato del matematico Martin Ohm; agli anni Cinquanta dell’Ottocento
risale inoltre la sinonimia tra le locuzioni ‘sezione aurea’
e ‘numero aureo’ (quest’ultima indica propriamente
il numero determinato col sistema ciclico escogitato da Metone d’Atene
nel 432 a.C., usato per calcolare l’epatta e utilizzato ancor
oggi per stabilire, nel calendario ecclesiastico, il giorno di Pasqua,
detto ‘aureo’ perché originariamente tracciato
in oro).
Secondo gli studi di Roger Herz-Fischler, la moltiplicazione delle
analisi intese ad individuare la presenza della sezione aurea nei
principi formali o nei processi poietici dell’opera d’arte
sembra essere stata favorita da un’erronea affermazione contenuta
nella seconda edizione della Histoire des mathématiques di
Jean-Etienne Montucla e Joseph Jêrome de Lalande (1799), secondo
la quale il matematico Luca Pacioli (uno dei maggiori esponenti, con
Leonardo Da Vinci e Albrecht Dürer, della rinascimentale teoria
delle proporzioni) nel suo Divina proportione (1509) avrebbe raccomandato
l’uso del modulo aureo nella costruzione delle opere pittoriche
e figurative – lo scienziato avrebbe in realtà solo promosso
l’uso dei rapporti proporzionali. L’applicazione estesa
e sistematica della ‘proporzione estrema e media’ alle
indagini delle discipline scientifiche e umanistiche è originata
in Germania dalla diffusione degli studi di Adolf Zeising (1854) e
Friedrich Röber (1855), ed è verificabile in ambito internazionale
a partire dal 1910 circa, rafforzata dalle rispondenze ritrovate nel
campo delle scienze naturali. Sulla base di queste puntualizzazioni
si deve inferire che le varie ipotesi sinora avanzate sull’impiego,
in epoche precedenti il 1835, della sezione aurea nella costruzione
della forma musicale devono essere sottoposte quantomeno ad un’approfondita
e ed avveduta revisione (non è nota alcuna attestazione relativa
alla sezione aurea nella lessicografia e nella trattatistica musicali
anteriori a quella data). La questione è molto differente per
quanto riguarda la musica del XX secolo: diversi compositori novecenteschi
hanno utilizzato la sezione aurea – in genere, nella forma di
sequenze numeriche tratte dalla serie di Fibonacci – nelle proprie
composizioni come modulo costruttivo,
a diversi livelli strutturali. Roy Howatt ha individuato, ad esempio,
in composizioni di Debussy quali La mer (1903-5) e Reflets dans l’eau
(1904), strutture basate sulla serie di Fibonacci. Ernö Lendvai
ha rilevato la presenza di analoghi principi strutturali in diverse
opere di Bartók; per citare un solo esempio, nel primo movimento
della Musica per archi percussioni e celesta (1936), costituito da
89 misure, la misura 56 rappresenta l’acme di una progressione
iniziata al principio della composizione, e il punto di partenza di
un climax discendente che si estende sino all’ultima misura:
il movimento è dunque diviso in proporzione media ed estrema
(sono presenti, inoltre, anche sottosezioni determinate anch’esse
in base alla sezione aurea). Indagini musicologiche hanno evidenziato
l’uso di principi strutturali basati sulla serie di Fibonacci
in Stockhausen (su tale successione sono organizzate le durata delle
sezioni e la disposizione degli accenti in Klavierstücke IX;
inoltre le sezioni si rapportano secondo la proporzione aurea). Anche
Xenakis è tra i compositori novecenteschi che hanno impiegato
le misure derivanti dalla sezione aurea: Metastasis (1953-54), vero
e proprio ‘disegno musicale’ del padiglione Philips, progettato
dal compositore per l’Esposizione universale di Bruxelles (1958),
rappresenta l’integrazione dei principi compositivi musicali
basati sulla successione di Fibonacci e delle norme architettoniche
desunte dal modulor di Le Corbusier.
Non mancano, dunque, esempi novecenteschi nei quali la sezione aurea
è assunta quale principio strutturale nei processi compositivi;
è necessario precisare, tuttavia, che resta comunque discutibile
il suo significato quando tale modulo è rilevato nell’opera
di autori che non ne hanno fatto particolare menzione nelle proprie
dichiarazioni né ne hanno lasciato traccia negli schizzi preparatori.
Inoltre, recenti ricerche condotte nell’ambito della psicologia
della percezione hanno revocato in dubbio molte delle più consolidate
convinzioni relative alle proprietà estetiche delle opere costruite
in base alla sezione aurea. (GMa)