Aforismi e riflessioni
Pseudo-Aristotele, Problemi musicali
(III sec. a.C.)
Perché ogni uomo prova piacere nel sentir ritmi, canti melodici
e accordi? Non è forse perché, in generale, proviamo
piacere ai movimenti [ordinati] conformi alla nostra natura, anziché
a quelli disordinati? [...] Noi lavoriamo, beviamo, mangiamo secondo
una certa misura, senza la quale le nostre forze sarebbero distrutte.
Ecco perché gli accordi ci fanno piacere: essi risultano dalla
fusione di elementi opposti che hanno fra loro un certo rapporto;
e rapporto significa ordine, che già si disse conforme alla
nostra natura.
Sant’Agostino (Aurelio
Agostino 354-430)
La musica è la scienza del modulare bene. […] in ogni
azione, e non solo nella musica, deve essere conservata la misura
(modus), tuttavia solo in musica si parla di modulazione. […]
la modulazione è competenza della sola musica, sebbene la misura,
da cui deriva la parola modulazione, si possa trovare anche da altre
parti. […] Quindi la modulazione è opportunamente definita
come abilità nel muovere, o almeno un’abilità
attraverso la quale si ottiene che qualcosa sia mossa bene. Non possiamo
infatti dire che qualcosa sia mosso bene se non mantiene la misura
[…] La musica è scienza del muovere bene […] si
può dire che è mosso bene tutto ciò che è
mosso secondo leggi numeriche nell’osservanza delle misure dei
tempi e delle lunghezze […] (da De musica, I, 2–3 - 391)
Severino Boezio
(480 ca. - 524)
La musica è la facoltà di esaminare con cura la diversità
tra suoni acuti e gravi per mezzo della ragione. […] Colui che
scrive sulla musica deve dapprima esporre in quante parti gli studiosi
hanno suddiviso tale materia. Esse sono tre: la prima è costituita
dalla musica dell’universo (mundana); la seconda dalla musica umana
(humana); la terza dalla musica strumentale [...], come quella della
cetra, dei flauti e degli altri strumenti con i quali si può
ottenere una melodia. La musica dell’universo, che va studiata soprattutto
nei cieli, risulta dalla compagnie degli elementi o dalla varietà
delle stagioni. Infatti, il meccanismo del cielo (machina coeli) così
veloce, come potrebbe muoversi in corsa muta e silenziosa? Per quanto
tale suono non giunga al nostro udito [...] il movimento rapidissimo
di corpi tanto enormi non può avvenire senza alcun suono, specialmente
perché le corse orbitali degli astri sono insieme collegate
in un reciproco accordo (coaptatio) così perfetto che nulla
si può immaginare di ugualmente compatto e proporzionato. [...]
Perciò non può essere estraneo a questo moto rotatorio
dei cieli l’ordine razionale nella modulazione dei suoni. [...] Che
cosa sia la musica umana ognuno può capirlo esaminando sé
stesso. Che cosa infatti unisce al corpo l’incorporea vitalità
della mente, se non un mutuo ordinato rapporto (coaptatio), come se
si trattasse d’una giusta combinazione di suoni gravi e acuti per
produrre un’unica consonanza? Inoltre che cosa può associare
tra loro le parti dell’anima, la quale - secondo la dottrina di Aristoltele
- risulta dalla fusione dell’irrazionale con il razionale? E ancora:
che cosa riesce a mescolare gli elementi del corpo e a combinare le
sue parti con reciproco ordinato rapporto (coaptatio)? [...](da De
institutione musica, I – 510 circa)
Cassidoro (F. Magnus Aurelius
Cassidorus) (485 ca. - 583 ca.)
La disciplina della musica è presente in tutte le azioni della
nostra vita. [...] ogni nostra parola e ogni interiore movimento provocato
dalla pulsazione delle vene è collegato mediante il ritmo musicale
al potere dell’armonia. La musica è infatti la scienza dell’esatta
modulazione: se viviamo secondo virtù, siamo costantemente
sotto tale disciplina: quando invece operiamo il male, siamo fuori
della musica. Anche il cielo e la terra e tutto ciò che in
essi avviene per divino volere sono soggetti alla disciplina della
musica, poiché Pitagora attesta che l’universo fu fondato e
può essere governato mediante la musica. (dalle “Institutiones
divinarum et humanarum lectionum”)
Marsilio Ficino (1433-1499)
La prima musica consiste ne la ragione, la seconda è posta
nella fantasia, la terza sta ne le parole, la quale seguita il canto:
il canto è seguitato dal moto delle dita nel suono; il suono
poi è medesimamente seguitato dal moto di tutto il corpo, ovvero
ne l’esercitarsi, sì che noi possiamo vedere che la musica
dello animo di grado in grado discende et si conduce a tutte le membra
del corpo [...] essendo dunque tanta similitudine tra la musica de
l’animo e del corpo, che meraviglia è se un medesimo huomo
cerca di temperar così il corpo come l’anima? (da De vita,
III)
Gioseffo Zarlino (1517-1590)
[…] la musica è scienza speculativa: è palese
perché essa ha sede nella sola cognizione dell’intelletto,
cui è annessa per natura.
Cartesio (René
Descartes) (1596-1650)
La musica ha lo scopo di divertire e di suscitare in noi diversi sentimenti.
Si possono comporre melodie tristi e ciò nonostante piacevoli,
senza che così gran contrasto ci provochi meraviglia [...]
Mediano questo scopo fondamentalmente due modi d’essere del suono,
e precisamente il suo poter variare in durata, cioè rispetto
al tempo, e il suo poter variare in altezza, cioè rispetto
all’acuto e al grave [...] (da “Compendium musicae”, I
- 1618)
Gottfried Wilhelm Leibniz
(1646-1716)
La musica ci affascina benché la sua bellezza non consista
che nella proposizione dei numeri e nel calcolo, di cui non siamo
coscienti, ma che l’animo tuttavia compie, delle vibrazione dei corpi
sonori che si producono con certi intervalli. (da “Principi
della natura e della grazia”, XVII - 1714)
Yves-Marie André
(1675-1764)
Di tutti gli strumenti musicali la voce umana è quello il cui
suono simpatizza maggiormente con le nostre disposizioni interiori
[...] E come non sarebbe così, dal momento che per sua natura
la voce umana deve essere necessariamente più all’unisono con
l’armonia del nostro corpo e della nostra anima? (da “Essai
sur le beau” - 1741)
Jean-Jacques Rousseau
(1712-1778)
[La melodia] non rappresenta direttamente le cose ma eccita nell’anima
gli stessi sentimenti che si prova vedendo le stesse cose [...] [Essa
imita] le inflessioni della voce, esprime i lamenti, i gridi di dolore
e di gioia, le minacce, i gemiti [...] La melodia non imita solamente,
essa parla; e il suo linguaggio inarticolato ma vivo, ardente, appassionato,
possiede cento volte più energia della stessa parola. (da “Essai
sur l’origine des langues”, XII)
Johann Gottfried Herder
(1744-1803)
[La musica è] linguaggio magico del sentimento. (da “Saggio
sull’origine del linguaggio” - 1772)
Georg Wilhelm Friedrich Hegel (1770-1831)
Nella musica domina la più profonda intimità ed anima
insieme al più rigoroso intelletto, dimodoché essa unifica
in sé due estremi che facilmente si rendono autonomi l’uno
rispetto all’altro. La musica racchiude in sé, fra tutte
le arti, la possibilità maggiore di liberarsi […] dall’espressione
di un qualsiasi contenuto determinato, per accontentarsi […]
di un susseguirsi in sé concluso di combinazioni, mutamenti,
opposizioni e mediazioni che rientrano nel campo puramente strumentale
dei suoni. (da “Estetica“ - 1836-38)
Wilhelm Heinrich Wackenroder (1773-1798)
[La musica] dipinge sentimenti umani in maniera sovraumana […]
perché parla un linguaggio che noi non conosciamo nella vita
corrente, che non sappiamo né come né dove abbiamo appreso,
che si può conoscere solo come il linguaggio degli angeli.
Arthur Schopenhauer (1788-1860)
La musica è dell’intera volontà oggettivazione
e immagine, tanto diretta com’è il mondo; o anzi, come
sono le idee: il cui fenomeno moltiplicato costituisce il mondo dei
singoli oggetti. La musica non è quindi punto, come le altre
arti, l’immagine delle idee, bensì immagine della volontà
stessa. (da “Il mondo come volontà e rappresentazione”
- 1819)
Giacomo Leopardi (1798-1837)
Le altre arti imitano ed esprimono la natura da cui si trae il sentimento,
ma la musica non imita e non esprime che lo stesso sentimento in persona,
ch’ella trae da se stessa e non dalla natura [...] (dallo “Zibaldone”,
I: 75)
Felix Mendelssohn-Bartholdy
(1809-1847)
La musica genuina riempie l’anima con migliaia di cose meglio
delle parole. I pensieri che sono espressi dalla musica che io amo
non sono troppo indefiniti per essere espressi in parole, ma al contrario
troppo definiti. (da una Lettera a Marc-André Souchay - 1842)
Eduard Hanslick (1825-1904)
La musica consta di serie di suoni, di forme sonore: queste non hanno
altro contenuto se non se stesse. Esse ricordano [...] l’architettura
e la danza, che parimenti ci presentano bei rapporti senza contenuto
detrminato. [...] i suoni non solo sono ciò con cui la musica
si esprime, ma anche sono l’unica cosa espressa. Nella musica c’è
senso e logica, ma "musicali"; essa è una lingua
che noi parliamo e comprendiamo, ma che non siamo in grado di tradurre.
(da “Il bello musicale” - 1854)
Claude Debussy (1862-1918)
Chi conoscerà il segreto della composizione musicale? Il rumore
del mare, la curva di un orizzonte, il vento nelle foglie, il grido
di un uccello depositano in noi delle molteplici impressioni. E improvvisamente,
senza che ci si consenta minimamente, uno di questi ricordi si espande
fuori di noi e si esprime in linguaggio musicale. (1911)
Boris de Schloezer (1881-1969)
Nella musica il significato è immanente al significante, il
contenuto alla forma, a un punto tale che rigorosamente parlando la
musica non ha un senso ma è un senso. (da “Introduction
à U. S. Bach. Essai d’esthetique musicale” - 1947)
Igor Stravinsky (1882-1971)
La musica ci è data al solo fine di stabilire un ordine nelle
cose, ivi compresa, in particolare, la coordinazione fra uomo e tempo.
Io considero la musica, a cagione della sua essenza, impotente a esprimere
alcunché: un sentimento, un’attitudine, uno stato psicologico,
un fenomeno naturale, ecc. (da “Cronache della mia vita”
- 1935)
Anton Webern (1883-1945)
Che cos’è dunque la musica? La musica è linguaggio.
In questo linguaggio l’uomo vuole esprimere pensieri, ma non pensieri
che si lasciano convertire in concetti, bensì pensieri musicali.
[...] Ognuno vuole comunicare con i suoni qualcosa che non si può
dire altrimenti. In questo senso la musica è un linguaggio.
(da “Der Weg zur neuen Musik”)
Edgar Varèse (1883-1965)
Dal momento che il termine “musica” sembra essersi ridotto
a significare molto meno di quel che dovrebbe, preferisco servirmi
dell’espressione “suono organizzato” evitando così
la tediosa questione “Ma è musica?” (da “Il
suono organizzato. Scritti sulla musica” - 1983)
Theodor W. Adorno (1903-1969)
La musica è in se stessa sociale. La società si è
sedimentata nel suo significato e nelle categorie di questo. (da “Klangfiguren”
- 1959)
I problemi estetici e sociologici della musica sono intrecciati tra
loro indissolubilmente, costitutivamente. […] Nulla vale esteticamente
in musica che non sia anche vero socialmente […] e nessun contenuto
sociale della musica vale se non si oggettivizza esteticamente. (da
“Introduzione alla sociologia della musica” - 1968)
Margherite Yourcenar (1903-1987)
M’è sempre parso che la musica dovrebbe essere soltanto
silenzio, e il mistero del silenzio che cerca d’esprimersi.
Prendete, ad esempio, una fontana. L’acqua muta riempie i condotti,
vi si accumula, ne trabocca, e la perla che cade è sonora.
Mi è sempre parso che la musica dovrebbe essere solo il traboccare
di un gran silenzio. (da “Alexis o il trattato della lotta vana”
- 1929)
John Blacking (1928-1990)
Ogni cultura ha un suo ritmo, nel senso che l’esperienza cosciente
è ordinata in cicli di cambiamenti stagionali, di crescita
fisica, di attività economiche, di ampiezza o profondità
genealogica, di vita terrena ed ultraterrena, di avvicendamenti politici
e di tutti gli altri aspetti periodici a cui viene attribuito un significato.
Possiamo dire che l’esperienza quotidiana risiede in un universo di
tempo reale. La qualità essenziale della musica è il
suo potere di creare un altro universo di tempo virtuale. La principale
funzione della musica è di coinvolgere le persone in un’esperienza
comunitaria nell’ambito della loro vita culturale. La musica non è
un linguaggio che descrive la società così come appare,
ma un’espressione metaforica dei sentimenti associati a come essa
realmente è. In altri termini, è un riflesso delle forze
sociali e, allo stesso tempo, una risposta ad esse, in particolare
alle conseguenze della divisione del lavoro nella società.
(da “Com’è musicale l’uomo?” - 1973)
Hans Heinrich Eggebrecht
(1919-1999)
La musica è - in modo incomparabile nel suo genere e nella
sua ambivalenza - immagine del cosmo e quintessenza della rappresentazione
della passione umana, voce angelica in lode di dio e strumento del
demonio, promotrice e distruttrice del bene e del male. Come nessuna
altra arte essa può sanare e consolare, abbellire ed esaltare,
stimolare e placare, sedurre e fortificare. Essendo in tal senso esistenziale,
riesce a conseguire in massimo grado l’effetto generale dell’arte:
attrarre a sé e nel proprio mondo - un altro mondo - l’uomo
nella sua sfera esistenziale. (da “Che cos’è la musica”,
con Carl Dahlhaus - 1985)
Edgar Varèse
(1883-1965)
Dal momento che il termine “musica” sembra essersi ridotto
a significare molto meno di quel che dovrebbe, preferisco servirmi
dell’espressione “suono organizzato” evitando così
la tediosa questione “Ma è musica?” (da “Il
suono organizzato. Scritti sulla musica” - 1983)
John Cage
(1912-1992)
Se questo termine “musica”è sacro, se è
riservato agli strumenti del Sette e dell’Ottocento, possiamo
sostituirlo con uno più significativo: organizzazione del suono.
(da “Silence” - 1961)
Grazie al silenzio, i rumori irrompono definitivamente nella mia musica.
(da “Pour les oiseaux: entretiens avec Daniel Charles”
- 1976)
Luciano Berio (1925-2003)
Musica è tutto quello che ascoltiamo con l’intenzione
di ascoltare musica, […] tutto può diventare musica.
La musica, autosignificante com’è, non è mai sola
[…] (da “Un ricordo al futuro. Lezioni americane”
- 2006)
Roger Scruton
La musica è l’oggetto intenzionale di un’esperienza
che solo gli esseri razionali, e solo grazie all’esercizio dell’immaginazione,
possono attuare. Per descriverla si deve ricorrere alla metafora,
non già perché la musica consista in un’analogia
con altri oggetti, bensì perché la metafora descrive
esattamente che cosa ascoltiamo quando sentiamo i suoni in quanto
musica. (da “The Aesthetics of Music” - 1997)