Universit� di Siena
Centro interdipartimentale di studi Universit� di Siena
       
     

    Antropologia economica di Roma arcaica. Dalle origini della civiltà laziale al IV secolo a.C.

    Abstract tesi di dottorato di Cristiano Viglietti

    Nella ricerca che sto conducendo ho scelto di indagare il fenomeno economico per come si presenta, in particolare, a Roma dalle prime fasi di formazione della città al IV secolo a.C., ma anche, precedentemente, nella cultura laziale fin dalle origini (fine dell’XI secolo a.C.). Il metodo di lavoro che sto seguendo si rifà principalmente a quello impiegato nelle ricerche di antropologia economica di taglio sostantivistico: lungi dal ritenere l’economia come la sede autonoma ed immanente di leggi dell’azione razionale, ho trovato e trovo più utile e rispettoso delle informazioni concrete in nostro possesso  procedere ad uno studio di essa quale processo istituzionalizzato di interazione tra l’uomo ed il suo ambiente naturale e sociale che ha come scopo di procurargli i mezzi materiali per il soddisfacimento dei suoi bisogni. La scelta di un approccio empirico e tendenzialmente induttivo proposto dall’antropologia economica sostantivistica mi pare, peraltro, quella che più naturalmente si può legare ai modi di indagine propri dell’antropologia del mondo antico che si praticano nell’ambito del nostro dottorato. Il modello che gli economisti andarono elaborando a partire dalla fine del ’700 se può, sotto più aspetti, risultare utile alla comprensione di quel sistema di mercati autoregolati che proprio allora si stava sviluppando e che opera tuttora in Occidente, mi pare sostanzialmente inadatto a descrivere i processi culturali e storico-istituzionali di una società come quella romana arcaica nella quale l’autonomo meccanismo mercantile, così centrale per l’economia moderna, è, almeno sulla base dei dati che sto analizzando, totalmente assente. In questo senso mi pare che il confronto con le forme di integrazione economica presenti in altre società arcaiche o in alcune culture etnografiche, purché dotate di una struttura politica relativamente complessa ed articolata, possa rivelarsi assai più utile ed illuminante rispetto a quello con la moderna economia di mercato. In tutto l’arco della sua storia la cultura romana non generò alcuna opera scritta dedicata all’economia, e ciò non perché la produzione, lo scambio, la distribuzione di beni materiali non esistessero ma, piuttosto, perché i processi economici, tutt’altro che autonomi, erano strettamente incorporati in un complesso di istituzioni politiche, giuridiche, parentelari che, a loro volta, erano espressione di mores soggetti ad un gioco tutt’altro che unidirezionale di conservazione e trasformazione dei modelli. Non è, in questo senso, un caso che a Roma  come anche in Grecia  le riflessioni teoriche su quella che oggi noi chiamiamo economia siano presenti in trattati di carattere politico, giuridico e soprattutto filosofico, quando non in opere poetiche che affrontano il rapporto dell’uomo con la sussistenza, il bisogno, la ricchezza in termini morali. Se uno studio sull’economia di Roma e del Lazio arcaici non può che prendere le mosse da un concetto teorico moderno, è mia convinzione che il non piccolo insieme di testimonianze letterarie, archeologiche, linguistiche, numismatiche, epigrafiche attualmente a disposizione possa verosimilmente condurre, se letto con occhio antropologico, a produrre una ricostruzione ed interpretazione di quegli aspetti che per noi definiscono il campo dell’economia (scambio, moneta, mercato) secondo il modo in cui essi specificamente erano presenti e si integravano nella cultura oggetto di questa ricerca. In questo consiste, infatti, l’obiettivo o l’aspirazione principale del mio progetto: tentare di rispondere ad un quesito che viene posto in termini a noi familiari, secondo le categorie che la cultura antica indica, e non cercando di replicare deduttivamente (ed etnocentricamente) i nostri modelli su società diversamente organizzate. Il mio lavoro, nel desiderio di ottenere - per quanto sarò in grado di fare - questo fine, non può che procedere in maniera integrata: ad uno studio il più possibile a tappeto delle testimonianze storiche, scritte ed archeologiche (con i relativi problemi di esegesi legati, prevalentemente, alle prime), si affianca quello delle istituzioni politico-giuridiche, delle fondamentali nozioni economiche astratte riscontrabili a livello linguistico e fattuale in Roma arcaica, del loro rapporto con i mores nei diversi momenti storici e della complessa dialettica tra tutto ciò ed i concetti e le pratiche che noi, oggi, colleghiamo all’economia.