Universit� di Siena
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    Aquatilium vocabula ad similitudinem. Lessico antropo-linguistico degli animali marini nel mondo latino

    Abstract tesi di dottorato di Andrea Guasparri

    Lo scopo di questa ricerca è un'analisi linguistico-antropologica del lessico degli ittionimi latini. La classificazione è prima di tutto un problema antropologico e i nomi tassonomici sono spie del modo in cui una determinata cultura concepisce e struttura un dominio d'esperienza (nel nostro caso gli animali marini) nei termini di un dominio di tipo diverso (che dobbiamo scoprire). Partiremo proprio da questa definizione che ne dà l’antropologia per studiare come gli strumenti metaforici e metonimici intervengono nel costruire una data tassonomia. Lo faremo applicando i principi generali della classificazione, le tipologie costruite su di essi, all'analisi di un corpus di nomi.
    Le nomenclature tassonomiche sono generalmente create impiegando nomi referenziali (definientia) e adattandoli a referenti ancora privi di nome (definienda). Il collegamento avviene in due modi possibili: utilizzando metafore o metonimie. Poiché è una questione di similarità tra due referenti, risulta importante determinare le specie biologiche per ricavare la morfologia del nome. Quest'ultima permette la ricostruzione della somiglianza utilizzata dalla cultura per la classificazione. Nel nostro caso specifico i definienda saranno animali marini (quelli descritti nelle fonti latine da Plauto ad Ausonio) mentre per i definientia si tratta di oggetti di natura diversa. Una prima analisi di queste relazioni per ogni termine dovrebbe condurci a risultati attendibili sia nella determinazione biologica della specie cui il nome latino si riferisce (parte biologica della ricerca), sia in quella degli strumenti morfologici utilizzati dalla lingua per creare il tassonimo (parte linguistica). A partire da un’importante idea di Varrone in proposito (ling. 5, 77) cercheremo di provare statisticamente che il nostro corpus di ittionimi consiste pricipalmente di nomi referenziali costruiti sull'opposizione terra vs. mare (sia attraverso una semplice trasposizione, ad es. turdus-uccello vs. turdus-pesce, sia con cambiamenti morfologici del tipo dens vs. dentex). Ciò ha delle conseguenze sul piano antropologico: sembra che gli animali marini non siano soggetto ma oggetto della classificazione ‘totemica’. Cioè non offrono essi stessi una griglia tassonomica da utilizzare all'interno di un sistema globale di credenze o di pratiche sociali, ma usufruiscono di griglie tassonomiche preesistenti. La loro collocazione all'interno della cultura latina sembra analizzabile in termini funzionalistici piuttosto che ‘totemici’.

    Obiettivi proposti:
    1. L'analisi antropologica del vocabolario ittionomico latino. L'ipotesi di lavoro è che per la cultura presa in esame gli animali marini non sono affatto «buoni da pensare» ma «buoni da mangiare».
    2. Il punto precedente implica la costituzione di un corpus di dati che risulta l'obiettivo 'trasversale' della ricerca: la compilazione di un lessico dei nomi degli animali marini in latino. L'opportunità di un'opera del genere è evidente se si pensa che il lavoro più aggiornato in materia risale al 1947 (De Saint Denis). Quest'ormai datato strumento, sebbene ancora molto importante, dà sommarie descrizioni delle specie senza approfondire le singole questioni interdisciplinari (per di più ignorando l’esistenza di un certo numero di zoonimi forniti dalle fonti).
    Metodologie impiegate:
    I metodi impiegati riguardano 2 fasi:
    1. la costituzione del corpus di dati;
    2. la sua analisi linguistico-antropologica.
    Il punto 1 è diviso nei seguenti 3 settori disciplinari:
    a. filologico
    b. biologico
    c. linguistico
    a. Dopo la collatio delle fonti antiche che ci restituiscono il nome ne verficheremo l’attendibilità esaminando con gli strumenti dell'analisi filologica (a cominciare dalla semplice traduzione) i contesti in cui l'ittionimo occorre, valutando i più significativi per il punto 2. L'arco cronologico coperto dalla ricerca va dall'età arcaica al IV sec. d. C. (Ausonio).
    b. Visto che si tratta di tassonimi naturalistici, per fornire analisi attendibili bisogna determinare esattamente la specie biologica designata dal nome antico (e ciò a causa della stretta connessione tra i referenti in questione, quello che appartiene al definiens e quello che appartiene al definiendum). Consapevole che questo settore esula dalle competenze dirette del dottorato, mi limito a dire che saranno utilizzati strumenti di consultazione scientifica cartacei/elettronici (ed eventualmente ‘umani’: biologi marini, esperti in materia...).
    c. Finalmente si passerà alla ricostruzione morfologica dell'ittionimo secondo le basi teoriche offerte dalla linguistica contemporanea. Ci baseremo sull'approccio generativo allo studio della lingua e in particolare sulla «morfologia generativa». Sarà adottata la cosidetta «Ipotesi Lessicalista Forte» (Aronoff 1976; 1994) che propone come base delle parole il «tema», cioè la radice più un'eventuale vocale tematica (ad es. turdoè il tema di turdus); i temi fanno parte del lessico, componente morfologico della grammatica in cui, indipendentemente da quello sintattico , avvengono i processi formativi di parola.
    Nel ricostruire la derivazione del tassonimo, l'unico vincolo oltre al rispetto delle regole morfologiche del latino, è che la base etimologica risulti coerente con le aspettative classificatorie (somiglianza con un carattere del referente). Ciò solo se è stato individuato l'organismo come descritto al punto b.