Università di Siena
Centro interdipartimentale di studi Università di Siena
       
     

    Dal testo ai modelli culturali
    Società, comunicazione, linguaggio, immagine e mito nella cultura antica
    Un'indagine antropologica comparativa

    (Coordinatore prof. M. Bettini)

    Descrizione sintetica del progetto

    La ricerca intende affrontare in una prospettiva unitaria alcuni aspetti fondamentali del mondo antico che di solito vengono invece affrontati separatamente negli studi di filologia clasica e di antichistica in genere: si tratta dei rapporti sociali e familiari, della comunicazione, del linguaggio, dell'iconografia, della produzione mitica. il punto di vista comune che abbiamo scelto per affrontare questi temi è la prospettiva antropologica e comparativa. Il motivo è il seguente: qualsiasi società - e quella antica non fa eccezione - si costruisce su una rete di rapporti sociali (familiari in particolare). Per funzionare, questo sistema ha bisogno di una rete analoga di rapporti comunicativi che garantiscano la circolazione dei 'significati' e delle 'informazioni' all'interno della comunità; di una simile rete comunicativa, il linguaggio costituisce ovviamente la componente principale, non solo nella sua forma di elementare serbatoio lessicale, ma anche sotto l'aspetto più propriamente pragmatico e sociolinguistico, vale a dire la posizione del 'locutore' all'interno della comunicazione e della società in generale.

    Accanto al linguaggio, però, costituisce un potente strumento di comunicazione anche la produzione di immagini, che è dotata di proprie strategie interattive e di specifici contesti pragmatici. E, soprattutto in una società come quella antica, si può infine affermare che la produzione comunicativa tende spesso a cristallizzarsi in alcuni 'discorsi' o 'racconti' esemplari: sono i miti, che, per la loro vocazione alla permanenza e per il ruolo autorevole che occupano nell'universo discorsivo, contribuiscono spesso in modo determinante alla strutturazione della vita sociale.

    Fino a non molti anni fa, tutti questi aspetti del mondo antico - che sono chiaramente interconnessi fra loro - venivano normalmente studiati secondo metodi diversi e propettive separate: della rete dei rapporti sociali si occupa principalmente la storiografia; della comunicazione (una tematica nuova, spesso trascurata) si occupano al masimo la critica letteraria o la tradizionale antiquaria; del linguaggio si interessa ovviamente la linguistica storica; all'iconografia si rivolgono la storia dell'arte o l'archeologia. Per quanto riguarda il mito, questo campo di studi viene a volte occupato dagli storici, che tendono a riconoscere nel racconto mitico un possibile serbatoio di informazioni storiche 'distorte' o 'camuffate', oppure, ancora una volta, dalla critica letteraria, dal momento che una parte cospicua della produzione letteraria antica si fonda sulla tradizione mitologica. In realtà, il quadro si riduce e si semplifica, finendo per focalizzarsi in una prospettiva unica, attraverso gli strumenti dell'antropologia. Se poi utilizziamo la nozione di 'modello culturale', attraverso la mediazione dello 'sguardo' antropologico (secondo una nota metafora di Claude Lévi-Strauss, teorizzatore dello 'sguardo lontano') la rete dei rapporti sociali e familiari può essere vista come prima ed elementare forma della 'comunicazione' sociale; la comunicazione vera e propria, il linguaggio e la produzione di immagini possono essere a loro volta considerate come altrettanti 'modelli culturali' che interagiscono con la rete sociale e ne formano spesso la trama più profonda.

    Quanto al discorso mitico, in una prospettiva antropologica esso può essere utilizzato come schema, come la struttura profonda di ciò che realizza poi quotidianamente nella pratica sociale in forma di rituale, di racconto, di pubblica decisione o modello di comportamento. La dimensione antropologica dello 'sguardo di lontano' può essere ulteriormente potenziata utilizzando gli strumenti della comparazione, in particolare quella fra mondo greco e mondo romano - una comparazione intesa non in modo tradizionale come raffronto di elementi simili, ma piuttosto come la comparazione fra bisogni simili, a cui ciascuna società fornisce risposte coerenti con il sistema culturale che ha realizzato.

    La nostra ricerca, proseguendo una tradizione di studi che già da molti anni pratichiamo nel nostro 'Centro di antropologia e mondo antico' e nel nostro dottorato di ricerca, tenderà dunque a convogliare in una stessa prospettiva antropologica e comparativa i seguenti punti:

    1. i rapporti sociali e familiari, soprattutto nella prospettiva della relazione genitori/figli, dello scambio di 'beneficia' interni alla famiglia e fra singoli membri del gruppo sociale, del rapporto tra i generi 'maschile' e 'femminile', dei prodromi di ciò che, nella società tardoantica, diventerà la cosiddetta 'parentela spirituale' (Beltrami, Lentano, Raccanelli, Fontana, Mencacci);
    2. la comunicazione antica, soprattutto per ciò che riguarda la circolazione della cosiddetta 'diceria' (la 'pheme', i 'rumores') e la dialettica fra memoria e oblio (Bettini);
    3. il risvolto antropologico della produzione linguistica, inteso come antropologia della semantica (la terminologia semiotica romana, la strutturazione del linguaggio secondo i generi sociologici, il meccanismo metaforico alla base dei termini relativi al mondo del mare), e la sociolinguistica di alcune funzioni-chiave della comunicazione verbale (il funzionamento del discorso non autorizzato e la reciproca formazione dell'autorità linguistica), compresi i vari tipi di discorso caratteristici della differente tipologia sociale secondo cui si definiscono i singoli locutori (Bettini, Mencacci, Beltrami, Romaldo, Raccanelli, Guasparri, Beta);
    4. la produzione iconografica guidata da un progetto di costruzione semantica, sia quando le immagini sono legate a un progetto di costruzione mitica (Mancini) sia quando sono legate a un progetto di costruzione simbolica e utopistica (Pugliara);
    5. i tratti che fanno del mito un tipo di racconto 'diverso' dagli altri, nel suo legame con personaggi divini come Hermes, semidivini come le Sirene, fantastici come Edipo, apparentemente storici come Bruto o addirittura animali come il cane (Bettini, Mancini, Pugliara, Franco);
    6. un punto di forza del progetto consisterà infine nella possibilità di trarre da questa esperienza anche indicazioni per una diversa 'didattica' delle materie classiche nelle scuole, da indirizzare nel futuro più in direzione antropologica che non tradizionalmente linguistica, storica o normativa: un progetto che stiamo seguendo per conto del Ministero della Pubblica Istruzione (Puliga).