Progetto internazionale Dresda
Il Centro Ama partecipa con alcuni dei suoi ricercatori a un
progetto di ricerca internazionale (SFB537) con sede a Dresda,
dal titolo "Geschichtlichkeit und Institutionalitaet", finanziato
dalla Deutsche Forschungsgemeinschaft. Si tratta di un progetto
interdisciplinare che vede coinvolti ben 12 gruppi di studiosi e
che mira a saggiare da diverse prospettive la dinamica di
stabilità e mutamento all'interno dei fenomeni
culturali.Nell'ambito del progetto generale, la sezione affidata
ai ricercatori di Siena (Teilprojekt V "Mythische Fundierungen
institutioneller Ordnungen und sozialer Normen im antiken Rom" -
coordinatore: Prof. Maurizio Bettini; 2003-5) prevede una diretta
interazione con i due progetti dei colleghi antichisti di Dresda,
quello diretto da F.-H. Mutschler e quello affidato alla
supervisione di M. Jehne.
Descrizione del progetto
Il mito, come tecnica volta a rappresentare in forma narrativa
l'identità di una cultura, rappresenta una delle
principali forme di stabilizzazione della memoria culturale. Si
pone però il problema di capire da quale complesso di
funzioni questa memoria stabilizzata è regolata e in quale
forma essa può essere mantenuta, in presenza di
cambiamenti nei paradigmi culturali.
In questa prospettiva, il progetto si propone di indagare alcuni
racconti di carattere mitico- leggendario in cui si rappresenta
il passato di Roma: come quello dell'origine troiana e latina
della città, cioè il vero e proprio mito di
fondazione, o come gli episodi che hanno per protagonisti figure
leggendarie dell'età repubblicana a cui vengono
direttamente ricollegate norme di comportamento e valori
riconosciuti caratteristici della società romana.
Una prima sezione riguarda dunque il mito genealogico,
rappresentato in modo esemplare nell'Eneide, in
particolare, la parte del libro XII dedicata alle trattative tra
Iuppiter e Iuno sul futuro della città, dopo la pace tra
Troiani e Latini. Si tratta di una sezione centrale nel poema,
nella quale è possibile rintracciare precise strategie di
manipolazione: nel determinare l'eredità che ciascuno dei
due popoli lascia alla città, Virgilio costruisce infatti
una nuova versione del mito delle origini, attraverso cui si
leggono le attese della cultura e dell'epoca a cui egli stesso
appartiene.
La seconda parte del progetto verte invece sulle forme di mito
"minore", cioè le leggende che si formano attorno ai
grandi uomini dell'età repubblicana. Da un lato saranno
oggetto di analisi gli episodi dedicati a singoli personaggi, ai
quali si lega l'istituzione o il consolidamento di valori
particolarmente significativi per la costituzione
dell'identità romana (tra essi, quello relativo al
comportamento del giovane Scipione verso un nobile prigioniero
spagnolo, in cui si osserva come una virtù eminentemente
privata come la clementia si trasformi in qualità
morale caratteristica di tutto il popolo romano, e in particolare
del princeps); dall'altro, si cercherà di capire
come le grandi figure dell'età repubblicana riescono a
svolgere la loro funzione di fondatori di valori, modelli di
comportamento e norme sociali. In particolare, si
approfondirà il ruolo del vincolo che si stabilisce tra
gli eroi e i destinatari delle storie, presentato come un legame
di tipo genealogico-familiare grazie al quale questi individui si
trasformano in antenati di tutti, membri di una genealogia
collettiva a cui ogni romano può ricollegarsi.
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