Jacopo di Belviso
Facoltà di Diritto Civile

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Nacque a Bologna intorno al 1270/1272 da una famiglia politicamente legata ai Lambertazzi, la fazione ghibellina destinata ad essere sconfitta nel contrasto con i guelfi Geremei. Padre e fratelli sono impegnati in attività intellettuali, in particolare nella pratica e nell'insegnamento del diritto. Il padre Guido (la madre è la nobile Bartolomea dei Picciolpassi) è giurisperito e giudice, non si sa se anche dottore. Il fratello Rolandino, nato intorno al 1270, insegnò presso lo Studio bolognese diritto canonico; colpito dal bando, visse a lungo a Venezia, dove morirà nel 1331. Un altro fratello, Benvenuto, è maestro di logica e di fisica. Della formazione di Iacopo sappiamo che studiò a Bologna con Francesco d'Accursio e Dino del Mugello, e che, da baccelliere, tenne lezioni straordinarie nel 1296 e 1297. In quel periodo si accentuò il suo impegno nelle file del partito guelfo, con l'avvicinamento a Carlo II d'Angiò. L'ipotesi di un suo soggiorno in Provenza tra 1297 e 1298 dove ad Aix, presente Carlo, avrebbe ricevuto dalle mani del cancelliere dello Studio di Napoli il dottorato che non aveva ancora conseguito a Bologna è legata alla attribuzione a Iacopo di una Practica criminalis (nel cui proemio l'autore fornisce di se stesso queste notizie) che non è risultata sostenibile. Iacopo addottorò soltanto successivamente, a Napoli, dove si trasferì da Bologna nel 1298. A Napoli si trattenne dal 1298 al 1303, insegnando nello Studio (abbiamo testimonianze certe per gli anni 1298-1302; nel 1301-1302 tenne la lettura ordinaria del Digesto Vecchio) e svolgendo incarichi pubblici presso la corte angioina. Tornò a Bologna nel 1304, approfittando di un momento di relativa tranquillità delle lotte politiche interne, e nello Studio che l'aveva avuto studente e bacceliere ottenne finalmente il dottorato. Dovette però prendere la via dell'esilio poco dopo, a seguito dell'inasprirsi dell'azione dei Geremei nei confronti dei Lambertazzi, che decretò il bando della sua famiglia. Sull'immediata destinazione di Iacopo dopo l'espulsione le notizie non sono chiare: secondo alcuni avrebbe insegnato a Padova, secondo altri a Siena, dove avrebbe avuto come concorrente Oldrado da Ponte (Diplovatazio, sulla base di una notizia ricavata da Baldo degli Ubaldi). Si sa per certo che nel 1308 era condotto a leggere diritto civile nello Studio di Perugia (che proprio in quell'anno otteneva da Clemente V il riconoscimento di Studium generale), insieme con Giovanni di

Recanati, e risulta anche che fu richiesto di un parere dal podestà e dal capitano del popolo. In quell'anno e nel successivo fu oggetto delle opposte pressioni dei Bolognesi e dei Perugini che volevano assicurarsi il suo insegnamento nei rispettivi Studi: non si sa se abbia lasciato Perugia (dove nel 1309 gli si concedeva la cittadinanza e si proponeva addirittura che gli fosse data la condotta a vita) nel corso del 1309-1310, ma certamente nel 1310-1311 non era in quella sede, dove fu sostituito da Ranieri di Monte Vibiano; vi ritornò poi nel successivo 1311-1312, su insistente richiesta degli studenti perugini e con il rammarico degli studenti bolognesi, l'uno e l'altro documentati. Dal 1313, quando non risulta più presente a Perugia, al 1316, mancano notizie certe.
Nel vuoto documentario si è inserita l'ipotesi di un suo secondo soggiorno napoletano, storiograficamente importante perché ha fornito l'occasione per attribuire a Iacopo una participazione (non provata) alle scritture di polemica politica prodotte nel contesto della corte angioina. Nel 1316 il nome di Iacopo ricompare nella documentazione relativa allo Studio di Perugia, al quale è assicurato da un contratto triennale; di fatto risulta presente in quella sede ancora nel 1321, quando, a seguito delle pressanti richieste degli studenti bolognesi, fatte proprie da Comune, egli ritornò a Bologna (le autorità perugine probabilmente non si erano opposte fino in fondo, in considerazione dell'impegno finanziario che comportava la condotta di quell'insigne docente). A Bologna rimarrà fino alla morte, nel 1335, insegnando nello Studio (secondo Diplovatazio fu tra coloro che assegnarono i puncta per il dottorato di Bartolo da Sassoferrato) e svolgendo incarichi per conto del comune. La produzione letteraria di Iacopo da Belviso è legata al suo magistero e alla sua attività consulente. Gli sono attribuite additiones alla glossa ordinaria ai tre Digesti, al Codice, al Volumen; casus Authenticorum, Consuetudinum Feudorum e Codicis; un commentario ai Libri Feudorum, che sembra legato all'esperienza di insegnamento a Napoli e una lectura sull'Autenticum, frutto maturo dell'ultimo periodo bolognese. Questi due commenti furono, tra le opere di Iacopo da Belviso, quelle di maggior successo. Di lui rimangono inoltre quaestiones e consilia. La Practica criminalis edita per la prima volta a Lione nel 1511 sotto il suo nome, anch'essa con grande successo, gli è ora, come detto sopra, negata.


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