Dino da Firenze
Facoltà di Medicina

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Maestro Dino di maestro Bono del Garbo da Firenze, ritenuto uno dei medici più insigni del suo tempo, era stato allievo a Bologna di Taddeo Alderotti, probabilmente intorno al 1295. Nel 1296, allorché scoppiò una guerra tra i bolognesi ed il signore di Ferrara Azzo d'Este, tornò con il padre a Firenze, dove risulta iscritto, insieme al padre, alla corporazione dei medici e speziali fiorentini fin dal 1297. L'osservazione quotidiana del lavoro del padre indussero il giovane Dino a soffermarsi, come egli stesso ci informa, sulla lettura del Canon di Avicenna, recentemente introdotto nel curriculum degli studi di medicina proprio dal suo maestro Taddeo Alderotti, in particolare sul quarto libro riguardante la Chirurgia.
Nel 1300, alla fine delle ostilità tra Bologna e gli Este, fece di nuovo ritorno a Bologna dove riprese a frequentare lo Studio felsineo. Dopo quattro anni di studi ininterrotti conseguì finalmente la Laurea e subito, tra il 1304 ed il 1306, insegnò nella stessa Bologna. Nel 1306, l'interdetto scagliato dal cardinale Orsini lo costrinse a lasciare l'Alma Mater e venne quindi subito stipendiato dai senesi. Il 14 ottobre 1306 il Comune di Siena si impegnò a versare a lui ed un altro medico, Braccino da Pistoia, la notevole somma di novanta fiorini d'oro ciascuno, una cifra del tutto inusitata rispetto a quelle corrisposte fino ad allora ai docenti delle scuole senesi.

Entrambi furono condotti anche come "dotori del chomune di Siena in scienza e fisicha".
A Siena Dino si trattenne almeno sino alla primavera del 1309, e portò a conclusione la sua Expositio super tertia et quarta fen quarti Canonis Avicenne.
Successivamente si recò di nuovo a Bologna, dove nel 1311 iniziò a scrivere il Dilucidatorium totius pratice medicinalis scientie, e poi a Padova, dove insegnò per alcuni anni. Nel 1319 fece il suo ritorno a Firenze, sua città natale, dove portò a compimento il Dilucidatorium, vale a dire un commentario sul libro I, fen IV del Canon di Avicenna. Nel 1321, a seguito della ben nota Migratio degli studenti dell'universitas degli scolari di medicina ed artes da Bologna a Siena, fu di nuovo contattato dalle autorità senesi per leggere nello Studio cittadino. Il suo stipendio fu veramente cospicuo, ben trecentocinquanta fiorini d'oro all'anno. Il nuovo soggiorno di Dino a Siena non dovette protrarsi oltre il settembre del 1323, ma nel corso degli anni accademici 1321-1322 e 1322-1323 la sua attività didattica si svolse alacremente, come testimoniano alcune quaestiones disputatae e una parte del commento sul secondo libro del Canon di Avicenna, riguardante le proprietà delle erbe medicinali, opera poi completata a Firenze nel 1325 e dedicata a Roberto d'Angiò, re di Napoli. Nel 1323 fu invitato dallo Studium di Perugia per esaminare sette scolari che dovevano essere dottorati in medicina.


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