POESIA SLOVENA
a cura di Angelo Floramo
Introduzione (1)
È difficile capire perché in
Italia poco si conosca della cultura slovena, pochissimo della sua poesia,
quasi nulla della sua poesia contemporanea. È con ogni probabilità un nostro
limite culturale profondo, tenuto conto del fatto che per secoli la ricca e
complessa storia della Slovenia e quella del confine nord orientale del nostro
Paese si sono intrecciate in comuni destini di corrispondenza
storico-antropologica, culturale, sociale, pur con drammatici episodi di
rottura che, malgrado inaccettabili radicalismi da ambo le parti, non hanno mai
compromesso veramente il desiderio di un confronto, di uno scambio, di un
riconoscimento di identità più profonde di quelle che un confine avrebbe voluto
negare(2). Le variabili da analizzare per mettere a fuoco tutti i motivi di
questa grave lacuna sarebbero davvero troppe e richiederebbero una trattazione
molto più complessa di quanto non venga concesso al presente contributo; né
questo è il luogo adatto per affrontare un simile approfondimento(3). Certo è
che ancora nel 1983 la slavista Marija Pirievec sottolineava che: «il
patrimonio letterario sloveno, relegato per lo più a riviste poco diffuse, ben
poca traccia ha lasciato in Italia»(4). Non si può nemmeno sostenere che le
traduzioni di autori sloveni siano state poche, o deficitarie. Anzi, dal
secondo dopoguerra ad oggi molto è stato tradotto, e si è cercato da più parti
di proporre novità interessanti che esulassero esulassero dal gotha della
cultura slovena rappresentato dai classici e meglio noti Ivan Cankar, France
Prešeren e Srečko
Kosovel(5). Gli sforzi per far conoscere i nuovi fermenti culturali sloveni
sono stati dunque molteplici e differenziati nel corso degli anni. Un ruolo
decisivo in tal senso è stato svolto dalla casa editrice Edit
di Fiume, fondata nel 1952, che ha avuto il merito di volgere in
lingua italiana le liriche di molti giovani autori allora pressoché sconosciuti
nel nostro Paese e che in seguito avrebbero acquisito notevole importanza anche
a livello internazionale. Dall’organizzazione di un materiale tanto vasto e
interessante nacque nel 1956 l’antologia Scrittori Jugoslavi(6)
e poi «La Battana»(7), rivista che in poco più di trent’anni di vita(8) ha
pubblicato le opere maggiormente significative di tutti i più importanti poeti
sloveni contemporanei, svolgendo anche il delicato e fondamentale compito di
intermediazione e dialogo tra le diverse etnie che convivono in terre di
confine. Di rimando, da parte italiana, dal 1964 opera la rivista culturale
bilingue «Most»(9), una delle cui anime, Jolka Milic, ha contribuito e tuttora
contribuisce a far conoscere al pubblico italiano nomi della levatura di Srečko Kosovel, Kajetan
Kovič e
Boris A.Novak, ma ha pure stimolato giovani intellettuali italiani di
nazionalità slovena a riapprorpriarsi dei canoni espressivi della loro lingua
madre. Nel 1966 Ciril Zlobec, poeta e traduttore, pubblica la fondamentale antologia
Nuova poesia jugoslava(10) che introduce nelle
accademie del realismo
socialista una sensibilità fortemente innovativa, legata all’intimismo
introspettivo assieme ad altri interessanti filoni, come l’esistenzialismo, il
realismo lirico, il Neosimbolismo(11), correnti che aprono la Slovenia degli
anni settanta al più ampio dibattito culturale europeo e internazionale. Sono
anni molto importanti questi per alcuni gruppi di giovani intellettuali molto
curiosi di novità, bisognosi di confronto, alla ricerca di nuove forme
espressive e di nuovi linguaggi per la comunicazione del sentire poetico. I
contatti fra Ljubljana, Zagabria, Belgrado, Sarajevo sono in quegli anni
freschi, vitali, fortissimi e arricchiscono i cenacoli più progressisti,
convinti del fatto che la ricchezza della diversità possa fare dell’arte e
della cultura Jugoslave un’esperienza unica e preziosa in tutta Europa. Così
tra il ’69 e il ’70 nasce il gruppo di arte concettuale OHO. Vi fa parte, tra
gli altri, un giovanissimo Tomaž Šalamun,
la cui opera viene immediatamente notata da Kyneston McShine, allora curatore
del MOMA a New York, il quale invita l’autore negli States. Inizia così una
straordinaria avventura culturale destinata a creare uno strettissimo legame
tra gli Stati Uniti e un gruppo di giovani poeti non convenzionali, assetati di
esperienza in campo artistico e umano. L’anno successivo l’Università dello
Iowa invita lo stesso Šalamun a tenere un corso di scrittura creativa per i
suoi studenti del corso di letteratura. Un rapporto che perdura tuttora, grazie
anche alla collaborazione con il direttore dell’International Writing Program,
Christopher Merrill, traduttore in inglese di numerose opere di autori sloveni, tra cui gli stessi
Tomaž Šalamun
e Aleš Debeljak, che a buon diritto può essere ritenuto oggi il maggiore
responsabile della diffusione e della conoscenza della poesia slovena nel
mondo. Si sviluppa così un legame molto forte, destinato ad evolversi in
costanti scambi e in intensi rapporti culturali. Oggi, con il compenso che
riceve grazie a quell’incarico, Šalamun affitta un appartamento a Williamsburg,
periferia di Manhattan, divenuto ormai un centro per intellettuali e artisti,
dove ogni anno ospita quattro giovani poeti sloveni per tre mesi, intessendo
quella fittissima e incredibile rete di interconnessioni che ormai esiste tra
l’America del Nord e la Slovenia, sempre più considerata come un interessante
crocevia, un osservatorio privilegiato per meglio comprendere quello che si sta
muovendo in Europa, specialmente in Europa Centro-Orientale(12). A questo
quadro, già di per sé estremamente vitale e dinamico, si aggiungano gli
incontri annuali di poesia di Vilenica(13) e di Medana, un villaggio
quest’ultimo perduto nel verde delle colline slovene, a pochi passi da Nova
Gorica e dal confine italiano. Medana in particolare è un’esperienza unica. A
fine agosto si ritrovano qui i migliori poeti under trenta. Si danno convegno
in questo borgo rurale da tutto il mondo. Ed è un’esplosione di voci, canti,
colori. Sono giovanissimi e bravissimi. Aleš Šteger, il curatore-ideatore
dell’evento, ha solo ventisette anni. E se il buon giorno si vede dal
mattino...
NOTE
1 Desidero ringraziare,
oltre agli autori che hanno messo a disposizione del presente lavoro le loro
liriche dimostrandomi ampia e cortese disponibilità, anche Tina Jurkovic,
segretaria dell’Associazione dei Poeti Sloveni, per la collaborazione e le
preziose indicazioni fornitemi.
2 In Friuli Venezia Giulia
le comunità slovene sono molto ben organizzate e i circoli culturali che ne
tutelano e promuovono la cultura sono particolarmente attivi in campo
culturale, sia per quanto concerne l’editoria in lingua che per la vivacità con
cui si fanno promotori di eventi di una certa rilevanza internazionale. È
questa un’importante opportunità per mantenere aperto il dialogo, lo scambio,
l’interrelazione fra le culture.
3 Per un quadro complessivo
ed esauriente della letteratura Slovena contemporanea e di tutte le
problematiche ad essa inerenti, rimando al recente studio di M. Košuta, Scritture
parallele. Dialoghi di frontiera tra letteratura slovena e italiana,
Trieste, Ed. Lint, 1997, pp.203.
4 M. Pirjevec, Saggi
sulla letteratura slovena dal XVIII° al XX° secolo,
Trieste, Editoriale stampa triestina, 1983, p. 99. Cfr. anche M.Košuta, Scritture
parallele, cit., p.13.
5 Cfr. M. Košuta, Scritture
parallele, cit., pp.43-61.
6 Cfr. M. Košuta, Scritture
parallele, cit., p. 24.
7 Ibid.
8 La rivista è attivissima,
e continua a rappresentare un importante elemento di vivacità intelletuale per
il gusto del nuovo e della ricerca che da sempre ne caratterizzano le linee
editoriali.
9 Cfr. M. Košuta, Scritture
parallele, cit., p. 24. 10
Idem, p.26.
10 Idem, p.26.
11 Idem, pp.25-26.
12 R. Jakson,
dell’Università del Tennessee, invita ogni anno per un mese quindici dei suoi
studenti migliori ad una scuola estiva in Slovenia, e l’Università del Vermont
gestisce un campus estivo sul lago di Bled, per citare soltanto due delle più
interessanti esperienze di interculturalità nell’ambito della poesia slovena
contemporanea.
13 Fondamentale il ruolo
svolto nell’ambito della manifestazione dalla casa editrice Multimedia
di Salerno nonché dall’associazione culturale La
Casa della Poesia per la qualificata linea editoriale che negli ultimi
anni ha promosso gli incontri internazionali meglio noti con il nome di Sidaja
(i tre modi di dire si nella lingua italiana, slovena e tedesca)
contribuendo alla pubblicazione multilingue dei poeti più interessanti della
ex-Jugoslavia.