ITALO TESTA
Da Biometrie
*
Il timbro di una caduta, la spuma
che lieve s’aggruma al bordo dei corpi
che la luce risciacqua: nell’acquario
dei giorni liquida scorre la pena;
i cristalli disserra, sulla calce
degli occhi s’annebbia la sagoma opaca
d’oggetti remoti. Tu ascolti i battiti,
i sordi scompensi del fiato registri.
adattamenti
Devi intonare la litania dei corpi
di quelli esposti nel riverbero dei fari
di quelli accolti nel marmo degli ossari
devi orientarti per i tracciati amorfi
tra le scansie dei centri commerciali
scandire il tempo di giorni disuguali
devi adattarti al ritmo delle sirene
lasciare i ripari, esporti agli urti
abbandonarti al canto degli antifurti
trasalire nel lucore delle merci
cullarti al flusso lieve dei carrelli
sognare animali e corpi a brandelli
devi nutrirti di organi e feticci
profilare di lattice ogni fessura
pagare il conto e ripulire con cura
recitare il rosario dei volti assenti
svuotare gli occhi, ritagliare le bocche
aderire alla carne e schioccare le nocche.
anamorfica
Foglio schermo, membrana che rimanda
l’onda del sangue: ricorda di noi
il segno duplice, sillaba i volti
su un fascio luminoso di elettroni.
Sotto traccia si diradano le vene
s’intrica il foglio che proietta il mondo
sul plasma lucido di specchi ustori
si traccia la tua morfologia, un regno.
Sopprimi, schermo, tra noi le distanze
di questa lastre, plastica anamorfica
recidi, di noi due, la lontananza
che si raccolga al punto d’indifferenza.
*
evanescenze, voi vane assenze
per sciami e assalti, richiami del niente:
sepolte di specchi, assiepate parvenze
fitte sparizioni, dissolvenze lente.
solarizzati spazi, foto seppiate
plessi di volti, simulati frattali
sfibrate i tessuti, semi digitali
striate i fogli di sabbie patinate.
disingannate immagini, fluorescenze
nei vostri flussi le sagome irradiate
di corpi radi d’anonimi astanti:
bluastri bagliori, schermi infranti
di mosse sovrimpresse e registrate
differite le vaghe opalescenze.
stella inerte
Nel liquido amniotico delle stelle
si bagna l’occhio, dai folti richiami
dello schermo dilatato, mobile
specchio di cartomanti notturni
s’imbeve, pulsa nel flusso dei canali;
numeri in sovrimpressione di nudità
inondano gli spazi d’inerti
appartamenti, nel velo del sodio
sirene in silicone nuotano:
in bassa frequenza il cuore s’imbruna
la pelle s’imperla, diffratta e chiara,
in apnea tra corpi il corpo s’immerge:
tu sintonizza il respiro, i muscoli
tendi, come ombra tra ombre riemergi.