Le strutture organizzative
Per quanto riguarda la diffusione della musica eseguita per il pubblico, escludendo
gli apparati musicali che da sempre sono stati legati alla liturgia della
chiesa e i teatri d’opera che già dal 1633 a Venezia si erano
aperti al pubblico pagante, nel corso del XVII secolo si assiste all’uscita
della musica stessa dalle corti o dai palazzi dell’aristocrazia, che
pure parallelamente mantenevano le loro abitudini e i loro maestri di cappella
privati. Anche nelle classi borghesi nel XVII secolo si apprezza la musica
e la si esegue in eleganti accademie nelle quali
gli invitati potevano assistere a concerti di musicisti ingaggiati apposta
per l’occasione; manifestazioni del genere si affermarono sempre di
più acquistando una certa continuità che, attraverso i salotti
dell’Ottocento, sono giunte fino ai giorni nostri. Ricca è l’iconografia
di questa attività che ci illustra, pur con il variare delle mode,
una tipologia sempre molto simile.
La prima vera e propria serie di concerti per
un pubblico pagante, come la concepiamo al giorno d’oggi, fu realizzata
nel 1672 a Londra dal violinista John Banister; i concerti, grazie anche ai
suoi successori, proseguirono nella stessa modalità per 42 anni. È
proprio l’Inghilterra, grazie all’intraprendenza della sua società
aristocratica e borghese, a primeggiare in questa attività che da lì
si espande poi in altre nazioni europee. Sempre in Inghilterra è doveroso
citare i Castle Society Concerts che si aprirono nel 1724, i Concerts of Ancient
Music (poi King’s Concerts) che durarono dal 1776 al 1848 e i Salomon
Concerts (1791-1795) per i quali Haydn scrisse le sue celebri Sinfonie londinesi.
In Francia la più famosa istituzione che organizzava concerti pubblici
fu il Concert spirituel delle Tuileries, fondato nel 1725, ideato da Anne
Danican Philidor, per cui anche Mozart scrisse e presentò, anche se
con scarso successo, alcuni brani. Nel 1828 vide la luce la Societé
des Concerts du Conservatoire di Parigi, fondata da François-Antoine
Habeneck, che ancora è in vita. In Germania le esecuzioni di musiche
in pubblico a pagamento furono affidata ai cosiddetti “collegia musica”.
Fra i più famosi, per i nomi che figurano tra i protagonisti, vi fu
il Collegium Musicum di Lipsia, fondato da Georg Philipp Telemann nel 1704;
dal 1729 al 1740 fu diretto da Johann Sebastian Bach che per esso compose
o adattò numerosi brani.
L’Italia non ebbe all’inizio istituzioni in grado di procedere
ad una periodica programmazione di concerti pubblici, ma vi si manteneva ancora
profondamente radicata l’usanza delle “accademie” private.
Bisogna attendere il XIX secolo per assistere alla nascita dei Concerti popolari
fondati da Carlo Pedrotti nel 1872 a Torino, che aprirono il campo ad altre
iniziative simili come i Concerti sinfonici della Scala. A Firenze nel 1869
Jette Sbolci aveva fondato i Concerti popolari. Nel 1895 nasce l’Orchestra
Musicale di Torino, la prima orchestra stabile in Italia. Nel 1908 a Roma
cominciano la loro attività i Concerti dell’Augusteo, una delle
più importanti iniziative italiane in questo ambito che vide in cartelloni
i più celebri direttori del mondo. Né si può dimenticare
la RAI Radiotelevisione italiana che con le sue orchestre (nel 1994 confluite
nell’unica Orchestra Sinfonica Nazionale della RAI) e i suoi auditorium
ha organizzato e inondato l’etere con innumerevoli programmi musicali
per circa 80 anni. Nell’ambito della diffusione della musica da camera,
proprio intorno agli anni della proclamazione del Regno d’Italia (1861)
nascevano alcune importanti società che
vedevano nelle loro finalità una rinascita di questo genere così
trascurato, almeno nel nostro Paese, e che furono animate quasi da spirito
missionario, non solo promuovendo concerti ma anche concorsi ed edizioni.
Si possono citare, fra le tante, la Società del Quartetto di Milano,
fondata nel 1864 fra gli altri da Arrigo Boito e Tito Ricordi, e la quasi
coeva Società del Quartetto di Firenze (1861) che raccolse intorno
a sé musicisti come Giovanni Pacini o poliedrici intellettuali come
Abramo Basevi. Proprio a Firenze nacquero in questo contesto le prime partiture
tascabili ideate e realizzate dall’editore G.G. Guidi che rivoluzionò
così il mercato della musica da camera a stampa, aprendosi ad un pubblico
sempre più vasto.
In Europa per tutto l’Ottocento l’ambito dell’organizzazione
musicale si sviluppò molto e prefigurò quella distribuzione
della musica in tutte le città che è caratteristica dell’epoca
contemporanea. Non si può non ricordare la Gesellschaft der Musikfreunde
fondata a Vienna nel 1812 e oggi celebre in tutto il mondo (non fosse altro
che per l’Orchestra Filarmonica di Vienna) e il Gewandhaus-Konzerte
di Lipsia, che risale addirittura al 1781, tuttora esistente e fregiato dai
nomi dei più grandi artisti dell’Otto e Novecento che vi furono
ospiti. Innumerevoli nel Novecento le società
concertistiche sorte ovunque per diffondere la musica strumentale anche
nelle città di medie e piccole dimensioni che quasi riflettono oggi
all’esterno ciò che avveniva in passato nel chiuso delle “accademie”.
Sempre più entra nel bilancio di esse il denaro pubblico.
In Italia, nella seconda metà del Novecento, oltre alla prosecuzione
e al potenziamento dell’attività di società nate nel passato,
si è assistito alla riorganizzazione delle maggiori istituzioni musicali
dislocate in alcune delle più importanti città. Nel 1967 infatti
entra in vigore la cosiddetta “legge Corona” (dal nome del deputato
che la ideò nel primo governo di centro-sinistra) che riconosce e regolamenta
alcuni enti lirico-sinfonici italiani ritenuti
di maggiore importanza, ad essi riservando la maggior parte degli stanziamenti
per la musica. Essi furono, e sono, il Teatro Comunale di Bologna, il Teatro
Comunale di Firenze, il Teatro Comunale dell’Opera di Genova, il Teatro
alla Scala di Milano, il Teatro San Carlo di Napoli, il Teatro Massimo di
Palermo, il Teatro dell’Opera di Roma, il Teatro Regio di Torino, il
Teatro Comunale Giuseppe Verdi di Trieste, il Teatro La Fenice di Venezia
e l’Arena di Verona. Sono riconosciute istituzioni concertistiche assimilate
l’Accademia nazionale di Santa Cecilia di Roma e l’Istituzione
dei concerti e del teatro lirico Giovanni Pierluigi da Palestrina di Cagliari.
La maggior parte di queste istituzioni organizzano cartelloni sia lirici sia
sinfonici. Di recente, nel 1998, questi enti sono stati trasformati in fondazioni,
per permettere l’ingresso di capitali privati e sollevare così
lo Stato da una parte delle spese divenute molto gravose. Tuttavia, specialmente
nella stagione estiva, in Italia si assiste ovunque ad un pullulare di concerti
e manifestazioni musicali realizzati soprattutto per finalità turistiche
che i Comuni stessi finanziano come ulteriore attrattiva culturale. (GB)
Riferimenti bibliografici
Marcello Sorce Keller, Economia, società e modi di far musica nelle
culture tradizionali in Enciclopedia della musica, Vol. III, "Musica
e culture", Torino, Einaudi, 2003.
François Colbert, Sovvenzioni statali e mecenatismo privato, in Enciclopedia
della musica, Vol. III, "Musica e culture", Torino, Einaudi, 2003.