38 - Da quanto si è visto risulta chiaro in che modo l’essenza si trova nelle diverse realtà. Ora, si trova nelle sostanze un triplice modo di avere l’essenza. Vi è qualcosa infatti, come Dio, la cui essenza è lo stesso suo essere; e perciò vi sono alcuni filosofi che dicono che Dio non ha quiddità o essenza, perché la sua essenza non è altro che il suo essere...
39 - Né se diciamo che Dio è soltanto essere, è necessario che cadiamo nell’errore di coloro i quali dissero che Dio è quell’essere universale per cui qualsiasi cosa è formalmente. Poiché questo essere che è Dio è tale che nessuna aggiunta può essergli fatta, per cui a causa della sua stessa purezza, è un essere distinto da ogni essere. Perciò, nel commento alla nona proposizione del libro De Causis, si dice che l’individuazione della causa prima, che è essere soltanto, si ha mediante la sua pura bontà. L’essere comune, invece, come nel suo concetto non include alcuna aggiunta, così non include neppure nel suo concetto alcuna esclusione di aggiunta; perché se così fosse, non si potrebbe intendere che vi sia qualcosa a cui si possa aggiungere un qualche < altro > essere.
40 – Similmente, benché sia soltanto essere non è necessario che gli manchino le altre perfezioni o nobiltà; anzi, possiede tutte le perfezioni che si trovano in tutti i generi ... ; ma egli le possiede in modo più eccellente di tutti gli altri enti, perché in lui sono una cosa sola, ma negli altri enti sono diverse. E questo perché tutte quelle perfezioni convengono a lui secondo il suo essere semplice: come se qualcuno con un’unica qualità potesse realizzare le operazioni di tutte le qualità, possederebbe in quell’unica qualità tutte le qualità: così Dio nel suo stesso essere possiede tutte le perfezioni.
41 – In un secondo modo l’essenza si trova nelle sostanza intellettuali create, nelle quali l’essere è altro dalla loro essenza; benché l’essenza sia senza materia. Perciò il loro essere non è assoluto, ma ricevuto; ma la loro natura o quiddità è assoluta, non ricevuta in alcuna materia. E perciò si dice nel libro De Causis che le intelligenze sono infinite inferiormente, e finite superiormente: sono infatti finite quanto al loro essere che ricevono dall’alto; tuttavia non sono finite riguardo all’inferiore, perché le loro forme non sono limitate alla capacità di una materia che le riceve. E perciò in tali sostanze non si trova pluralità di individui in un’unica specie, come si è detto se non nell’anima umana, a motivo del corpo a cui si unisce. ...
45 - In un terzo modo l'essenza si trova nelle sostanze composte di materia e forma, nelle quali l'essere è ricevuto e finito per il fatto che hanno l'essere da un altro: e inoltre la loro natura o quiddità è ricevuta nella materia segnata. E perciò sono finite sia superiormente che inferiormente; e in esse già per la divisione della materia segnata è possibile la moltiplicazione degli individui in un'unica specie.(L'ente e l'essenza, tr. Lobato, pp. 66-69)

 

Università di Siena - Facoltà di lettere e filosofia
Manuale di Filosofia Medievale on-line

| Index |