La logica è l’arte con cui il
logico scopre la congiunzione naturale fra il
soggetto e il predicato, ovvero il termine medio,
con cui sa trarre conclusioni necessarie.
Secondo la definizione del medio, il logico
scopre il medio prossimo attraverso gli aspetti
che si corrispondono fra soggetto e predicato.
Un esempio di questo si ha nella moltiplicazione
della quarta figura.
E ancora, il logico tratta dei cinque predicabili
e dei dieci predicamenti (categorie). Si veda
come esempio il trattato Sulle cento forme.
Inoltre, il logico tratta del sillogismo, delle
sue diverse figure, e delle fallacie. E di tutte
queste cose abbiamo già dato esempio,
nella moltiplicazione della quarta figura. Perciò,
se si presenta qualche dubbio o qualche insolita
domanda riguardante la logica, ci si rivolga
a quel che si dice della logica in questa Arte,
rispondendo affermativamente o negativamente
alla domanda, sempre rispettando ciò
che in quest’Arte si dice della logica.
Ancora: il logico definisce ciò che è
superiore a partire da ciò che è
inferiore. Così dell’uomo afferma
che è un animale, dell’animale
che è un corpo, del corpo che è
una sostanza.
Inoltre, egli suppone che il genere sia molteplice.
Parla infatti di un genere generalissimo, ovvero
la sostanza, e di un genere subalterno, per
esempio il corpo o l’anima. Ugualmente
suppone che la specie sia molteplice. Infatti
parla di specie subalterne, come sono tutte
quelle che si incontrano andando in linea retta
dalla sostanza all’uomo. L’uomo
infatti è una specie specialissima, che
non ha nulla sotto di sé. Tutte queste
cose sono dovute al triangolo maggiore-uguale-minore
e al triangolo principio-mezzo-fine. Altrettanto
si dica della bontà, che è un
principio generalissimo quando non è
contratta in qualcosa; quando invece è
contratta è nel mezzo, come genere o
principio subalterno. E così si dice:
La bontà è grande; perché
consiste in qualcosa che sta fra ciò
che è generalissimo e ciò che
è specialissimo. Quando invece si contrae
alla specie specialissima, ovvero all’individuo,
è considerata in relazione alla fine
e in quel caso è un principio specialissimo,
come quando si dice: La bontà di quest’uomo,
o la bontà di Pietro, è grande.
Il logico tatta della differenza differenziando,
della concordanza concordando, della contrarietà
contrariando. Percò l’intelletto
conosce come la logica si possa o si debba applicare
alla figura A e alla figura T. E conosce anche
come il logico non può stare a confronto
con l’artista di quest’Arte. Infatti
il logico che vuol distruggere i principi di
quest’Arte, che sono stabili e immutabili,
si confonse se gli si chiede che cosa vuole
concludere. E quando si è capita la conclusione,
si deve presentargliela come tale con la stabilità
e l’immutabilità delle regole dei
principi e delle specie; all’improvviso
capirà che non ha modo di sfuggire a
tale conclusione.
Inoltre, il logico tratta della definizione,
considerata soltanto mediante la prima specie
della regola C. Ma l’artista generali
di quest’Arte ne tratta mediante tutte
le specie della regola C. Il logico tratta delle
intenzioni seconde, che dipendono dalle prime.
Ma l’artista generale tratta delle prime
intenzioni mediante la seconda specie della
regola C, e mediante la terza e la quarta tratta
delle seconde intenzioni, come fa il logico.
A questo punto l’intelletto sa con certezza
che la logica è una scienza instabile
ed effimera. Invece quest’Arte generale
è permanente e duratura.
Inoltre, il logico raggiunge la conclusione
da due premesse, mentre l’artista generale
di quest’Arte lo fa mescolando i principi
e le regole.
Ancora: il logico non può scoprire la
vera legge con la logica, mentre l’artista
generale con questa Arte può trovarla.
Infatti è vera quella legge in cui i
principi e le regole di quest’Arte possono
addentrarsi.
E c’è di più: la logica
è un’arte difficile da imparare,
mentre quest’Arte è molto facile
a motivo della mescolanza e della concatenazione
dei principi e delle regole. Per questo l’artista
può insegnare più cose di quest’Arte
in un mese, di quanto il logico non possa insegnare
di logica in un anno. (Ars Generalis Ultima,
ROL 14, pp. 365-7).
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