L’anima ha due occhi: uno interiore, l’altro esteriore. L’occhio interiore dell’anima è quello che guarda nell’essere e riceve il proprio essere da Dio senza alcun intermediario: è la sua operazione propria. L’occhio esteriore dell’anima è quello rivolto verso tutte le creature, che le percepisce secondo il modo delle immagini e di una potenza.
Tutte le opere che l’anima compie, le compie per mezzo delle sue potenze: quel che conosce, lo conosce con l’intelletto; se si ricorda di qualcosa, lo fa con la memoria; se deve amare, lo fa con la volontà; e così tutto opera per mezzo delle potenze, e non con il suo essere. Tutto il suo operare all’esterno si appoggia sempre su qualche elemento intermedio. La facoltà visiva opera solo attraverso gli occhi, altrimenti non può operare o concedere alcuna visione, e così anche per tutti gli altri sensi: l’anima effettua le sue operazioni all’esterno grazie a qualche elemento intermedio. Nell’essere, però, non v’è alcuna opera; infatti le potenze, con cui essa opera, fluiscono dal fondo dell’essere, e in questo fondo tace il “mezzo”: qui domina solo la quiete e la festa per questa nascita e per questa opera, perché Dio Padre parla là la sua Parola. Questo fondo è infatti, per sua natura, accessibile soltanto alla essenza divina, senza mediazione, e a niente altro. Dio entra qui nel fondo dell’anima con la sua interezza, non con una parte; Dio entra qui nel fondo dell’anima. Nessuno tocca il fondo dell’anima, se non Dio solo. La creatura non può entrare nel fondo dell’anima; essa deve rimanere fuori, nelle potenze. Là l’anima scorge l’immagine della creatura, per mezzo di cui essa è stata accolta e ospitata. Infatti, quando le potenze dell’anima entrano in contatto con la creatura, ne attingono una immagine e somiglianza, e la attirano a sé. In questo modo esse conoscono la creatura. Più vicino all’anima la creatura non può giungere, e l’anima mai si avvicina a una creatura, se prima non ha accolto in sé la sua immagine senza sforzo. Proprio per mezzo di questa immagine presente, l’anima si avvicina alle creature; infatti l’immagine è qualcosa che l’anima, con le sue potenze, forma dalle cose. (tr. Vannini in Eckhart, Il fondo dell'anima, pp. 41-42)

 

Università di Siena - Facoltà di lettere e filosofia
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