Dio non viene concepito soltanto secondo un
concetto analogo a quello della creatura, che
cioè sia affatto diverso da quello con
cui concepiamo le creature, ma anche secondo
un concetto univoco a lui stesso e alla creatura.
E perché non ci sia da discutere sul
concetto di univocità, definisco il concetto
univoco quello che è uno in modo tale
che rimane unico nella contraddizione, quando
cioè lo si afferma e quando lo si nega
rispetto alla medesima cosa ...
Ogni ricerca metafisica riguardo a Dio procede
in questo modo: considerando la proprietà
ovvero ragione formale (rationem formalem) di
qualcosa e togliendole l'imperfezione che ha
nelle cose create; ma conservandola in quanto
ragione formale e attribuendole tutte le perfezioni
possibili, e poi attribuendola a Dio. Si prenda,
per esempio, la ragione formale della sapienza,
o l'intelletto o la volontà: in primo
luogo le si consideri in sé e per sé,
e constatando che la ragione di tali cose non
include formalmente nessuna imperfezione né
limitazione, si rimuovano da essa le imperfezioni
che l'accompagnano nelle creature, e conservando
la ragione propria della sapienza, o della volontà,
si attribuiscano a Dio nel più alto grado
di perfezione. Dunque ogni ricerca di Dio presuppone
che l'intelletto ne abbia univocamente il concetto
che ha acquisito a partire dalle creature.
E se affermi il contrario, che cioè è
diversa la ragione formale di ciò che
si attribuisce correttamente a Dio, ne consegue
un'incoerenza, e cioè che da nessuna
di queste ragioni, in quanto sono nelle creature,
si può concludere qualcosa a proposito
di Dio, perché è del tutto diversa,
e diversa è la ragione di questo e di
quello: allora non si potrebbe nemmeno più
concludere che Dio è sapiente, perché
la ragione formale della sapienza l'apprendiamo
dalle creature, o almeno non più di quanto
si possa concludere che Dio è una pietra.
Ci si potrebbe infatti formare un concetto della
pietra diverso da quello della pietra creata,
un concetto che sarebbe come un'idea in Dio
a cui riferire questa pietra; e così
si potrebbe dire formalmente 'Dio è una
pietra', secondo questo concetto analogico,
come diciamo 'Dio è sapiente' secondo
un altro concetto analogico. Ma su cosa sia
l'univocità dell'essere torneremo quando
affronteremo la questione del primo oggetto
dell'intelletto. (Opus oxoniense, 1.III.iii,
ed. Wadding V.1, pp. 392, 394)
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