Conviene ora fare qualche riflessione sulla sfera infinita. Nella sfera infinita troviamo le tre line massime della lunghezza, della larghezza e della profondità concorrono nel centro. Ora il centro della sfera massima è uguale al diametro della circonferenza. Dunque il centro nella sfera infinita è uguale a queste tre linee. Anzi il centro è queste tre cose, cioè lunghezza, larghezza e profondità : sarà, dunque, l'infinitamente e assolutamente massimo e sarà ogni lunghezza, larghezza e profondità che, in esso, sono l'unico semplicissimo indivisibile massimo. E come il centro precede ogni larghezza, lunghezza e profondità ed è il fine e il mezzo di esse (perché nella sfera infinita centro, spessore e circonferenza sono la stessa cosa), come la sfera infinita è completamente in atto e semplice così il massimo è assolutamente in atto. E come la sfera è l'atto della linea, del triangolo e del cerchio, così il massimo è l'atto di tutto. Perciò ogni esistenza attuale riceve da esso quel tanto di attualità che esiste in essa e ogni esistenza esiste in atto nella misura in cui è in atto nello stesso infinito. Onde il massimo è la forma delle forme e la forma dell'essere, ossia la massima entità attuale. Perciò Parmenide ragionando in modo sottilissimo diceva che « Dio è l'essere per il quale esiste tutto ciò che esiste ed è tutto ciò che è ».
Come, dunque, la sfera è l'estrema perfezione delle figure, di cui non ne esiste una maggiore, il massimo è la perfezione perfettissima di tutto, sicché ogni cosa imperfetta in lui è perfettissima: la linea infinita è sfera, la curvità è rettitudine, la composizione semplicità, la diversità identità, l'alterità unità e così via. In che modo, infatti, potrebbe esserci qualche imperfezione dove l'imperfezione è perfezione infinita, la possibilità atto infinito e così via?
Vediamo, dunque, chiaramente — perché il massimo è come la sfera massima — che c'è una unica misura semplicissima e adeguatissima di tutto l'universo e di tutti gli esseri esistenti nell'universo, perché, nel massimo, il tutto non è più grande della parte, come la sfera non è maggiore della linea infinita.
Dio, dunque, è la ragione unica e semplicissima di tutto l'universo. E, come dopo infinite circolazioni nasce la sfera, così Dio (come la sfera massima) è la misura semplicissima di tutte le circolazioni. Ogni vita, movimento e intelligenza è da esso, in esso e per esso. (La dotta ignoranza, I.23, in Opere filosofiche, pp. 96-97)

 

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