Quando osi scrivere che io abbandono le sacre autorità, se Dio mi aiuta farò vedere che quello che scrivi è una calunnia, non verità, quando, per la necessità di addurre le sacre autorità, è il momento opportuno di farlo; sebbene il procedere razionalmente nella conoscenza della verità sia incomparabilmente meglio (…). Usare di argomenti dialettici per manifestare la verità non era un rifugiarsi nella dialettica, sebbene, se lo si vuol chiamare rifugio, non mi pento di essermi rifugiato nella dialettica, dalla quale non aborre neppure la stessa virtù e sapienza divina, anzi con quest’arte vince i suoi nemici. Dice infatti: “ Se io scaccio i demoni con l’aiuto di Beelzebub principe dei demonii, i vostri figli con l’aiuto di chi li scacciano?” E altrove: “Se David in ispirito chiama signore il Messia, in che modo è suo figlio?”. Di gran cuore mi rifugio nella dialettica in ogni questione, perché rifugiarsi nella dialettica vuol dire rifugiarsi nella ragione, poiché l’uomo è fatto ad immagine di Dio per la ragione, rinuncia al suo onore, né può rinnovarsi di giorno in giorno ad immagine di Dio. (Berengario di Tour, De sacra Coena adversus Lanfrancum, cap. 23, ed. Beekenkamp, p.47)

Università di Siena - Facoltà di lettere e filosofia
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