§6 Questa filosofia possiede una spada
molto affilata, simile a quella di cui il tiranno
si serve per distruggere e il principe per proteggere;
cosicché, secondo l’intenzione
di coloro che la usano, essa può essere
molto utile o molto dannosa. Sappiamo che i
peripatetici, che noi ora chiamiamo dialettici,
per mezzo di ragionamenti corretti confutarono
le gravi eresie sostenute dagli stoici e dagli
epicurei … §8 Perciò approviamo
le scienze, ma ci opponiamo agli errori di coloro
che ne abusano … §11 A ciò
sono facilmente trascinati i professori di dialettica,
i quali si ritengono tanto più sicuri
e liberi di attaccare e difendere qualsiasi
oggetto, quanto più pensano di essere
armati di argomenti razionali. La loro arroganza
è talmente grande che credono non esista
nulla che non possa essere compreso e spiegato
dalle loro piccole ragioni. … §18
Se colui che insegna non ha formato convenientemente
l’interno della mente, inutilmente modula
con la voce i suoni esteriori. … §19
Ciò non sfuggì ai filosofi che
ritenevano che la conoscenza di Dio si ottenesse
non attraverso il ragionamento, ma con una vita
degna, ed esortavano a indirizzarsi verso di
essa con i comportamenti, piuttosto che con
la parole … § 20 Ascoltino almeno
il consiglio dei filosofi coloro che si proclamano
filosofi.
§25 Ma poiché gli argomenti scorretti
non possono essere respinti per mezzo dell’autorità
dei santi e dei filosofi, se non si contrastano
con umane ragioni coloro che si basano su argomenti
razionali, abbiamo deciso di rispondere agli
stolti attraverso i mezzi della loro follia
e di abbatterne le obiezioni con le stesse arti
che essi utilizzano contro di noi. … Noi
quindi, rivolgendo contro di loro la medesima
spada della dialettica, di cui essi si servono
audacemente per combattere la nostra semplicità,
distruggiamo, con l’aiuto di Dio, la loro
forza e l’armata dei loro argomenti, affinché
essi non ardiscano più attaccare la semplicità
dei fedeli, dal momento che sono stati confutati
proprio intorno a ciò su cui sembra impossibile
rispondere loro: la diversità delle persone
all’interno di un’unica, indivisibile
e semplice sostanza divina, la generazione del
Verbo e la processione dello Spirito.
§26 A proposito di queste cose non ci impegnamo
ad insegnare la verità, che evidentemente
non possiamo conoscere né noi né
alcun altro mortale, ma ci sembra giusto proporre
qualcosa di verosimile, vicino all’umana
ragione e non contrario alla sacra Scrittura,
contro coloro che si vantano di combattere la
fede attraverso ragioni umane … e, non
potendolo fare in altro modo, ci accontenteremo
di ricorrere alle ragioni umane.
§27 Dichiariamo quindi che tutto ciò
che esporremo a proposito di questa altissima
filosofia, non è verità ma ombra
della verità, non è la cosa ma
una certa similitudine di essa. Solo Dio conosce
ciò che è vero; io ritengo invece
di dover dire ciò che è verosimile
e in massimo grado conforme alle ragioni filosofiche
per mezzo delle quali veniamo attaccati.
§64 (dopo aver esposto nei paragrafi 44-63
tutta una serie di questioni concernenti la
Trinità) A ciò ritengo si debba
rispoondere che non deve stupire se la natura
della divinità, così unica, ha
un modo d’espressione particolare. E’
senza dubbio opportuno che ciò che è
assai diverso da tutte le creature sia espresso
attraverso un discorso di diverso genere, e
che quell’unica maestà non sia
racchiusa nei limiti di un linguaggio comune
e volgare; in modo che ciò che è
del tutto incomprensibile e ineffabile non sia
subordinato alle regole cui soggiacciono tutte
le cose, in quanto non può essere pensato
dall’uomo, che ha istituito le parole
per manifestare i suoi pensieri. (Teologia del
Sommo Bene, tr. Rossini, l. II, pp. 103-135)
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