Prof. Mario Comporti

 

Nato a Siena nel 1935, laureato in Medicina (110 lode e stampa) presso l’Università di Siena nel 1960, ha lavorato,come Assistente Ordinario, presso gli Istituti di Patologia Generale di Siena, di Torino e di Pisa e, come Research Associate, presso il Department of Physiology dell’Università del Tenessee (1966). A Pisa è stato prima Professore e Direttore Incaricato e poi Prof. Straordinario (1973). Trasferitosi presso l’Università di Siena, è stato Direttore dell’Istituto di Patologia Generale (fino al 1999), poi del Dipartimento di Fisiopatologia e Medicina Sperimentale (dal 1999 ad oggi). Regional Director della National Foundation for Cancer Research (dal 1979 al 1986) e successivamente della Association for International Cancer Research (dal 1987). Membro della NATO Science Committee (1990-1993), Visiting Professor presso la J.A. Burns School of Medicine, Usa (1991), è stato insignito della Medaglia d’oro al Merito della Cultura e della Scienza (1986) ed è stato recentemente eletto Presidente della Società Italiana di Patologia. E’ stato membro dell’Editorial Board di importanti riviste internazionali.

Attività Scientifica. Dopo le prime indagini di carattere fisiologico (autoregolazione della circolazione coronarica) e biochimico (regolazione adattativa di alcuni sistemi enzimatici), che portarono a varie pubblicazioni su Biochem.J. ed una su Nature, la ricerca si è incentrata sul tema predominante, cioè quello della Patologia da radicali liberi, stress ossidativo e danno cellulare. In questa linea i risultati principali sono stati i seguenti:

  1. La prima dimostrazione (1964-65) in vitro ed in vivo del coinvolgimento del processo di perossidazione lipidica nell’epatotossicità da tetracloruro di carbonio (CCl4), risultato che apriva di fatto il campo dello stress ossidativo nella biopatologia. Seguì presto la prima dimostrazione (1967) in vitro ed in vivo della perossidazione lipidica nell’intossicazione da etanolo.
  2. L’isolamento dei fosfolipidi microsomali epatici degli acidi grassi contenenti i dieni coniugati e la caratterizzazione molecolare di queste strutture (1974).
  3. La prima dimostrazione che prodotti citotossici si originano dalla perossidazione e sono capaci di agire a distanza; particolarmente importante fu l'isolamento e la caratterizzazione di una aldeide, il 4-idrossinonenale, particolarmente citotossica (1980) ed assunta successivamente come molecola modello dello stress ossidativo.
  4. La prima dimostrazione della formazione del 4-idrossinonenale in vivo, in vari modelli di epatotossicità, sia in forma legata alla proteina microsomale (1982) sia anche in forma libera (1986).
  5. La dimostrazione della formazione di funzioni carboniliche nei residui troncati di acidi grassi, da cui partì tutta una serie di studi relativi alla dimostrazione istochimica della perossidazione lipidica.
  6. La prima dimostrazione (1985) dell’importanza della perossidazione lipidica nell’epatotossicità da agenti depletanti il glutatione (GSH), ciò che veniva a ribaltare l’assunzione generale che la morte cellulare, in questi modelli, fosse dovuta al covalent binding dei metaboliti alle macromolecole cellulari. La dimostrazione (1990), sempre in questi modelli, che la variazione dello stato redox dell’acido ascorbico precede e segue lo sviluppo della perossidazione.
  7. L’isolamento, la caratterizzazione e la sequenziazione di due nuovi enzimi ad attività deidroascorbato reduttasica (uno GSH ed uno NADPH dipendente) (1994).
  8. La dimostrazione del rilascio di ferro in forma libera in un modello di eritrociti esposti a stress ossidativo (1989 ad oggi). Il ferro rilasciato è l’evento causale del danno di membrana e della formazione dell’antigene della senescenza. Esso può diffondere dagli eritrociti o dal lisato ed andare ad agire a distanza amplificando il danno ossidativo.

 

In una serie di recenti ricerche svolte in collaborazione con il gruppo del Prof. Pompella è stata data la dimostrazione (1997) dell’effetto proossidante esercitato dall’ectoenzima gamma-glutamyl transpeptidasi (gamma-GT) (oltre agli altri ben noti di ricarica del GSH) ed è stato osservato che la gamma-GT può mediare, attraverso il ciclo redox del ferro, l’ossidazione delle LDL ed è stata dimostratata la colocalizzazione della gamma-GT e delle LDL ossidate nella placca aterosclerotica (1999). In un’altra serie di ricerche svolte in collaborazione con il gruppo della Dott.ssa Maellaro, è stata data la dimostrazione (1999) che una produzione basale di H2O2, quale può derivare dall’attività fisiologica della gamma-GT, è in grado di prevenire l’apoptosi indotta da vari stimoli, attraverso l’attivazione della poli (ADP-ribosio) polimerasi. Altri risultati portano ad ammettere che una produzione basale di specie attive dell’ossigeno è necessaria per la normale proliferazione cellulare.

Infine in una recente linea di ricerca (1998-2000) sul possibile utilizzo di xenotrapianti si è osservato che, in un modello di rigetto iperacuto ottenuto con perfusione di plasma umano nel topo, l’espressione di proteine umane che agiscono come inibitori del complemento (DAF, CD55 e MCP CD46) in topi transgenici attenua fortemente le reazioni del rigetto iperacuto del fegato.

Il Prof. Comporti è autore di oltre 350 pubblicazioni scientifiche, delle quali circa la metà su prestigiose riviste internazionali (IF totale oltre 300). Molte delle pubblicazioni relative hanno riportato un numero molto elevato di citazioni, in modo particolare quella relativa all’identificazione del 4-idrossinonenale e successive.

Dei suoi allievi cinque sono Professori Ordinari, molti altri Professori Associati.