Dipartimento di Filologia e Critica della Letteratura
Collana
Dal 2007, è attiva un Contratto di edizione tra
il Dipartimento e la casa editrice Pacini Editore SpA
di Pisa per la pubblicazione di appositi volumi all’interno della Collana
“Strumenti di Filologia e Critica”.
Per maggiori informazioni e per un eventuale acquisto
di dette opere, si rinvia alle pagine web della
Casa Editrice.
Strumenti di Filologia e Critica
Collana del Dipartimento
di Filologia e Critica della Letteratura
Università
degli Studi di Siena
Volumi
pubblicati
1. Stefano
Dal Bianco, L’endecasillabo del Furioso
Pagine 392 – Formato 14,
Ariosto è il moderno capostipite di un genere di sensibilità
poetica e umana che rinuncia all’intensità dell’esperienza e
dello sguardo per abbracciare un principio di somma e consapevole distrazione.
“Solo chi non è edonista per sé ma per gli
altri può battersi contro Thanatos” (Franco Fortini, I silenzi dell’Ariosto).
Questo studio affronta la questione del ritmo endecasillabico nell’Orlando furioso, sotto il profilo del verso singolo, della sua
funzione sintattico intontiva nell’ottava e dei suoi rapporti con alcune
situazioni tematiche e diegetiche.
Sebbene non manchino riferimenti generali e puntuali alla
tradizione cavalleresca in ottave (soprattutto Boiardo), alla lirica
(Petrarca), al verso dantesco e ad altri autori classici, la prospettiva
è essenzialmente strutturale e sincronica.
La grande, disarmante arte ariostesca
respira liberamente in queste pagine – ed è riconosciuta nel suo
aureo, distrato sottrarsi ad ogni profondità
– grazie alla non violenza di un metodo che verifica le proprie
acquisizioni stilistiche sui risultati dell’analisi quantitativa e
statistica. Le discipline metriche e formali ne escono riformate, non solo per
la nuova attenzione che questo saggio dedica alla psicologia ritmica autoriale, ma per l’inedita considerazione dei
rapporti fra ritmo, sintassi e intonazione.
2. Alex
Roger Falzon, Le nozze alchemiche di
Salomè. Oscar Wilde e la tradizione ermetica
Pagine 167 – Formato 14,
Questa lettura di Salomè
in chiave ermetica non mira ad essere una semplice macro-glossa testuale del
dramma di Wilde, ma si propone invece di rilevare come l’allegoria
alchemica interagisca con le strutture più profonde del testo,
gettandone una nuova, ed inaspettata, luce. La dimensione ermetica della
ricerca ha conseguentemente fornito spiegazioni inedite per molte scene del dramma
che, fino allora, erano state ritenute oscure o semplicemente
‘simboliste’ e che la critica aveva sottovalutato oppure
tralasciato. Molte, infatti, sono le aggiunte notevoli con cui Wilde ha
contribuito al mythos
fine secolare di Salomè, nessuna delle uali
è meramente casuale o decorativa, bensì sempre connotata di un
preciso significato ermetico. Tutto ciò dimostra chiaramente quanto
3. Annalisa
Nesi e Nicoletta Maraschio
(a cura di), Discorsi di lingua e
letteratura italiana per Teresa Poggi Salani
Pagine 410 – Formato 14,
Questo volume, curato da Annalisa Nesi
(Università di Siena) e Nicoletta Maraschio
(Università di Firenze), è un omaggio di stima e affetto degli
amici e dei colleghi a Teresa Poggi Salani. I temi affrontati
nei diversi saggi spaziano dalla storia della lingua alla dialettologia alla
letteratura italiana, dal passato alla contemporaneità,
dall’oralità alla scrittura in una eterogeneità che si
compone nell’essere pensati per lei.
4. Duccio Colombo, Scrittori, in fabbrica! Una
lettura del romanzo industriale sovietico
Pagine 255 – Formato 14,
Attraverso una ricognizione della nascita e dello sviluppo di
una delle correnti più caratteristiche del realismo socialista –
il romanzo di fabbrica – questo studio tenta di indagare la letteratura
sovietica a partire dai testi, mettendo a confronto i primi esperimenti
dell’inizio degli anni Trenta con romanzi dell’immediato
dopoguerra, il periodo del massimo rigore ideologico. Ne risulta
un’analisi del concreto realizzarsi in letteratura del mandato politico
che offre la possibilità di affrontare l’argomento guardando oltre
le abusate categorie di verità e menzogna.
5. Fabrizio Podda, Il senso della scena. Lirica e
iconicità nella poesia di Franco Fortini (con
un inedito)
Pagine 223 – Formato 14,
Viene qui ricostruito l’itinerario
diacronico della scrittura poetica di Fortini. Lo sguardo critico ha come
oggetto privilegiato la scena, intesa come luogo linguistico di manifestazione
dell’azione e dell’interazione tra soggettività e mondo.
Essa si definisce come luogo privilegiato di un interesse che va oltre la
definizione tipologica del genere lirico, puntando alla valutazione della sua
capacità di resistenza alle centrifughe comunicative che ne forzano i
confini funzionali (l’io, il qui e l’ora). La scena è poi da
intendersi come successione di immagini singolari, in qualche maniera montate
in una successione significante dall’io regista: quel che ne risulta è il valore non evenemenziale
ma processuale del rapporto estetico con la realtà. L’ordine dei
problemi chiamati in causa è ampio ed eterogeneo: dall’estetica
della rappresentazione al rapporto tra parole e cose, dalla questione del
genere a quella dell’ideologia, dallo statuto dell’immagine linguistico-letteraria al rapporto di questa con “la
verità”, dalla questione del soggetto alle altre istanze
enunciative presenti nel testo, dalla percezione alle implicazioni cognitive.
Il fulcro attorno a cui queste problematiche ruotano è un nodo teorico
piuttosto controverso: l’iconicità. Il senso della scena è il primo
emistichio del decimo verso di Le belle
querce: «il senso della scena vuole molta attenzione».
L’attenzione è la strategia cognitiva che risponde
all’insistenza di quel qualcosa che nella poesia è la pulsione al
senso, il rimuginare di un’immagine. È forse possibile ripartire
di lì per interrogarci sul senso di ciò che ci circonda, di
ciò che compiamo nelle quotidiane esplorazioni delle certezze che ci
siamo costruiti o altri ha costruito per noi. Da lì, per certo, deve
partire chi intenda l’atto critico come gesto di apertura della coscienza
ai segni del mondo.
6. Elisabetta Mengaldo, L’ultimo oro di stelle cadute.
Strutture e genesi nella lirica di Trakl
Pagine 320 – Formato
144x223 – Data pubblicazione: Novembre 2009 – ISBN
978-88-6315-104-6 – Prezzo E. 20,00
La lirica di Georg Trakl (1887-1914)
oscilla tra la ripetizione ossessiva di alcuni motivi simbolici che la percorrono
trasversalmente e la tendenza maniacale alla correzione, a torturare il verso
con variazioni di grande respiro o con spostamenti minimi che, lungi dal
chiarire con una poesia che rimane, nella sua più profonda essenza,
oscura e chiusa nel suo bozzolo, fanno apparire però in sempre diversa
luce i richiami che intercorrono tra i testi. Questi sono talmente fitti e
costanti da aver indotto Martin Heidegger a
interpretare la Dichtung
(“poesia”) trakliana come un unico grande
Gedicht
(“componimento poetico”). In questo volume l’autrice analizza
l’evoluzione di alcuni aspetti della lirica del poeta austriaco (suono,
sintassi, le metafore cromatiche, i Leitmotive e le loro variazioni) nella fitta trama delle
varianti, ma anche nell’evoluzione diacronica: come cioè, certe
caratteristiche del linguaggio trakliano siano mutate
nel passaggio dalla prima fase più influenzata dal simbolismo francese,
attraverso quella più elegiaca, in cui risuona Hölderlin,
fino allo sfrangiarsi e insieme purificarsi della lingua poetica nello stile
teso e angoscioso delle ultime liriche. L’ultimo capitolo è
dedicato all’analisi della genesi e all’interpretazione di due
liriche, Geistliche Dämmerung
e Die Heimkehr.
7. Stefano Carrai,
Il caso clinico ’ultimo oro di
stelle cadute. Strutture e genesi nella lirica di Trakl
Pagine 136 – Formato
144x223 – Data pubblicazione: Febbraio 2010 – ISBN 978-88-6315-157-2
– Prezzo E. 14,00
Il volume introduce il lettore dentro il laboratorio di Svevo, lo conduce al suo scrittoio con l’analisi di modeli e fonti d’ispirazione, indagando le sue strategie scrittorie e mettendo in rilievo anche la sua scarsa propensione alla rifinitura dei propri testi. Facendo ricorso all’erudizione e soprattutto all’attenzione filologica per la trasmissione e lo stato dei singoli testi, il libro mira a gettare nuova luce sui meccanismi della scrittura di Svevo e sul reticolo di rapporti che la lega al contesto storico in cui nacque.