Dipartimento di Filologia e Critica della Letteratura

 

Collana

 

Dal 2007, è attiva un Contratto di edizione tra il Dipartimento e la casa editrice Pacini Editore SpA di Pisa per la pubblicazione di appositi volumi all’interno della Collana “Strumenti di Filologia e Critica”.

Per maggiori informazioni e per un eventuale acquisto di dette opere, si rinvia alle pagine web della Casa Editrice.

 

 

 

Strumenti di Filologia e Critica

 

Collana del Dipartimento di Filologia e Critica della Letteratura

Università degli Studi di Siena

 

Volumi pubblicati

1.       Stefano Dal Bianco, L’endecasillabo del Furioso

Pagine 392 – Formato 14,4 x 22,3 – Rilegatura brossura – Data pubblicazione Settembre 2007 – ISBN 978-88-7781-896-6 – Prezzo E. 28,00

 

Ariosto è il moderno capostipite di un genere di sensibilità poetica e umana che rinuncia all’intensità dell’esperienza e dello sguardo per abbracciare un principio di somma e consapevole distrazione.

“Solo chi non è edonista per sé ma per gli altri può battersi contro Thanatos” (Franco Fortini, I silenzi dell’Ariosto).

Questo studio affronta la questione del ritmo endecasillabico nell’Orlando furioso, sotto il profilo del verso singolo, della sua funzione sintattico intontiva nell’ottava e dei suoi rapporti con alcune situazioni tematiche e diegetiche.

Sebbene non manchino riferimenti generali e puntuali alla tradizione cavalleresca in ottave (soprattutto Boiardo), alla lirica (Petrarca), al verso dantesco e ad altri autori classici, la prospettiva è essenzialmente strutturale e sincronica.

La grande, disarmante arte ariostesca respira liberamente in queste pagine – ed è riconosciuta nel suo aureo, distrato sottrarsi ad ogni profondità – grazie alla non violenza di un metodo che verifica le proprie acquisizioni stilistiche sui risultati dell’analisi quantitativa e statistica. Le discipline metriche e formali ne escono riformate, non solo per la nuova attenzione che questo saggio dedica alla psicologia ritmica autoriale, ma per l’inedita considerazione dei rapporti fra ritmo, sintassi e intonazione.

 

 

2.       Alex Roger Falzon, Le nozze alchemiche di Salomè. Oscar Wilde e la tradizione ermetica

Pagine 167 – Formato 14,4 x 22,3 – Rilegatura brossura – Data pubblicazione Novembre 2007 – ISBN 978-88-7781-929-1 – Prezzo E. 15,00

 

Questa lettura di Salomè in chiave ermetica non mira ad essere una semplice macro-glossa testuale del dramma di Wilde, ma si propone invece di rilevare come l’allegoria alchemica interagisca con le strutture più profonde del testo, gettandone una nuova, ed inaspettata, luce. La dimensione ermetica della ricerca ha conseguentemente fornito spiegazioni inedite per molte scene del dramma che, fino allora, erano state ritenute oscure o semplicemente ‘simboliste’ e che la critica aveva sottovalutato oppure tralasciato. Molte, infatti, sono le aggiunte notevoli con cui Wilde ha contribuito al mythos fine secolare di Salomè, nessuna delle uali è meramente casuale o decorativa, bensì sempre connotata di un preciso significato ermetico. Tutto ciò dimostra chiaramente quanto la Salomè wildiana non sia affatto un’opera buffa, né un’auto-parodia inconsapevole o, ancor meno, un testo pasticciato e derivativo, come ha voluto intendere una certa critica ostile al dramma; ma che, al contrario, contiene – in filigrana – una innovativa, per non dire sconcertante, riscrittura dell’intero episodio biblico. In più, dimostra quanto fosse ampia, e mai superficiale, la conoscenza di Wilde nel campo della tradizione ermetica.

 

 

3.       Annalisa Nesi e Nicoletta Maraschio (a cura di), Discorsi di lingua e letteratura italiana per Teresa Poggi Salani

Pagine 410 – Formato 14,4 x 22,3 – Rilegatura brossura – Data pubblicazione Maggio 2008 – ISBN 978-88-7781-956-7 – Prezzo E. 45,00

 

Questo volume, curato da Annalisa Nesi (Università di Siena) e Nicoletta Maraschio (Università di Firenze), è un omaggio di stima e affetto degli amici e dei colleghi a Teresa Poggi Salani. I temi affrontati nei diversi saggi spaziano dalla storia della lingua alla dialettologia alla letteratura italiana, dal passato alla contemporaneità, dall’oralità alla scrittura in una eterogeneità che si compone nell’essere pensati per lei.

 

 

4.       Duccio Colombo, Scrittori, in fabbrica! Una lettura del romanzo industriale sovietico

Pagine 255 – Formato 14,4 x 22,3 – Rilegatura brossura – Data pubblicazione Maggio 2008 – ISBN 978-88-7781-979-6 – Prezzo E. 18,00

 

Attraverso una ricognizione della nascita e dello sviluppo di una delle correnti più caratteristiche del realismo socialista – il romanzo di fabbrica – questo studio tenta di indagare la letteratura sovietica a partire dai testi, mettendo a confronto i primi esperimenti dell’inizio degli anni Trenta con romanzi dell’immediato dopoguerra, il periodo del massimo rigore ideologico. Ne risulta un’analisi del concreto realizzarsi in letteratura del mandato politico che offre la possibilità di affrontare l’argomento guardando oltre le abusate categorie di verità e menzogna.

 

 

5.       Fabrizio Podda, Il senso della scena. Lirica e iconicità nella poesia di Franco Fortini (con un inedito)

Pagine 223 – Formato 14,4 x 22,3 – Rilegatura brossura – Data pubblicazione: Ottobre 2008 – ISBN 978-88-6315-032-2 – Prezzo E. 16,50

 

Viene qui ricostruito l’itinerario diacronico della scrittura poetica di Fortini. Lo sguardo critico ha come oggetto privilegiato la scena, intesa come luogo linguistico di manifestazione dell’azione e dell’interazione tra soggettività e mondo. Essa si definisce come luogo privilegiato di un interesse che va oltre la definizione tipologica del genere lirico, puntando alla valutazione della sua capacità di resistenza alle centrifughe comunicative che ne forzano i confini funzionali (l’io, il qui e l’ora). La scena è poi da intendersi come successione di immagini singolari, in qualche maniera montate in una successione significante dall’io regista: quel che ne risulta è il valore non evenemenziale ma processuale del rapporto estetico con la realtà. L’ordine dei problemi chiamati in causa è ampio ed eterogeneo: dall’estetica della rappresentazione al rapporto tra parole e cose, dalla questione del genere a quella dell’ideologia, dallo statuto dell’immagine linguistico-letteraria al rapporto di questa con “la verità”, dalla questione del soggetto alle altre istanze enunciative presenti nel testo, dalla percezione alle implicazioni cognitive. Il fulcro attorno a cui queste problematiche ruotano è un nodo teorico piuttosto controverso: l’iconicità. Il senso della scena è il primo emistichio del decimo verso di Le belle querce: «il senso della scena vuole molta attenzione». L’attenzione è la strategia cognitiva che risponde all’insistenza di quel qualcosa che nella poesia è la pulsione al senso, il rimuginare di un’immagine. È forse possibile ripartire di lì per interrogarci sul senso di ciò che ci circonda, di ciò che compiamo nelle quotidiane esplorazioni delle certezze che ci siamo costruiti o altri ha costruito per noi. Da lì, per certo, deve partire chi intenda l’atto critico come gesto di apertura della coscienza ai segni del mondo.

 

 

6.       Elisabetta Mengaldo, L’ultimo oro di stelle cadute. Strutture e genesi nella lirica di Trakl

Pagine 320 – Formato 144x223 – Data pubblicazione: Novembre 2009 – ISBN 978-88-6315-104-6 – Prezzo E. 20,00

 

La lirica di Georg Trakl (1887-1914) oscilla tra la ripetizione ossessiva di alcuni motivi simbolici che la percorrono trasversalmente e la tendenza maniacale alla correzione, a torturare il verso con variazioni di grande respiro o con spostamenti minimi che, lungi dal chiarire con una poesia che rimane, nella sua più profonda essenza, oscura e chiusa nel suo bozzolo, fanno apparire però in sempre diversa luce i richiami che intercorrono tra i testi. Questi sono talmente fitti e costanti da aver indotto Martin Heidegger a interpretare la Dichtung (“poesia”) trakliana come un unico grande Gedicht (“componimento poetico”). In questo volume l’autrice analizza l’evoluzione di alcuni aspetti della lirica del poeta austriaco (suono, sintassi, le metafore cromatiche, i Leitmotive e le loro variazioni) nella fitta trama delle varianti, ma anche nell’evoluzione diacronica: come cioè, certe caratteristiche del linguaggio trakliano siano mutate nel passaggio dalla prima fase più influenzata dal simbolismo francese, attraverso quella più elegiaca, in cui risuona Hölderlin, fino allo sfrangiarsi e insieme purificarsi della lingua poetica nello stile teso e angoscioso delle ultime liriche. L’ultimo capitolo è dedicato all’analisi della genesi e all’interpretazione di due liriche, Geistliche Dämmerung e Die Heimkehr.

 

 

7.       Stefano Carrai, Il caso clinico ’ultimo oro di stelle cadute. Strutture e genesi nella lirica di Trakl

Pagine 136 – Formato 144x223 – Data pubblicazione: Febbraio 2010 – ISBN 978-88-6315-157-2 – Prezzo E. 14,00

 

Il volume introduce il lettore dentro il laboratorio di Svevo, lo conduce al suo scrittoio con l’analisi di modeli e fonti d’ispirazione, indagando le sue strategie scrittorie e mettendo in rilievo anche la sua scarsa propensione alla rifinitura dei propri testi. Facendo ricorso all’erudizione e soprattutto all’attenzione filologica per la trasmissione e lo stato dei singoli testi, il libro mira a gettare nuova luce sui meccanismi della scrittura di Svevo e sul reticolo di rapporti che la lega al contesto storico in cui nacque.