PROGETTO FIRB – WP2
Universita’
degli Studi di Siena
Unita’
prof. Marina Ziche
WP |
Biomateriale |
Fornitore |
Sterilizz. |
WP2
|
Idrossiapatite-
cristalli |
Unita’
Bigi |
Raggi
gamma |
WP2
|
Lega
Ti13Nb13Zr nanostrutturata |
Lima
– Lto Spa |
Raggi
beta |
MODELLO
CELLULARE |
FENOMENI
STUDIATI |
METODICHE
UTILIZZATE |
-CVEC
(Coronary Venular Endothelial Cells): isolate
dal microcircolo, sede del rimodellamento vascolare e dell’angiogenesi -
BBE (Bovine Bone Endothelial cells): fornite
dalla prof. Brandi di Firenze |
1-
Citotossicità del biomateriale |
1-
Trypan Blue Exclusion Test |
2-
Capacità chemiotattiche del biomateriale |
2-
Micro Chemotaxis Chamber |
|
3-Attività
proliferativa/sopravvivenza sul biomateriale |
3-
MTT Cell Proliferation assay 3-
Numero di cellule |
|
CVEC
(Coronary Venular Endothelial Cells) |
4-
Adesione al biomateriale |
4-
Colorazione vitale con Acridine Orange / Ethidium bromide |
METODICHE
Dopo
un’iniziale valutazione della citotossicita’, i biomateriali vengono
caratterizzati per la capacita’ di indurre angiogenesi, vale a dire migrazione
e proliferazione delle cellule endoteliali, e di promuovere
l’adesione/sopravvivenza e funzionalita’ endoteliale a lungo termine.
E’
stato utilizzato il TRYPAN BLUE EXCLUSION TEST, incubando in provetta i
materiali in studio con 200.000 o 400.000 cellule/ml sospese in terreno con 10%
siero per 1-4 ore a 37C. L’HA e’ stata testata a 5, 50, 500 μg/ml
sia mediante contatto diretto con le cellule in sospensione che indirettamente
esponendo le cellule ad un gradiente di HA attraverso un filtro di policarbonato
poroso.
La
capacita’ della idrossiapatite in cristalli di indurre o modificare la
migrazione endoteliale e’ stata valutata nelle camere di chemiotassi (Neuroprobe
microchemotaxis chamber). In questo saggio le cellule in sospensione (12,500/50
ul) migrano verso un gradiente della sostanza in studio attraverso un filtro di
policarbonato rivestito con proteine della matrice extracellulare, con pori di
dimensioni note. E’ stato valutato l’effetto di HA da 10 a 500 μg/ml
in assenza e in presenza del fattore angiogenico (vascular endothelial growth
factor, VEGF). Per la condizione di
controllo basale e’ stato utilizzato terreno con 0.1% siero, in grado di
svelare effetti chemiotattici, mentre 10% siero viene considerata una condizione
di stimolo migratorio aspecifico e massimale. Dopo 4 ore le cellule rimaste
intrappolate nel filtro vengono fissate, colorate e contate. I dati vengono
espressi come somma del numero delle cellule in chemiotassi (gia’ migrate
sulla faccia inferiore del filtro) e in chemiocinesi (impegnate nel poro del
filtro).
La
capacità delle cellule di proliferare sui biomateriali è stata valutata
utilizzando MTT CELL PROLIFERATION ASSAY. Tale test si basa sulla capacità
delle cellule metabolicamente attive di trasformare, mediante una reduttasi
mitocondriale, il composto solubile MTT
(3-(4,5-dimethylthiazol-2-yl)-2,5-diphenyltetrazolium bromide) in un sale del
formazano insolubile che può essere determinato spettrofotometricamente. 4 ore
prima della fine dell’esperimento si sostituisce il medium cellulare con del
terreno privo di rosso-fenolo e si aggiunge MTT (5mg/ml) e le cellule vengono
incubate a 37°C. Durante questo periodo le cellule metabolizzano MTT nel sale
di formazano che, portato in soluzione con DMSO, è quantificato mediante
lettura spettrofotometrica a 540 nm.
Per tale saggio le CVEC e le BBE sono state seminate alla concentrazione di 20000 cell/ml sui biomateriali in multiwell da 48 pozzetti. L’idrossiapatite è stata testata a 2, 5, 10, 100, 500 μg/ml sospendendola nel medium al 10% siero, mentre i dischetti di lega sono stati posti sul fondo del well e su di essi sono state seminate le cellule. E’ stata valutata la proliferazione a 1, 2, 4 e 7 giorni di distanza dalla semina delle cellule.
La capacità dell’HA di indurre CRESCITA CELLULARE e’ stata valutata anche come NUMERO DI CELLULE dopo 72 ore di incubazione. Le cellule (2000/100 ul/pozzetto) sono state seminate in multiwell da 96. Dopo adesione (4 ore) sono state esposte a concentrazioni crescenti di HA in presenza di 10% siero. Dopo 72 ore le cellule sono state fissate in metanolo e colorate con ematossilina-eosina. La morfologia e il numero di cellule sono state valutate al microscopio. I dati sono quindi riportati come numero di cellule contate per pozzetto.
Adesione al
biomateriale
La
capacità delle CVEC ad aderire e sopravvivere sui dischetti di lega di
Ti13Nb13Zr nanostrutturata è stata valutata utilizzando la colorazione vitale
con Acridine Orange/Ethidium Bromide, in accordo al protocollo fornitoci dalla
Prof. Brandi (Università di Firenze). In tale test le cellule vitali
incorporano AO mostrando al microscopio a fluorescenza, con set di filtri per
FITC, una fluorescenza verde brillante mentre quelle non vitali incorporano EB
mostrando una fluorescenza arancio. Per tale saggio le CVEC sono state seminate
alla concentrazione di 40000 cell/ml sulla lega ed è stata valutata
l’adesione a 2 giorni di distanza dalla semina delle cellule.
RISULTATI
Citotossicita’:
L’HA
e’ stata testata a concentrazioni crescenti da 5 a 500 μg/ml.
Si nota la formazione di cristalli che crescono di dimensione al crescere della
concentrazione. I cristalli grossi (fino a appross. 100 um diametro) sembrano
cluster di cristalli piu’ piccoli, di dimensioni molto inferiori alle
dimensioni cellulari. A concentrazioni basse di HA (5-10 ug/ml) si notano solo i
cristalli piu’ piccoli. HA non risulta essere citotossica a nessuna
concentrazione.
Durante
i test di citotossicità con idrossiapatite in cristalli (HA) è stato osservato
che le cellule, sia le CVEC che le BBE, durante l’incubazione tendono ad
aderire tra loro e ai cristalli del minerale. Tali agglomerati cellule-cristalli
sono più numerosi e più grandi nei campioni contenenti le concentrazioni
maggiori di HA e cioè 50 e 500 μg/ml; la dimensione dei clusters inoltre
cresce con il tempo di incubazione. Per valutare se l’adesione delle cellule
all’HA potesse influenzare l’incorporazione di trypan blue, le cellule sono
state esposte ad HA indirettamente, utilizzando un filtro poroso tra la
soluzione di HA e la sospensione cellulare. Anche in seguito a contatto non
diretto, HA non risulta essere citotossica.
La citotossicita’ non cambia al variare del tipo e del numero di cellule e con il tempo di incubazione.
Anche la lega di titanio nanostruttrata non mostra attivita’ citotossica per l’endotelio in sospensione.
Migrazione:
L’osservazione
della formazione degli agglomerati cellulari adesi ai cristalli di HA ha fatto
ipotizzare che questo minerale avesse delle proprietà chemiotattiche per le
cellule. Per verificare tale ipotesi sono stati fatti dei test di migrazione
verso gradienti di HA (10-500 μg/ml)
sia con le CVEC che con le BBE. HA e’
stata studiata da sola e in presenza del fattore angiogenico vascular
endothelial growth factor (VEGF).
HA
sembra avere una debole attivita’ chemiotattica specialmente nelle BBE e
sembra interferire negativamente con la migrazione indotta dal fattore
angiogenico. Al momento si stanno valutando i meccanismi alla base di tale
interazione.
E’
stata valutata la capacita’ dell’HA e della lega di titanio di
sostenere/stimolare la proliferazione endoteliale.
Nel
test utilizzato (MTT test) per la valutazione della proliferazione delle CVEC si
osserva che HA in cristalli induce, alle alte dosi (100 e 500 μg/ml) un’inibizione dose e tempo dipendente della crescita cellulare,
correlata alla presenza dei cristalli depositati sulla superficie dei pozzetti
che alterano l’adesione e la morfologia endoteliale. Alle basse dosi (2-10
ug/ml) HA è in grado di sostenere la proliferazione endoteliale, e sembra avere
attività pro-proliferativa. Tale comportamento potrebbe essere correlabile con
l’attività chemiotattica che gradienti di HA in cristalli hanno dimostrato
avere nei test di migrazione.
Per
le BBE i test eseguiti (MTT test e conta cellulare) hanno dimostrato che HA in
cristalli non stimola la crescita endoteliale anche se è in grado di sostenerne
la vitalità. Infatti, l’assorbanza delle cellule cresciute in presenza di HA
in cristalli è paragonabile al controllo plastica per colture cellulari.
La
lega di titanio nanostrutturata mostra la capacita’ di sostenere la
sopravvivenza cellulare, sia BBE che CVEC, in quanto i dati ottenuti sono
paragonabili a quelli della plastica per colture cellulari del fondo dei
pozzetti (controllo plastica).
Adesione al
biomateriale
Utilizzando
la colorazione vitale con Acridine Orange/ Ethidium Bromide è stata valutata la
capacità cellulare ad aderire e sopravvivere sui dischetti di lega di
Ti13Nb13Zr nanostrutturata paragonandola alla crescita sulla plastica da colture
cellulari. Dall’osservazione al microscopio a fluorescenza è emerso che vi
sono aree della superficie dei dischetti in cui le cellule aderiscono e
rimangono vitali, come provato dalla loro intensa fluorescenza verde, mentre in
altre zone presentano fluorescenza arancio comprovante una certa sofferenza
cellulare (vd allegato1).
Interazione
con i biomateriali e valutazione della funzione endoteliale
Le
fasi successive consisteranno nell’ analizzare al SEM e/o ESEM la morfologia
cellulare sui biomateriali (in collaborazione con l’Unita’ di Napoli) e
nell’analizzare l’espressione genica e proteica (di enzimi chiave del
signaling intracellulare e delle funzioni endoteliali) delle cellule in seguito
al loro contatto con i biomateriali.
CONCLUSIONI
I
dati finora ottenuti indicano che:
1)
i biomateriali del WP2 non sono citotossici per l’endotelio
2)
HA da sola non induce proliferazione cellulare, anche se alle basse dosi
la sostiene, mentre a tempi brevi (4 ore) sembra stimolare la migrazione. Ad
alte concentrazioni la presenza dei cristalli ha un’influenza negativa
sull’adesione e vitalita’ endoteliale
3)
La lega di Titanio
nanostrutturata e’ compatibile con la vitalita’ cellulare.