VERBALE RIUNIONE 12 NOVEMBRE 2003
WP1
Il giorno 12 novembre 2003 alle ore 11,00 presso la sala del Club Eurostar di Santa Maria Novella a Firenze si sono riunite le UO facenti parte del WP1. Erano presenti i Proff. Barbucci, Marletta, Abatangelo, Favia, Barbarisi, Ziche, Giardino e Magnani, i Dott. Pascale, Rosso, Gristina, Morbidelli, Pezzatini, Lamponi, Piras e la Sig.ra Ciani.
1)
Distribuzione di Campioni nanostrutturati
Il
Prof. Marletta distribuisce 4 serie di campioni, come di seguito dettagliate,
per ciascuna delle UO Ziche, Cortivo e Barbarisi:
n.
5 dischetti PET non trattato (0)
n.
5 dischetti PET irradiato 50 keV Ar+ 1x1014 cm-2
(A)
n.
5 dischetti PET irradiato 50 keV Ar+ 5x1014 cm-2
(B)
n.
5 dischetti PET irradiato 50 keV Ar+ 1x1014 cm-2
(C)
avendo
cura di specificare le condizioni di utilizzo degli stessi (i campioni sono
fissati su nastro, la faccia irradiata e’ quella libera e il bianco è
trattato con etanolo).
La
Dott.ssa Morbidelli, visto il basso numero di campioni disponibili, propone di
fissare al massimo due tempi caratteristici di incubazione. Il Prof. Marletta
osserva che la scelta dei tempi dipende dalla vitalità delle cellule e propone
quindi di definire i tempi di test per ogni tipo cellulare e si concorda di
utilizzare tempi differenziati per le diverse linee cellulari.
2)
Stato di avanzamento delle attività
2’)
Il Prof. Marletta procede ad illustrare gli aggiornamenti ottenuti negli ultimi
2 mesi in termini di analisi XPS e di caratterizzazione dell’energia libera di
superfici per lo HYAFF e per altri campioni irradiati distribuiti alle UO
biologiche (v.allegato 1). A conclusione dell’esposizione si concorda di
effettuare i test di adesione cellulare sui campioni di HYAFF modificati
mediante fasci ionici, al fine di verificare la risposta cellulare alle
modifiche indotte per irradiazione.
2’’)
Il Dott. Rosso espone quindi i risultati degli esperimenti di coltura cellulare
di fibroblasti sulle superfici di campioni di PET tessuto e film modello, di
PTFE tessuto e relativo film modello di PET ricoperto con Carbonio pirolitico
(tessuto), indicato di seguito come PET/C (v. allegato
2).
Il
Prof. Barbucci chiede se il PET è quello della Sorin.
Il
Dott. Rosso risponde che il tessuto proviene in effetti dalla SORIN, mentre il
film modello è stato comprato dalla Goodfellow, in accordo con quanto deciso a
suo tempo.
Il
Dott. Rosso espone la procedura di coltura cellulare, da cui risulta che una
serie di test sono stati fatti utilizzando colla di fibrina per fissare i
campioni di tessuto al fondo delle capsule di Petri, mentre altri test sono
stati effettuati senza usare la colla di fibrina. Si apre il dibattito sulla
procedura in questione e si concorda infine che a) il confronto fra campioni
testati utilizzando la colla di fibrina e campioni per cui tale colla non è
stata utilizzata mostra che in effetti essa sembra avere un ovvio effetto di
stimolo alla crescita cellulare. A conclusione di un ampio dibattito si concorda
che le prove verranno ripetute senza colla di fibrina.
In
particolare si concorda di utilizzare pozzetti di dimensioni ridotte (multi-well
da 48 pozzetti di 1 cm di diametro) in modo da fissare “meccanicamente” i
campioni. Il Prof. Giardino (subcontratto) suggerisce specificamente di
utilizzare multiwell da 1,3 cm di diametro.
Vengono
fatte osservazioni sulle procedure di conteggio delle cellule e sulle relative
calibrazioni sia da parte del prof. Marletta che da parte del prof. Barbucci. Il
dott. Rosso ne prende atto.
Il
Prof. Barbucci sottolinea l’importanza di effettuare i test biologici in
maniera esaustiva e riproducibile, in modo da avere punti di riferimento ben
definiti rispetto ai test su campioni nanostrutturati.
Il
Prof. Abatangelo osserva a questo punto che i dati esposti dal Dott. Rosso
riproducono per i fibroblasti il trend dei risultati ottenuti dall’UO Cortivo
con cellule mesenchimali (v. verbale della riunione di Grosseto), con una buona
compatibilità del PET, comparabile con quella del riferimento scelto (polistirene
per colture cellulari), ed una scarsa citocompatibilità di PET ricoperto da
carbonio pirolitico e PTFE.
2’’’)
Si passa all’esposizione dei risultati dell’UO Ziche, che viene effettuata
dalla Dott.ssa Morbidelli (allegato 3). Cellule
endoteliali sono state fatte crescere a tempi di incubazione diversi da 24 ore
sino ad una settimana. In particolare viene riportato un confronto fra i dati
ottenuti fissando i campioni con silicone e con colla di fibrina. Si osserva che
tutti i campioni mostrano una debole citocompatibilità quando fissati con
silicone, mentre la presenza di colla di fibrina svela una aumentata
biocompatibilità su PET film. PTFE e Hyaff risultano di scarsissima
citocompatibilità in ambedue i casi. Considerando i tessuti fissati con
silicone, solo il PTFE-C presenta una maggiore biocompatibilità. In tutte le
condizioni sperimentali tutti i biomateriali danno una biocompatibilità
nettamente inferiore al controllo di plastica (polistirene) per colture
cellulari. Lo studio della morfologia cellulare (basata sull’uso di coloranti
fluorescenti a 2 giorni di incubazione) conferma una situazione di sofferenza
cellulare su PTFE film, ma non su PET film.
Il
Prof. Giardino osserva che i dati mostrano comunque differenze nei risultati tra
cellule endoteliali e fibroblasti (UO Barbarisi), che possono costituire la base
per una serie di indagini ulteriori. Il Prof. Marletta osserva a sua volta che
il principale risultato dell’attività dell’UO Ziche va visto nella conferma
sperimentale dell’effetto della colla di fibrina nello stimolare
selettivamente l’adesione cellulare su certe superfici (in questo caso quella
di PET film) e suggerisce che le differenze possono essere originate da
differenze nella capacità di interazione della colla di fibrina su superfici di
caratteristiche diverse quali quelle di PET, PET/C e di PTFE. La Prof. Ziche
concorda con la conclusione. Il Prof. Marletta osserva inoltre la UO Ziche dovrà
ripetere gli esperimenti di riferimento senza utilizzare colla di fibrina, in
modo da poter effettuare nello stesso modo anche i test di citocompatibilità
sui campioni forniti dall’UO Marletta. L’obiettivo globale è di mettere a
punto una metodologia che non abbia effetti secondari sui test biologici stessi.
Il
Prof. Barbucci sottolinea la necessità che i biologi stabiliscano una
metodologia comune definitiva, che permetta di ottenere risultati fra loro
pienamente confrontabili. Suggerisce la necessità di riunioni ad hoc fra le tre
UO biologiche, al di là delle riunioni di analisi dei risultati più generali
del progetto.
2’v)
Si procede quindi all’esposizione dei risultati dell’UO Cortivo da parte del
prof. Abatangelo (allegato 4) sui risultati
ottenuti con condrociti e cellule mesenchimali. I test mostrano che la
citocompatibilità dei condrociti sul PET (film) è significativamente migliore
di quella osservata per il PTFE e HYAFF.
2v) Si procede quindi con l’esposizione dei risultati dell’UO Favia (allegato 5). Il prof. Favia porta all’attenzione delle altre UO un possibile effetto del processo di sterilizzazione mediante etilenossido (EtO) sulla morfologia dei campioni depositati in plasma. La tipica morfologia, consistente di strutture filiformi sulle superfici, viene infatti “smoothed” dal trattamento con EtO e mostra delle macchie caratteristiche e una diversa morfologia. In particolare, il Prof. Favia suggerisce che la superficie dei campioni sterilizzati con EtO sia contaminata, come dimostra l’angolo diverso, ma comunque elevato. La contaminazione comunque viene eliminata mediante un trattamento di 1-2 gg in UHV, con rimozione delle macchie. Nel dibattito che ne segue, risulta che la struttura chimica delle superfici controllata mediante misure XPS prima e dopo trattamento con EtO rimane tuttavia sostanzialmente immutata.
Il Prof. Favia afferma infine che mentre le strutture depositate in plasma sono evidentemente sensibili al trattamento con EtO, un semplice processo di sterilizzazione mediante etanolo non modifica sostanzialmente la superficie, né composizionalmente né morfologicamente.
Le
osservazioni del prof.Favia aprono un largo dibattito sulle procedure di
sterilizzazione con EtO, che richiedono tempi variabili di degassaggio, in
dipendenza del tipo di materiale sterilizzato. A conclusione del dibattito viene
concordata una procedura standard di sterilizzazione alternativa basata
sull’uso di etanolo.
Al
fine di poter disporre dei primi risultati su superfici trattate il Prof.
Marletta, seguendo un suggerimento del prof. Barbucci,
propone che ogni UO abbia i campioni delle superfici depositate a Bari,
in modo da avere per il 7 dicembre un rapporto preliminare sui risultati di
adesione cellulare sulle superfici in questione e da permetterne il confronto
con i risultati ottenuti sulle superfici non trattate.
2v’)
Si passa all’esposizione dei risultati conseguiti dall’UO CRISMA (prof.
Barbucci). I risultati vengono esposti dalla Dr.ssa Piras (allegato
6), che discute in dettaglio i problemi connessi alla microstrutturazione
delle superfici mediante grafting fotochimica. Si apre un ampio dibattito sui
dati, a conclusione del quale si procede a delineare le attività per la
conclusione delle attività del primo anno di attività.
3)
Problemi specifici relativi ai materiali
Si
passa quindi all’illustrazione dei risultati ottenuti e riconfermati in
esperimenti recenti sulle fibre di PET fornite da Sorin (allegato 7). La
Dott.ssa Pascale specifica che in effetti le fibre vengono acquisite
commercialmente da Sorin, che si limita a ricoprire di carbonio pirolitico il
tessuto.
Si
conviene di testare le proprietà di film modello di carbonio pirolitico
prodotto da Sorin, per avere un riferimento certo delle proprietà di adesione
cellulare delle fibre ricoperte, in analogia ai film modello che costituiscono
il riferimento per i campioni di PET e PTFE tessuti.
Il
Prof. Barbucci suggerisce che la Sorin fornisca dei campioni di film di PET (Goodfellow)
ricoperti di carbonio pirolitico, in modo da ottenere i desiderati campioni
bidimensionali per test biologici di riferimento.
Con
riferimento ai film depositati a Bari, il prof. Favia chiede se il coating di
carbonio pirolitico possa essere depositato in modo da ricoprire in modo
conforme le nanostrutture di materiale teflon-like depositato.
La
Dott.ssa Pascale risponde che lo spessore di carbonio pirolitico deponibile con
processo industriale va da 0,3 a 0,5 micron, in quanto spessori minori non
garantiscono l’omogeneità dello spessore. Si decide di rinviare il problema
di un eventuale coating delle superfici deposte in plasma all’identificazione
di un opportuno processo di deposizione di carbonio pirolitico conforme con
spessore dell’ordine nanometrico.
Il
Prof. Abatangelo riferisce di essersi attivato per ottenere uno scaffold
biologico a base di collagene. In queste fibre entrano i cristalli di
idrossiapatite e quindi ci possono entrare anche le cellule. Si accetta la
proposta di tale materiale nuovo, con l’intesa che esperimenti verranno
concordati nel primo semestre del secondo anno di attività.
4)
Programmazione delle attività
Il Prof. Barbucci ricapitola una serie di attività da sviluppare nel futuro immediato: a) vedere quali materiali prendere in considerazione; b) lo Hyaff viene momentaneamente abbandonato, ma sarà riconsiderato in seguito; c) fare il punto della situazione sulle linee cellulari decidendo i materiali migliori e peggiori.
Sulla
base delle considerazioni del Prof. Giardino, viene inoltre puntualizzata la
necessità di caratterizzare metabolismo ed espressione cellulare sui campioni
di riferimento, per permettere un confronto efficace con le caratteristiche
delle varie linee cellulari sui materiali nanostrutturati.
Il
Prof. Marletta propone inoltre di programmare una serie di esperimenti di test
biologici di riferimento che permettano di definire in modo definitivo procedure
di test standard.
A
questo fine il Prof. Marletta stabilisce che entro il 7 dicembre le UO
biologiche dovranno far pervenire i risultati degli esperimenti in questione,
unitamente alle caratterizzazioni di campioni nanostrutturati.
Si concorda in particolare di effettuare le
prove usuali di adesione cellulare e si distribuiscono i compiti specifici per
le UO biologiche.
Il
prof. Marletta propone di definire i compiti delle diverse UO in riferimento ai
diversi tipi cellulari a suo tempo prescelti. In particolare, l’UO Ziche si
dovrà occupare inoltre, in accordo con il progetto a suo tempo approvato dal
MIUR, della parte relativa alla biologia
molecolare: a) caratterizzazione del processo di interazione dal punto di vista
della biologia cellulare; b) caratterizzazione delle proteine espresse nel
processo di interazione delle cellule con i vari substrati modificati e non.
La Prof. Ziche porta all’attenzione delle altre UO la necessità di utilizzare microscopi a scansione per l’analisi dettagliata della morfologia cellulare e delle eventuali sue modifiche a seguito dell’interazione con le superfici nanostrutturate. Bisogna quindi prevedere l’inserimento di una competenza specifica per tale compito. Il prof.Marletta propone di effettuare una opportuna ricognizione per verificare la disponibilità di tali competenze e risorse sia nell’ambito delle UO del Progetto che al di fuori, in modo da poter proporre una soluzione operativa nel corso della prima metà del secondo anno di attività.
In
ogni caso, per chiudere opportunamente le attività del primo anno, si propone
che entro il 7 dicembre le UO biologiche a) valutino il comportamento adesivo
delle varie linee cellulari prescelte senza colla di fibrina e b) oltre ai test
di proliferazione, si effettuino tentativi preliminari di valutazione della
morfologia delle cellule adese.
A
conclusione della discussione il Prof. Marletta espone un semplice schema di
attività per il secondo anno di attività:
1)
nuovi trattamenti di nanostrutturazione
delle superfici effettuati dalle UO Catania, Bari e Siena (CRISMA);
2)
Test biologici: - caratterizzazione del
metabolismo cellulare su superfici modificate
- caratterizzazione
della morfologia cellulare
3)
Materiali:- focalizzare le attività
sul PET quale substrato modello;
- per il carbonio pirolitico:
test biologici su film modello e modifica di superfici di carbonio pirolitico
(supportate su PET)
I
film di PET ricoperto di carbonio pirolitico saranno forniti da Sorin.
In particolare, il prof. Marletta propone di procedere con slot sperimentali trimestrali e con verifica trimestrale mediante riunioni ad hoc.
Nel
primo trimestre verrà testato il PET ricoperto di carbonio pirolitico sui cui
fare i consueti test con le tre linee cellulari prescelte, in modo da procedere
sinergicamente e valutando tutti gli aspetti per ciascun materiale.
Il
Prof. Favia effettuerà inoltre esperimenti coinvolgenti un secondo coating per
modificare la chimica dei film teflon-like ottenuti mediante coating di film
PEO-like e mantenere la morfologia-nanostrutturata già ottenuta dall’UO di
Bari.
Infine
alla fine II anno dovrà essere concluso il primo giro di materiali
completamente ed esaurientemente sottoposti ai test biologici.
5)
Conclusioni e raccomandazioni alle UO
Il
Prof. Barbucci ricorda alla fine del primo anno può essere fatta una
rimodulazione scientifica nonché economica, con regole e limiti precisi ed
invita le diverse UO a predisporre eventuali rimodulazioni.
La
riunione è chiusa alle ore 16,00