«Nonostante la
fortuna strepitosa che ha fatto dell'Eneide uno dei testi fondativi
della cultura occidentale, quella di Virgilio non è che l'ennesima
variante di un mito enormemente complesso, che aveva alle spalle già un
millennio di vita e che nel corso dei secoli aveva continuato ad
arricchirsi e modificarsi, in una stratificazione di versioni che hanno
servito di volta in volta strategie politiche, interessi di città
desiderose di accreditarsi un fondatore prestigioso, bisogni identitari
variamente declinati, scelte letterarie. Una sola cosa era stata chiara
sin dall'inizio: da quel crogiolo di storie che è la guerra di Troia,
da quel vero e proprio big bang dell'universo mitologico greco-romano,
Enea era destinato a salvarsi. A differenza di eroi come Achille o
Ettore, il suo destino non era circoscritto al presente, sia pure al
presente luminoso della prodezza guerriera e della bella morte sul
campo di battaglia, ma abitava per vocazione la dimensione del futuro.
Ciò che questo libro cercherà di fare è di raccontare una simile,
lunghissima durata: nella consapevolezza che se non sarà mai possibile
esaurire la complessità di un mito antico, e di un mito come quello di
Enea, avremo in ogni caso aggiunto ad esso una ennesima variante - che
è poi il modo in cui le storie degli antichi continuano a vivere e a
significare».
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