Il mito di Elena
Tutti conoscono il mito di Elena la bella, per cui gli dèi, gli eroi e gli uomini di Grecia combatterono la guerra di Troia. O almeno sono convinti di conoscerlo. Eppure con il mito vale sempre la pena di ricominciare. 
    Figlia del padre di tutti gli dèi, creatura di straordinaria bellezza, Elena è uno dei personaggi più noti della letteratura classica e ha ispirato un gran numero di racconti e leggende, Iliade e Odissea, ma anche tre tragedie di Euripide, la Palinodia di Stesicoro, una commedia di Aristofane, e opere di Seneca e versi di Ovidio rielaborano il suo mito. Come simbolo di bellezza sensuale e travolgente Elena ricompare, poi, in numerosi testi di età più recente: Ronsard, Shakespeare, Goethe ne fecero una protagonista dei loro scritti. Ma il volto di Elena cambia di epoca in epoca: Elena è una sposa infedele o la ragazza di Sparta? È una dea o un demone? È una o sono due?...
"Paride entra nella reggia di Sparta, e vede Elena seduta fra le sue schiave; la regina si alza per andare incontro all'ospite frigio, lo guarda, lui non ha mai visto occhi così splendenti! Elena ride, più bella di Artemide dalle frecce d'argento, ma il desiderio che suscita è quello di Afrodite, quando agita le membra degli uomini. Poi l'uscita discreta di Menelao dalla reggia (forse voleva mettere alla prova la lealtà dell'ospite?), Paride che entra bruscamente nella camera da letto, Elena che gli si getta nuda fra le braccia, come se lui fosse stato suo marito. L'amore della più bella tra le donne è come quello della Luna,  quando scioglie il velo d'argento che le copre i fianchi e si lascia cadere, candida, in braccio a Endimione. E né stella né donna può competere con il suo fulgore". 
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