SEMICERCHIO Rivista di poesia comparata


 

Vol. XXII:

"Il mondo nuovissimo"    

 




Fay Zwicky

Growing Up

When I grow up (I’m only fifty-five)
I want to be as mountainous and wise
as Marguerite Yourcenar.
A big stone sphinx
silent as a shadow.
The perfect balance between
grace and power.

I want to be strong enough to live
on an island off the coast of Maine,
let my beautiful garden run to seed,
receive an interviewer from some
prestigious TV arts programme
once every twenty years, descend
to read aloud with detached hauteur
prophetic passages from past work,
refuse the academy’s accolades.

I will not miss my native land.
I’ll know who I am.
My voice will be low, steady,
unemphatic, purged of need.
I will not mind being big-boned,
heavy. I will not notice
that my hair is thin,
that my eyes have come to a standstill,
that earnest questions stay unanswered.
The loss of lovers, children’s defections
will leave me cold.

I will become the absolute
it’s taken me a lifetime to annihilate.

Crescere

Quando cresco (ho solo cinquant’anni)
voglio essere montagnosa e saggia
come Marguerite Yourcenar.
Una grande sfinge di pietra
silente come un’ombra.
La bilancia perfetta
tra grazia e potenza.

Voglio essere forte abbastanza da vivere
su un’isola al largo della costa del Maine,
far inselvatichire il bel giardino,
ricevere un intervistatore
da un prestigioso programma d’arte TV
ogni vent’anni, scendere
per leggere a voce alta con altero distacco
passaggi profetici dal lavoro passato,
rifiutare le investiture d’accademia.

Non mi mancherà la mia terra natale.
Saprò chi sono.
La mia voce sarà bassa, salda,
senza enfasi, purificata dai bisogni.
Non m’importerà se ho ossa grandi,
pesante, non baderò
se i miei capelli sono fini,
se i miei occhi sono giunti a un punto morto,
se i problemi più veri restano senza risposta.
La perdita di amanti, la defezione dei figli
mi lascerà fredda.

Diventerò l’assoluto
che mi ci è voluto una vita annichilire.

 

Banksia Blechnifolia
I. M. Primo Levi

Colourless, odourless,
no use or beauty,
why would you look?

My roots gnaw concrete
strangle cement, my razored
serrations protect the raw nub,

mute hollow of my plane heart.
You can’t fathom my ancient
plant tongue, man speaking

to men. Neither daffodil nor
delphinium, poets project
no soft transports from

my fire-forged speech.
Barely exotic since I’m born here,
bearer of crueller histories,

than your burning fields recall.
Seeded by typhoons, I’ve waited
years to raise my barbed and desperate
flower, colourless, odourless
and armoured. But reaching
reaching always skyward. My way,

you might say, of letting you know
death’s around and ready. Listen.
You’ll catch his passing breath.

Banksia Blechifolia
I.M. Primo Levi

Senza colore, senza odore,
senza utile o bellezza,
perché vorresti guardare?

Le mie radici sgretolano calcestruzzo
strangolano cemento, le mie dentellature rasate
proteggono la nuda essenza,

il muto vuoto del mio cuore di pianta.
Non puoi sondare la mia lingua antica
di pianta, uomo che parli

a uomini. All’infuori del narciso
o del delphinium, i poeti non ideano
alcun impeto dolce

dal mio linguaggio forgiato dal fuoco.
Poco esotica dato che son nata qui,
portatrice di più crudeli storie di quante

evocano i tuoi campi in fiamme.
Seminata dai tifoni, ho atteso
anni per levare il mio fiore spinoso e disperato,
senza colore, senza odore
e corazzato. Ma che si tende
si tende sempre verso il cielo. Il mio modo,

diresti, di farti capire
che la morte è intorno e pronta. Ascolta.
Sentirai passare il suo fiato.

(Traduzioni di Rosita Copioli)


 

 

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