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Vulvovestibulite


 

 

tristezza
Che cos’è la vulvovestibulite?

La vulvovestibulite o sindrome vulvovestibolare (VVS) è una patologia rara del dolore cronico, altamente invalidante. Il termine descrive un dolore genitale cronico o ricorrente che dura da lameno tre-sei mesi, sovente ad etiologia ignota. Nella VVS il dolore è localizzato al vestibolo, cioè all’ingresso della vagina.

Da cosa è causata?

L’etiologia riconosce cause come: candidosi ricorrenti, endometriosi, malattie dermatologiche, atrofia, neuropatie e mialgie. Molte pazienti presentano diatesi allergiche o infezioni subcliniche/pregresse da Herpes Virus o da altri virus. L’influenza di questi virus sulla malattia non è chiara. Del resto, donne molto sofferenti possono non avere patologie.
Alcune sindromi di dolore cronico ad etiologia ignota, come la fibromi algia, la cistite interstiziale, il morbo di Chron, sono spesso associate a VVS e sembrano avere simili basi biochimiche che accentuano la reazione infiammatoria a stimoli normalmente neutri. Anche il prolungato mantenimento del dolore sembra dipendere da una simile alterazione dei meccanismi deputati all’estinzione della risposta infiammatoria.

Come riconoscerla?

I sintomi clinici principali sono dolore e bruciore, sono gravi e provocano scadimento delle attività quotidiane, del benessere e della sessualità. Il disagio può essere presente senza patologia della mucosa genitale; oppure può essere associato ai segni dell’infiammazione cronica: edema, iperemia e trasudato. La reazione flogistica si apprezza ad occhio nudo, ma spesso l’aspetto non corrisponde alla gravità dei sintomi. L’area interessata è minima ed i cambiamenti fisici modesti ma il disagio nella vita quotidiana e nella relazione intima è notevole. Le pazienti non possono avere rapporti sessuali senza esacerbazione del dolore, ne’ andare in bicicletta, portare indumenti attillati o rimanere sedute a lungo, e sono suscettibili alle infezioni. Il disagio fisico e relazionale è accentuato dalla difficoltà di trovare aiuto: la malattia, poichè rara, è difficilmente diagnosticabile e la terapia farmacologica, di esito incerto, deve essere associata a interventi psicosessuologici. L’incidenza della VVS è difficilmente stimabile: varia dal 15% all’1%, con prevalenza nella popolazione generale di donne giovani.

Come diagnosticarla?

Nel nostro dipartimento è attivo un ambulatorio per le pazienti affette da VVS.
Per valutare la presenza di VVS le pazienti faranno una visita ginecologica ed i seguenti esami:

  • raccolta anamnestica per le modalità d’insorgenza o esacerbazione del dolore con stimoli diversi e raccolta di informazioni sulla sessualità e la relazione di coppia
  • valutazione della flogosi vestibolare tramite osservazione ad occhio nudo e con colposcopio della presenza di eritema, edema, trasudato; del pH; lesioni cutanee vestibolari e del grado di secchezza dei genitali; della mappatura dei punti di dolorabilità vestibolare con applicazione di lieve pressione “puntiforme”.
  • prelievo del secreto vaginale per ricerca di infezioni.

Come si cura?

Dopo aver ottenuto i risultati delle analisi di laboratorio e dei questionari, le pazienti riceveranno una terapia; in aggiunta alla terapia medica, l’intervento di terapia sessuale è cruciale nel nostro progetto. La terapia si basa su due momenti: desensibilizzazione e ristrutturazione della relazione sessuale, effettuate con i metodi propri della terapia sessuale classica. E’ noto che il dolore, o la paura del dolore, impediscono una sessualità gratificante e minano la relazione emotiva. Confidiamo che la desensibilizzazione graduale e la ristrutturazione dell’atto sessuale aiutino la coppia a ritrovare la sua intimità.

 

Ambulatorio di Medicina sessuale femminile e maschile e dolore genitale

Colloquio singolo e di coppia con specialista in sessuologia. Inquadramento del dolore genitale cronico

Ambulatorio 2 - IV lotto, piano 5/S.

Lunedi ore 14:00 – 16:00 0577-586603 dal lunedi al venerdi dalle ore 11:00 alle ore 13:30.

Medico responsabile: Dr.ssa Anna Ghizzani.

 

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